31 - Per me

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Bambina, non volevo metterti in questo pasticcio

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Bambina, non volevo metterti in questo pasticcio.

- M


Loro, i maledetti, iniziano a bruciare, a bruciare da far male ad ogni angolo del mio viso; e quelle fiamme che ho tenuto a bada per troppo tempo si mischiano a quelle di lacrime che ingoio una dietro l'altra mentre continuo a guardarlo, mentre i suoi occhi si posano di nuovo su quel fiocco.

Ne ho avuti tanti da bambina, tutti ricevuti in scatole uguali incartate con la stessa trama natalizia, che avevo imparato ad apprezzare anche se la detestavo. Talmente tanti che mi è impossibile ricordarli tutti.

Ma quello, adesso, me lo ricordo.

E mentre smetto di respirare mi odio.

Mi odio perché se la mia mente me lo aveva tenuto nascosto per così tanto tempo, avrebbe potuto farlo per sempre. E invece no.

Invece adesso vedo tutto.

Quando le sue dita si rigirano quel fiocco, obbligo la mia vista a non annebbiarsi.

Non adesso.

Ogni lineamento dell'uomo che ho davanti prende contorni diversi, mentre la stanza intorno a noi si dilata e io rivedo quel giovane dottore tanto più alto di me e di cui non capivo le parole puntarmi per la prima volta la penlight nelle pupille, poi lo rivedo davanti a quel letto, quel letto che ho provato a dimenticare con tutte le mie forze, e pensavo di esserci riuscita.

Le coincidenze non esistono.

Dio, non esistono.

Eppure vorrei che fosse così.

Non può.

Non può essere lui.

«Me lo aveva dato lei» sussurra, mentre serra la mascella. «E io l'ho abbandonata, non ho più avuto il coraggio di guardarla negli occhi.»

Scuote leggermente la testa, per poi rialzare lo sguardo su di me.

Reprimo un conato di vomito, e appoggio la mano alla poltrona. Stringo, stringo forte perché la sento tremare.

Mi stai guardando ora negli occhi, Damian.

«Hai ragione quando dici che non dovrei pensarci, ma è qualcosa che non potrò mai perdonarmi. E ora mi è rimasto questo fiocco come monito.»

Non abbasso lo sguardo, perché quel fiocco non voglio neanche guardarlo. Mi tengo in piedi solo grazie a qualche tipo di miracolo.

Dai suoi movimenti percepisco che lo rimette in tasca.

«Damian...»

Non adesso.

Non adesso che quella bambina ha bisogno di lui.

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