🌺 Capitolo 20 🦋

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SANEM

«T-tu?» balbetto.

"Non è possibile!"

Un vivido sorriso sul volto di fronte a me mi fa sentire le gambe di gelatina, mentre i miei occhi sono ancora sgranati, perplessi, sconcertati.

"È finita la pace!"

«Non mi fai entrare?» mi domanda.

Scuoto la testa. «Nonna sta riposando» rispondo.

"Finiscila, però, di avere quest'aria da ebete!"

«Capisco!» esclama.

"Credo che stia aspettando una tua reazione. Non te ne stare così impalata."

«Io credevo...»

«Credevi?» mi domanda curioso.

«Per un attimo ho temuto che...» farfuglio.

«Che fosse lei?» mi chiede, indovinando.

Annuisco.

«Sono qui per questo... e per altro!»

«Sei qui per lei?» mi acciglio.

"È qui per lei?"

«Sì, cioè no» si corregge subito. «Sono qui per proteggerti da quella pazza.»

"Cosa fa, la butta in mare?"

«Quindi non l'hanno trovata?» domando esitante.

«Non lo so. Non ho ricevuto alcuna telefonata dal commissariato.»

«Sanem, chi è?» La voce di nonna mi raggiunge, vicina.

Mi volto verso di lei. «È...»

«Caaan!» quasi urla, incredula.

«Nonna Huma!» esclama lui sorridendole e sporgendosi per salutarla.

«Ma cosa fai lì fuori? Entra dentro!» lo invita.

Mi rigiro verso di lui. Forse solamente adesso sto realizzando che il mio ragazzo è qui, è venuto fin qui per...

"Per te, stupida tonta!"

Le mie labbra si allargano in un sorriso che si riflette su di lui, perché di conseguenza mi sorride di nuovo. E senza alcun preavviso, con uno slancio dei migliori tuffatori, metto un piede sul primo gradino in basso per darmi la spinta ed atterrare fra le sue possenti braccia che, per fortuna, sono reattive e mi afferrano al volo. Incrocio le gambe al suo busto e le braccia intorno al suo collo, nel quale ci affondo il naso respirando il suo meraviglioso profumo. Le sue braccia mi tengono stretta mentre con il corpo si dondola leggermente in un lieve movimento di torsione.

«Quanto mi mancavi, Sanem!» esclama fra i miei capelli.

Sollevo il mio viso e sprofondo nei suoi occhi che, seppure sembrano sorridere, brillano di un'evidente malinconia.

«Anche tu mi sei mancato da morire!» Gli accarezzo una guancia con la mano.

"Io invece mi sono rilassata!"

«Ho avuto paura che volessi lasciarmi» mormora accorato.

«Avevo bisogno di riflettere.»

"Diglielo che era sempre nei tuoi pensieri."

«Spero che tu abbia riflettuto abbastanza perché... questo è il secondo motivo per cui sono qui!» sentenzia.

«Cioè?» gli domando.

Equinozio 🦋 di Primavera 🌺Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora