"Come posso non esserlo con te, mia dolce Daisy?!"
"Ricordi come ci scannavamo all'inizio?"
"Già, mi davi il tormento!"
"Ti odiavo quando mi chiamavi gallina senza cervello."
"Anche tu, però, non eri per nulla dolce!"
"E poi cosa è successo?"
"Ti piace sentirtelo dire, eh?"
"Sono vanitosa, cosa ci posso fare?"
"E poi, all'improvviso, credo che ci siamo..."
"Donald, sshhh! Credo che lei si stia svegliando."
Sanem si stiracchia, sbadiglia, per poi raggomitolarsi fra le braccia di suo marito che continua a dormire beato, indifferente alla luce che filtra attraverso le fessure della persiana. Anche lei sembra essere ritornata nel mondo dei sogni.
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"Falso allarme, dorme di nuovo."
"Cosa dicevamo, dunque?"
"Beh, stavi dicendo che, un giorno all'improvviso..."
"Un giorno all'improvviso qualcosa è cambiato. Insomma, ho capito che il tuo essere scontrosa, permalosa, arrogante..."
"Ehi, ma..."
"Fammi finire. Era tutta una maschera per nascondere la tua vulnerabilità, la tua dolcezza, forse il tuo sentirti sola in una mente un po' pazza."
"Hai proprio ragione. Quando sei comparso tu mi è sembrato come se ci fosse un'invasione di campo, ecco perché ero pungente."
"Ci è voluto un po' di tempo ma alla fine ho capito che prendendoti con le buone potevo far sbocciare il bellissimo fiore che sei."
"Devo dire che anche tu sai essere un gentiluo... gentilvoce!"
"Come posso non esserlo se lui lo è?"
"In effetti, anche Sanem è un fiore bellissimo con un'anima pura."
"Dovremmo dire grazie a loro due."
"Già, è merito loro se noi due ci siamo..."
"Aspetta, sshhh, mi sa che la pace è finita! Can si sta svegliando."
