🌺 Capitolo 13 🦋

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CAN

Abbiamo fittato uno scooter per poter percorrere agevolmente l’intera isola, costeggiarla come e quanto ci pare e piace. Inoltre, abbiamo la possibilità di raggiungere anfratti di costa che sarebbero percorribili solamente a piedi se ci si arrivasse con un’auto o un bus. Non che ci spaventi camminare, ma su due ruote abbrevieremo i tempi così da poter scoprire quanti più posti possibili.

La nostra prima tappa, per poterci rilassare e godere di una giornata intensa di mare, è stata la spiaggia di Myrtos, una tra le più belle e popolari di tutte le spiagge greche, che si apre in una distesa di sabbia bianca e ciottoli a ridosso di una foresta di pino verde. Per fortuna non è ancora periodo di gran turismo; durante i mesi estivi bisogna essere fortunati a trovare un lembo di sabbia libera. Ieri, invece, per fortuna, vi erano poche famiglie a godere di quella magnificenza. Abbiamo trascorso lì quasi l’intera giornata finché non abbiamo scovato anche una grotta ad una delle estremità che si affaccia in quel mare variopinto di blu.

“Ve la potevate risparmiare!”

«E perderci quello spettacolo?»

“Lo spettacolo l’avete fatto voi, come al solito!”

«Come facevamo a non approfittare di quell’immensa solitudine in un paradiso del genere? Una bellezza selvaggia!» esclamo ancora estasiato.

“Di selvaggio c’eravate solo voi!”

Sogghigno. Effettivamente non abbiamo saputo trattenerci.

“Ogni anfratto è buono per…”

«Can, andiamo?» mi richiama Sanem.

Indossa un vestitino semplice con delle spalline intonato a delle sneakers verde chiaro. I capelli sono raccolti in una coda alta e il suo viso è libero da qualsiasi traccia di trucco, proprio come piace a me, semplice, pura e perfetta. Sorrido.

Recupero lo zaino nel quale abbiamo infilato due teli e qualcosa da sgranocchiare se mai ci venisse fame.

“A lei di sicuro!”

«Can, hai preso i biscotti?» mi domanda per l’appunto.

«Spero che lì sotto tu abbia un pantaloncino!» esclamo, indicandole la parte inferiore dell’abito.

«Cosa ci devo fare col pantaloncino?» mi chiede accigliata.

«Non vorrai salire sullo scooter mettendo in mostra… Insomma, hai capito! Il vestito potrebbe sollevarsi» rispondo dubbioso.

«Ma ho il costume» mi riprende.

«Sembrerebbe comunque uno slip.»

«Ma tu mi copri. A meno che tu non voglia far guidare me.»

«Proprio oggi non se ne parla» sbotto deciso.

“Ci mancherebbe solamente che mettesse la sua passerotta al vento!”

Ecco, appunto!

«Hai paura che voli via?» mi domanda sogghignando.

Già… la connessione… ricordo, roteando gli occhi.

«Starai attaccata a me come una cozza allo scoglio. Sono stato chiaro?»

«Tranquillo, ti abbraccerò forte forte, mio bellissimo Poseidone geloso» risponde, lasciandomi un bacio fugace.

«Sarà meglio per te!» l’avverto guardandola di sottecchi mentre lei se la ride.

Ci mettiamo in sella dopo esserci infilati i caschi e le prendo le braccia per allacciarle intorno alla mia vita.

Equinozio 🦋 di Primavera 🌺Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora