🌺 Capitolo 8 🦋

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SANEM

Come deciso, io e Can trascorreremo il fine settimana sulla sua barca, circumnavigando il Bosforo e risalendo in parte il Corno d’Oro, l’estuario che divide in due la città di Istanbul. Potremo ammirare dal mare le bellezze mozzafiato della nostra terra natìa.

“So già cosa penserai ad ammirare tu!”

«Mi perderò sicuramente con lo sguardo quando saremo di fronte alla Torre di Galata» rispondo, prendendo dai cassetti quelle poche cose che mi serviranno in questi due giorni.

“Certo, come la volta scorsa!”

«Cosa stai insinuando?»

“Nient’altro che la verità.”

«Cosa ci posso fare se i miei occhi vengono attratti da altro?»

“Ma se ce l’hai davanti ogni giorno! Possibile che non ti distrae nemmeno un paesaggio?”

«Non capisco però il tuo problema dove sia. Semmai, dovrò essere io a rimpiangere di non essere stata attenta a ciò che mi circonderà.»

“Come se le altre volte fosse servito!”

«E smettila, comunque! Ho bisogno di distrarmi, non di sentirmi pressata.»

Mentre continuo a prendere il necessario…

“Quello non mi sembra necessario!”

«È un pensiero di Ayhan, devo portarlo con me.»

“Appunto! Già immagino cosa ci sia dentro.”

«Lo scopriremo!» esclamo, sentendo la porta di casa aprirsi.

«Sanem, ci sei?» La voce di Can mi raggiunge.

«Sono in camera.»

«Mhm, ecco la mia fata preferita! Cosa fai?» mi domanda, avvolgendomi con le sue braccia da dietro.

«Preparo la borsa per questo weekend.»

«Non vedo l’ora di salpare!»

«Anch’io! Hai avuto un’idea fantastica.»

«Sono felice che tu sia d’accordo.»

«Perché non avrei dovuto?» gli domando, intrecciando le mani nelle sue.

Il suo viso è ancora nell’incavo del mio collo.

«Ho temuto che ti chiudessi in te stessa, che non volessi svagarti.»

Tento di girarmi per poterlo guardare negli occhi. Le sue mani ora sono sui miei fianchi, mentre le mie accarezzano la sua folta barba.

«Ammetto che in quel momento avrei voluto che il mondo sparisse, tutto intorno a me sembrava non avere un senso. Ma quello che mi faceva più male, oltre al fatto di aver scoperto di non poter avere figli, era la paura di perderti.»

«Questo non accadrà mai, lo sai?» mi domanda, anche se è più un’affermazione, prendendo le mie mani e portandosele alle labbra.

«Lo so. Ma mi sono sentita così inutile come donna, come compagna…»

«Non lo sei e non devi più pensarlo. E non devi nemmeno più pensare all’impossibilità di avere figli.»

«Su questo non voglio sperarci, Can, perché se anche dagli altri esami dovessi davvero risultare sterile, io… io non so come mi sentirei. Per cui questa è l’unica realtà sulla quale non voglio metterci troppe speranze.»

Mi dà un bacio sulla fronte, per poi restare ad una spanna di naso dal mio.

«Va bene, questo lo posso capire e accettare, ma di una cosa, però, voglio che tu non dubiti mai…»

Equinozio 🦋 di Primavera 🌺Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora