«Il tuo nome è la mia condanna, Violet.»
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Si dice che due anime che si appartengono siano destinate a rincontrarsi.
Ma cosa succederebbe se due anime destinate a distruggersi si dovessero incontrare una seconda volta?
𝑻𝒆𝒔𝒕𝒂.
Damian viv...
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Ce lo siamo detti tante volte con lo sguardo, Damian. Eppure continuavi a mentire a te stesso.
- M
Mentre lo scroscio della pioggia riempie i suoni intorno a me, e le sue gocce mi bagnano il viso, mischiandosi a lacrime che mi bruciano le guance, sento la presa calda delle dita di Damian sul mio polso.
Ogni contatto, ora, sembra dannato.
Come io lo sono sempre stata per lui.
Una dannazione.
Mi obbliga a voltarmi verso di lui, verso quel viso serio, la mandibola serrata e quelle iridi verdi che ora faccio fatica a scrutare.
Perché ci vedo l'ombra di quella bambina che ho voluto dimenticare per troppo tempo di essere stata. E che, in un certo senso, sono ancora.
Perché le lacrime agli occhi mi impediscono di vedere i contorni dell'unica persona a cui io abbia mai sentito di appartenere.
L'unica che per tutta la vita guarderebbe come la sua più grande disgrazia.
Anche se forse non lo dirà mai, qualcosa dentro di lui griderà per sempre al suo cervello di aver posato le labbra su qualcuno che gli ha rovinato la vita.
Mi passo la mano libera sugli occhi, provando a scacciare tutta quell'acqua che annebbia un senso che presto perderò, mentre il cuore non smette di battere contro la cassa toracica, compressa dal dolore.
Quando riesco a distinguere con più chiarezza la sua gola deglutire, mi accorgo che ha socchiuso le palpebre, e nello stesso momento che lo fa, le sue mani stringono più forte la mia pelle.
Le sue spalle cadono, prima che riapra gli occhi, prima che uno sguardo che non conoscevo mi colpisca, prima che le sue iridi si ricoprano della stessa patina umida che bagna le mie.
Muoio dentro.
Ed è soltanto colpa mia.
E vorrei scappare.
Vorrei che non mi avesse mai conosciuta.
Vorrei che mi lasciasse andare.
Vorrei che le nostre anime si dimenticassero l'una dell'altra, come due bambini che trascorrono le estati insieme senza più rivedersi.
Che si dimenticasse di tutto, purché tutto quel dolore non ritornasse nella sua vita.
Ma lui, incurante di quelle emozioni che ha sempre cercato di mascherare, continua a fissare lo sguardo nel mio.
Poi, lentamente, lascia andare il mio polso e io sono incapace di girarmi, perché quegli occhi me lo impediscono, ancora una volta.
Guardo le sue dita stringersi in un pugno, proprio come ore fa, fuori dalla camera di Lili.