CAPITOLO 29- niente studio

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"mi liberi dal mondo, dalle croci e le catene"

POV CHIARA
<ci sono novità papà?>
<no amore. La morte dell'avvocato ha rallentato tutto, appena l'ho saputo ho contattato il primo di Roma, ma deve ancora farmi avere la certezza che possa seguirti con il massimo dell'attenzione.>
<va bene.> non insisto oltre. Alla fine se solo avessi ascoltato mio padre dall'inizio magari ora non mi ritroverei senza un avvocato che mi aiuti ad uscire da qua.
<gli studi come vanno amore?> mi chiede mamma, stringendomi la mano stesa sul tavolo.
Sorrido a quel gesto e rivolgo a lei la mia attenzione.
<tutto bene. È impegnativo, ma non quanto seguire le lezioni di latino in classe.> la faccio ridere
<dai che anche questa volta ce la farai a non prenderti debiti> scherza anche lei.
<speriamo, anche perché sto studiando tantissimo>
<vedrai che i tuoi sforzi verranno ripagati amore, te non smettere di impegnarti e avvisaci quando saprai la data precisa degli esami>
<certo mamma, anche se penso vi arriverà un avviso da qualche parte>
<controlleremo l'email, altrimenti chiederemo un colloquio con la direttrice e facciamo prima>
<non penso si possa fare papà, non stai mica a scuola a chiedere un ricevimento con la preside>
<lascialo fare>mi sussurra mamma
<un modo lo trovo Chiara, non ti preoccupare>
evito di rispondere a mio padre e ascolto i loro discorsi. Mamma continua a farmi i saluti dei miei amici che neanche questa volta sono passati a trovarmi, papà invece si comporta come al solito, in modo freddo e distaccato.
So che il nostro rapporto si è ormai rotto, ma infondo spero di poter tornare ad essere di nuovo la principessa di papà. Come quando ero piccola e mi sentivo così protetta e felice tra le sue braccia.
***

<ci sei?> È pomeriggio. Oggi non avevo voglia di studiare e ho deciso di lasciare a domani gli argomenti che avrei dovuto fare oggi.
Ora sono stesa sul divano della sala comune con Micciarella che non so quale scusa si sia inventato per saltare il corso di pizzeria.
<sisi, sono stanco però> lo vedo sempre più strano, ma ora che finalmente ha ricominciato a parlarmi posso riuscire ad essere più d'aiuto.
<non vuoi proprio dirmi cos'hai è?>
<nun ricominciare piccrè>
<mi piace quando mi chiami così> gli sorrido e lui fa lo stesso.
<una cosa per aiutarmi però potresti farla, 'o sai?> la mano che prima mi stava facendo i grattini sulla gamba sale un po' più su.

🔴🔴🔴
<e cosa?> mi fingo curiosa, ma so già a cosa vuole arrivare.
<nun ci arrivi chiatti?> la mano sale lentamente ancora più su, fino ad arrivare al mio inguine.
< mi piace di più quando mi chiami piccrè> provo ad autocontrollarmi.
< ah si?> di colpo sento la sua mano toccare la mia intimità da sopra le mutandine.
Avendo messo una gonna di jeans devo dire di aver facilitato il suo lavoro. E per fortuna.

< Raffae, ci possono vedere?>
<ma che vedere. Ci sta solo Lino vicino alla porta e lui su cheste cose nun dice 'na parola.> per bloccare la mia incertezza si butta sulle mie labbra dandomi un bacio pieno di foga.
Io metto una mano sul suo viso e con l'altra mi tengo al divano, mentre lui, attaccato al mio corpo, fa entrare la mano dentro le mutandine.
Sta strusciando ed io blocco i miei gemiti di eccitazione baciandolo ancora di più.

<ti piace?> si stacca di poco dalle mie labbra. Io annuisco e le faccio riscontrare subito.
Micciarella non spreca tempo a far entrare un dito dentro di me e quando infila anche il secondo mi risulta quasi impossibile trattenere i gemiti.
<quant ta vurrei chiavare acca, su chest divano.> si stacca dalle mie labbra, dicendomi cose sporche all'orecchio.
Aumenta il ritmo delle dite ed io mi mordo le labbra pur di non urlare.
<la gonna l'alziamo, che dici?>
Non so con quale movimento riesce a farmi alzare un po' dal divano, tempo che mi tira la gonna poco più su fino alla pancia e resta scoperta la mia intimità con le mutandine e le sue dita dentro.

Mi mordo le labbra e lui nota benissimo la mia fatica nel trattenermi dal gemere, sembra piacergli questo stato di difficoltà.

Finalmente, dopo qualche minuto, neanche lui resiste più ed io arrivo al culmine, giusto in tempo che sentiamo Lino avvicinarsi a noi. Mi rimetto a posto la gonna e lui mette la mano dietro la schiena.

<tutto apposto qui? Nun parlate cchiù?>
<chesta sta incazzata Linu, o sai tu come song fatte 'e femmine.>
<va buon. Tra poco arrivano gli altri, nun obbligatemi a ricere calcosa alla direttrice>
e dopo altre rassicurazioni se ne va.

Io la guardo andarsene un po' precipitata e poi guardo Micciarella che si sta pulendo la mano con un fazzoletto.
<dici che ha capito qualcosa?>
<guarda che mi hai fatto. Difficile nun accorgersene> indica i suoi pantaloni e noto un rigonfiamento.
Non so perché, ma scoppio a ridere, buttandomi sul corpo di Micciarella.
Cadendo proprio lì sotto.
<no ma vai, continua. Tanto devo fare ij> dice scherzando e tirandomi piano da un braccio, portandomi il viso difronte al suo.

Così vicini continuiamo a ridere, io probabilmente rossa in viso e lui con quel sorrisetto che fa perdere la ragione.

sorpresaaaa. Chiedo scusa per i possibili errori, ma lo ricontrollerò e modificherò tra domani e dopodomani. Intanto ve lo pubblico per non lasciarvi senza niente. Comunque Chiaretta sottona ci rappresenta un po' a tutti, ammettiamolo.
❤️🌊

Nessuno è come te||Micciarella Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora