🌺 Capitolo 15 🦋

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CAN

Raggiungo senza fiato l’imbarcadero dov’è ormeggiata l’Albatros. La scena che mi si presenta davanti mi mozza ancora di più il respiro. Non credo ai miei occhi! La prua è completamente distrutta, bruciata.

«Maledizione!» urlo in preda alla rabbia.

«Calmati, Can!» esclama Emre.

Come posso essere calmo? Come faccio a mantenere la lucidità dinanzi a questo disastro? Se la volta scorsa, quando trovai gli pneumatici forati, sono riuscito a controllarmi – probabilmente anche per la presenza delle ragazze – questa volta non ci riesco. Vedere parte della mia barca “priva di vita” è un colpo al cuore, soprattutto perché già immagino chi possa essere stata l’artefice di questo disastro.

“Certo che te le trovi tutte pazze! Chi in un modo, chi un altro.”

I vigili del fuoco, ancora presenti in loco, sono riusciti a domare le fiamme, evitando che si propagassero per tutta la lunghezza della barca e che, probabilmente, avrebbero innescato anche uno scoppio causando danni persino alle imbarcazioni vicine.

«Can… Emre!» Riconosco la voce di mio cugino che si avvicina a noi. «Mi dispiace. Vi ho avvisati non appena ho capito che l’incendio era sull’Albatros

“E se è stato lui? Anche l’altra volta si trovava nei paraggi.”

«Ti ringraziamo, Levant! Grazie soprattutto per aver avvisato immediatamente i soccorsi» asserisce mio fratello.

«Era mio dovere.»

“Ovvio, non puoi farti sgamare!”

Il mio sguardo passa dalla prua annerita e fumante della mia amata barca agli occhi di Levant. Non riesco a parlare, non riesco a dire niente. Sembra che le fiamme abbiano divorato anche la mia lingua. Così, con un cenno della testa e chiudendo per un attimo gli occhi, lo ringrazio in silenzio.

“Ehi, ma…”

«Sta’ zitto!» borbotto sottovoce.

Avanzo qualche passo per raggiungere la banchina dalla quale si può accedere alla barca, ma un ufficiale di polizia mi blocca. Spiego che sono il proprietario, ma allo stesso modo mi impedisce di avvicinarmi alla mia fedele “compagna di viaggio”.

«Stanno perlustrando a bordo: c’è il rischio che qualcosa possa innescare un nuovo incendio. Non sappiamo da cosa è stato provocato e per evitare…»

«Agente,» lo blocco, «credo fermamente che l’incendio sia stato doloso.»

«Cosa intende? Come fa ad esserne certo?» mi domanda interessato.

«È una storia complicata ma… ho già subìto un altro danno, recentemente, alla mia auto. E…» deglutisco a fatica.

«Mi dica tutto, non tralasci niente.»

«Ho ricevuto una minaccia.»

«Che genere di minaccia?»

Purtroppo non ho con me il foglio con le parole intimidatorie di quella pazza di Aicha. Ma in ogni caso mi chiedo a cosa servirebbe, potrebbero essere parole scritte da chiunque.

Racconto all’agente ciò che accadde dopo quella giornata in spiaggia.

«È sicuro che sia stata la sua ex?» mi domanda.

“Giusta osservazione.”

«Posso giurarci!»

“Io indagherei anche su tuo cugino.”

Equinozio 🦋 di Primavera 🌺Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora