Il filo rosso non è in grado di spezzarsi.
-M.
Siamo qui da poco più di un'ora e l'anestesista è venuto ad avvertire Damian poco fa che Lili è stata appena portata in sala operatoria.
Al petto sento una pressione nuova, che si muove insieme agli sguardi di Damian e al suo comportamento. Negli ultimi settanta minuti la sua mente ha risposto alle regole di ogni piccola ossessione, come mai avevo potuto vedere.
La pulizia della scrivania.
Gli esami di Lili impilati uno sopra l'altro, dal fascicolo più grande al più piccolo in cima.
Ha sistemato ogni matita, allineando ogni gomma e facendo la punta a quella che aveva la mina meno affilata.
In ogni movimento è stato calmo, e ho capito essere abituato a questo rituale che tiene sotto controllo la sua mente.
E mentre faceva ognuna di queste cose, ho notato come ogni tanto sollevasse lo sguardo su di me, seduta sulla poltroncina bordeaux a sfogliare una vecchia rivista. Ha continuato a farlo finché, una volta arrivato a sistemare la poltrona davanti a me non ho cercato la sua mano.
«Smetti di guardarmi così, Dam», ho alzato gli occhi su di lui per fargli capire che se le sue ossessioni sono giuste per lui, allora sono giuste anche per me. Che io sono qui.
«Vuoi che mi sposti?» gli ho chiesto poi. La poltroncina su cui ero seduta non era perfettamente allineata al tappeto.
Ma l'unica cosa che ha fatto è stato abbassarsi e posare le mani ai braccioli, sporgendosi verso di me. Le sue labbra hanno preso le mie e, ancora una volta, mi sono sentita completa.
Giusta per lui.
***
Mi richiudo la porta alle spalle mentre in mano tengo il piccolo bicchierino di caffè che ho preso alla macchinetta al piano di sotto.
«Grazie, bambina» mi dice, alzandosi dalla scrivania e sistemandosi il camice bianco.
È la prima volta che vedo il dottor Heal in tutto e per tutto, e non posso negare che quel camice sembra essere fatto apposta per lui, e renderlo ancora più bello.
Si posa sulle sue spalle, avvolgendole e arriva fino a metà gamba, lasciando scoperta la camicia bianca che gli fascia il petto e l'addome. Sul lato sinistro, una piccola targhetta con il suo nome.
Prende il bicchiere di plastica e lo porta alle labbra, mentre con la mano libera mi avvolge il fianco, facendomi stringere a lui.
Passo la mano sul suo torace, stringendo poi il risvolto del camice.
«Non hai preso niente per te?» chiede, richiamando il mio sguardo.
«No, ho visto l'insegna di un Library Cafè qui di fronte. Pensavo di andarci mentre ti aspetto.»
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BLIND
ChickLit«Il tuo nome è la mia condanna, Violet.» _________ Si dice che due anime che si appartengono siano destinate a rincontrarsi. Ma cosa succederebbe se due anime destinate a distruggersi si dovessero incontrare una seconda volta? 𝑻𝒆𝒔𝒕𝒂. Damian viv...