CAN
«Non è possibile, anche qui!» esclamo scocciato.
“Forse sapeva della vostra visita.”
«Can! Sanem! Anche voi qui, che sorpresa!»
“Sì, proprio una sorpresa!”
«Oh, Levant, come stai?» gli chiede Sanem, potrei dire quasi contenta di vederlo.
«Ehi, voi in fondo, silenzio!» ci riprende l’omino che ci fa da guida.
«Oh, sì, ci scusi! Abbiamo incontrato un amico» spiega Sanem.
“Sai al piccolo baffetto quanto gliene importi!”
Infatti resta in silenzio per un attimo a guardarci per poi riprendere le spiegazioni.
«Avanti, amore, andiamo, o ti perdi anche questa parte della visita.»
Tiro Sanem leggermente per un braccio. Lei, però, sembra fare resistenza continuando a dare corda a mio cugino.
«Cosa ci fai qui da solo?» gli domanda.
«Ma cosa gliene importa?» mormoro tra me e me.
“Tu non l’hai nemmeno salutato!”
Sbuffo, sollevando lo sguardo al soffitto.
«In realtà credo di essermi perso in questo labirinto» risponde Levant.
«Ma guarda un po’ la coincidenza!» borbotto.
“Oggi si perdono tutti!”
«Anche tu ti sei perso? Puoi unirti a noi, allora! La visita all’Harem è appena cominciata.»
«Sanem, credo che Levant abbia il suo gruppo che lo attende da qualche parte. Noi, invece, se non raggiungiamo il nostro ci perdiamo tutto» le dico con un certo fastidio nel sapere che mio cugino possa aggregarsi a noi.
«Perché no! Non riuscirei mai a ritrovarli. E poi, credo che fossimo prossimi a raggiungere proprio questo luogo.»
«Ottimo!» esulta Sanem, battendo le mani.
“Ok, sei finito!”
«Bene, adesso affrettiamoci o ci perderemo la visita» esclama Sanem, voltandosi finalmente verso di me e afferrando la mia mano.
“Secondo te davvero tuo cugino era con un gruppo di visitatori o vi ha seguiti?”
Ci manca solo la mia voce che mi mette la pulce nell’orecchio. Ora si fa strada un altro pensiero mentre con lo stomaco che mi si sta contorcendo raggiungiamo il nostro gruppo.
«Dunque, in questa sala avvenivano gli incontri tra il sultano e le concubine» spiega la guida. «Erano donne meravigliose che arrivavano dall’Armenia e dalla Georgia; esse erano apprezzate per la loro particolare bellezza.»
Mentre ogni singolo visitatore osserva con grande stupore l’immensa sala decorata con piastrelle dai colori e motivi vivaci, il mio sguardo corre su Levant che non smette di levare gli occhi di dosso alla MIA fidanzata. E questo sta cominciando a spazientirmi. Per fortuna Sanem sembra non accorgersene, persa anche lei ad ammirare la magnificenza degli ambienti.
«Non è meraviglioso?» esclama incantata.
«Il sultano era un uomo fortunato» interviene Levant.
«A cosa ti riferisci?» gli domando accigliato. Non so perché ma la sua affermazione mi sembra avere un doppio senso.
Sanem ci guarda.
«Vivere qui, con tutto questo lusso, doveva essere invidiabile.»
«Non ci vedo nulla di invidiabile» rispondo secco.
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Equinozio 🦋 di Primavera 🌺
RomanceSEQUEL di "Solstizio d'estate", "Equinozio d'autunno" e "Solstizio d'inverno"