Prologo

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Ti ho incontrata due volte per la prima volta.
Che strana contraddizione, vero?

Ma tu e io, Violet, siamo un ossimoro.

Lo siamo sempre stati, lo siamo adesso che sei fuggita dalle mie ossessioni, e lo saremo per sempre.

Tu sarai sempre un tramonto e io sarò sempre un'alba.
Tu sarai sempre un film a colori e io sarò sempre una vecchia pellicola senza vivacità.
Tu sarai sempre anima e io sarò sempre testa.

Troppa testa, per così tanta anima.

C'è sempre stato un filo ad unirci, una matassa del colore più pericoloso al mondo, pronto a segnare le nostre esistenze, come in quelle strane tradizioni giapponesi di cui sicuramente saresti rimasta affascinata e per cui avremmo parlato notti intere.

Ti ricordi com'era?
Ti ricordi come le nostre voci sembravano sfumare perfettamente l'una nell'altra al di sotto delle stesse stelle che conoscevano già il nostro destino?

Io me lo ricordo e non ci sarebbe memoria al mondo che vorrei conservare, se non questa.

Questo filo è nato tanto tempo fa, quando ho incontrato per la prima volta i tuoi occhi, vivi, brillanti, incorniciati da ciglia scure che sbattevano ripetutamente, quasi a scattare foto per creare memorie durature nel tempo.

Ora lo sai. È stato in quel momento che i destini delle nostre vite si sono uniti la prima volta, è stato quello il giorno in cui il fato ha firmato, su un foglio fatto d'avorio e crudeltà, la mia condanna.

Ma quel filo non è nato per farci ritrovare. No.
È stato creato per distruggerci, qualora le sue estremità si sarebbero dovute incontrare.

E io e te, Violet, ci siamo incontrati una seconda volta.

E quel filo ci ha distrutti.

Più le sue estremità cominciavano a raggiungersi, più tutto iniziava a sgretolarsi; più i nostri sguardi iniziavano ad appartenere all'altro, più eravamo destinati a precipitare.

E siamo precipitati.

Cazzo se siamo precipitati.

Senza paracadute che ci potesse salvare, senza parole che potessimo pronunciare, senza soluzioni razionali che potessero placare pensieri maniacali.

Ti ho desiderata, ripudiata, spogliata, amata e abbandonata, senza che me ne rendessi conto.

Ho perso la testa per te, Violet.

E ora che hai chiuso quella porta, quella che ora mi fissa trasformandosi nella grata di una prigione dorata, la perfezione di questa casa e le ossessioni della mia mente non sembrano più aver senso o giustificazione.

Ogni matita non allineata, ogni goccia d'acqua sul pavimento, ogni ticchettio sbagliato del mio orologio, adesso non ha più importanza.

Perché l'unico che fino ad oggi è stato cieco sono io.

Servivi tu, Violet, a farmi tornare a vedere.
Perché tu mi hai visto prima di tutti gli altri, prima di me stesso.

Ma mentre vedere per te è salvezza, per me è condanna.

Ed è per questo che siamo stati, siamo e saremo per sempre, un ossimoro.



___________

Buondì🤍

Che dire, mi fa un certo effetto tornare dopo qualche mese (e con non poca agitazione)...

Quello che posso assicurarvi è che mi mancavate tantissimo sia voi che il poter condividere  una delle mie storie🤍

Con questo prologo inizia la storia di Damian e Violet.

Cosa si nasconde dietro le parole che avete letto?

Vi avverto che non sarà una storia semplice, che dietro alla facciata di perfezione si nasconde sempre un dolore, che appena potrà esploderà come un'ordigno rimasto in silenzio per troppo tempo. Con il tempo verranno trattati argomenti delicati, e credo sia giusto avvertirvi in anticipo🤍

Spero che le parole di Damian, seppur ancora confuse, possano aver catturato il vostro interesse.

Se vi fa piacere, noi ci ritroviamo LUNEDÌ con il primo capitolo alla solita ora (12:00)🤍

Bye, 

Fra 

Fra 

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