CAN
Mi trovo nella sala d’attesa dello studio ginecologico dove Sanem si sta sottoponendo ad una visita più approfondita. Oltre allo studio del dottor Bursin, vi è anche un reparto specializzato per approfondimenti su tutto l’apparato genitale femminile.
“Smettila di muovere quella gamba. Non servirà ad accelerare i tempi.”
Sbuffo. Ho un’ansia tremenda.
“Ma di certo non ti aiuta.”
Mi alzo per andare a prendere un caffè al distributore.
“Così ti agiterai ancora di più.”
Giro con la stecchetta questo brodo liquido che spacciano per caffè.
“Sfonderai il bicchiere se continui.”
Porto alle labbra questa bevanda che non ha nemmeno lontanamente l’aroma di un vero caffè.
“Fa schifo, vero?”
Annuisco.
“Posso sapere almeno perché non mi rispondi?”
«Vuoi che mi prendano per matto sentendomi parlare da solo?» mormoro a bassa voce.
“La tua Sanem non sembra farsi problemi quando risponde a quella lì!”
Storco le labbra in un mezzo sorriso pensando a quanto, certe volte, sia strana. Effettivamente anch’io, quando la conobbi, pensai che avesse qualche rotella fuori posto, eppure, quel suo modo strano di dialogare da sola non mi turbò, anzi, mi divertiva sentirla inveire contro qualcosa di astratto.
“Stai dicendo che sono astratto?”
«Mhm mhm!» mugugno, prendendo dal distributore anche una bottiglietta d’acqua.
Il caffè faceva davvero schifo.
Avverto il rumore di una porta che si apre ed immediatamente mi sporgo sperando di vedere uscire Sanem da uno degli studi. Invece è Leyla che aveva una visita di controllo.
Anche se hanno fatto in modo da far coincidere le visite nella stessa giornata, non me la son sentita di lasciarle venire da sole, soprattutto per Sanem che dovrà sottoporsi ad una visita più invasiva. Sarei voluto entrare con lei quando la dottoressa l’ha fatta accomodare nel suo studio, ma mi ha spiegato gentilmente che, per prassi, gli accompagnatori non posso assistere. Nemmeno a sua sorella, infatti, ha consentito di entrare. Non capisco perché!
“E menomale che è una donna!”
«Non ti ci mettere anche tu!» bofonchio infastidito.
Leyla si avvicina a me. «Sanem è ancora dentro?»
Annuisco, buttando lo sguardo al corridoio. Ma nessun’altra porta si apre.
«Il dottor Bursin mi ha spiegato che la visita a Sanem è un po’ più lunga di quella ginecologica. Ma devi star tranquillo, la dottoressa Erçel è in gamba quanto lui» mi rassicura Leyla.
«La conosci?»
«No, ma… mi fido di loro. Ho una collega che si è rivolta a loro in passato; aveva lo stesso problema di Sanem e…»
«E?»
«Dopo svariate visite e cure adeguate… adesso si ritrova con cinque marmocchi da sfamare.»
Sorrido speranzoso.
“Cinque, però, mi sembrano un po’ tanti!”
Metterei la firma per farmi incasinare la vita da una squadra di piccoli Divit.
STAI LEGGENDO
Equinozio 🦋 di Primavera 🌺
RomanceSEQUEL di "Solstizio d'estate", "Equinozio d'autunno" e "Solstizio d'inverno"