Capitolo 34

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Io e i due Peter degli altri due universi siamo appena arrivati sulla statua della Libertà in ristrutturazione grazie ad uno dei portali di Ned.
Abbiamo tutti le nostre tute.
C'è una bellissima visuale di tutta Manhattan da qui.
Le luci dei grandi palazzi si riflettono nell'acqua scura della notte andando a creare un quadro di una Manhattan notturna ondulata per via delle piccole onde.
Ci togliamo le maschere e le poggiamo su un tubo di metallo.
-Chissà come andrà a finire stasera - dice il più anziano.
-Bene. Insomma, siamo noi, no? - dice l'altro.
Strizzo gli occhi e la bocca a quelle parole.
-Cerchiamo di essere positivi...
Forse sto cominciando ad avere un po' di ansia.
-Vado a fare un giro di questa struttura - avviso i due che stavano chiacchierando.
-Va bene.
Lancio una ragnatela ad un tubo di metallo sopra di me e comincio a salire fino ad arrivare sulla testa della statua.
Mi sento piccolissima qui sopra.
E' come quando pensi a fondo e realizzi di essere una formica in confronto al mondo intero o all'intera galassia.
Il cielo è ancora coperto dai nuvoloni di pioggia di qualche ora fa.
Mi siedo a gambe incrociate e mi rilasso guardando una piccolissima parte di New York che non è la mia.
Però l'atmosfera è sempre la stessa.
Potrei rimanere per tutta la vita così.
Ad un tratto sento una voce sottile nel mio orecchio.
Mi giro di scatto.
Non c'è nessuno.
Sposto i miei occhi sull'acqua profonda sotto di me.
Da un senso di inquietudine ma allo stesso tempo di tranquillità.
Sento di nuovo quella voce.
E' come se qualcuno mi stesse sussurrando con un filo di voce delle parole nell'orecchio, ma non c'è nessuno.
Ad un tratto sento qualcosa avvolgere aggressivamente la mia caviglia destra.
Subito vedo una grossa palla nera gelatinosa deformarsi e avvolgere il mio corpo sempre più velocemente.
Ho la gamba bloccata.
Quella cosa avanza sempre più velocemente.
Provo a liberarmi con le mani ma subito vengono bloccate da quella cosa.
Sento il corpo gelarsi sempre di più man mano che venivo ricoperta.
Sento dei fili freddi poggiarsi sulla faccia, fino a ricoprirla tutta.
Vedo tutto nero per qualche secondo, poi ritorno come prima.
Mi sento diversa, ma non so perchè.
E' come quel giorno di qualche anno fa, quando ho avuto i poteri da ragno.
Forse è meglio tornare dagli altri.
-Ehii, dov'eri finita? - mi domanda lo Spiderman più piccolo.
-Sulla testa della statua.
-Tieni. Così sarà più semplice comunicare durante la battaglia -  il più piccolo mi porge un piccolo auricolare nero.
Lo prendo e lo indosso.
-Ohh figo! - dice il secondo dei tre - dov'eri rimasto tu?
-Oh si, ho combattutto un alieno nero fatto di gelatina nera, una volta - racconta il più grande.
-Oh! Anche io ho combattuto un alieno, nella terra e nello spazio. Era viola - dice il più giovane.
Cerco nella mia memoria un alieno... Andrew!
-Anche io ho combattuto un alieno - dico io.
-Anche io voglio combattere un alieno! - dice il secondo.
-Io sono stupito. Hai combattuto un alieno nello spazio! - dice il terzo al più piccolo.
-Io non posso competere. Ho combattuto un russo dentro una macchina rinoceronte - sbuffa il secondo.
-Davvero?- rimango sorpresa.
-Aspetta, perchè stai dicendo che non puoi competere? Secondo me non è vero - gli dice il terzo.
-Ah grazie, beh no, si, lo apprezzo. Non sto dicendo che faccio schifo... - comincia a balbettare il secondo.
-E' solo la tua voce interiore - lo interrompe subito.
-No, lo so...
-Perchè tu sei... tu sei incredibile. Devi soltanto convincertene.
-Si, si, lo so.
-Tu sei incredibile.
-Grazie, grazie.
-Te lo dirai?
-Mi è bastato sentirmelo dire.
Ad un tratto sento la pelle d'oca.
Ho una brutta sensazione.
-Va bene ragazzi, concentrati - li interrompe il più piccolo - lo sentite?
-Si - dico subito.
Gli altri due fanno eco della mia risposta.
Il cielo nuvoloso si illumina di giallo.
Subito dopo dei tuoni si fanno sentire.
-Come va Peter? - la voce di Electro suona nell'aria minacciosa.
Con un fulmine appare davanti a noi, sospeso in aria.
Ha il reattore Arc simile a quello che avevo preparato qualche ora prima.
-Ti piace il nuovo me? Senti, tu dammela e io la distruggerò - dice riferendosi alla reliquia antica - Ma ti lascerò vivere. Non costringermi ad ucciderti - lo minaccia mentre si avvicina lentamente al Peter di questo universo.
Forse non sa che ci sono altri due Spiderman e una ragazza come loro.
-Ok ragazzi, arrivano! - ci avvisa il più piccolo mentre si abbassa la maschera e comincia a volare via.
Ci mettiamo tutti e tre le maschere e cominciamo a volare per tutta la struttura.
-Ehi Max! Ti sono mancato?
Il secondo Spiderman si butta sull'uomo elettrico con l'intento di riuscire a mettergli il nuovo reattore Arc ma subito torna indietro dopo aver visto un fulmine scagliarsi contro.
Subito vedo Lizard uscire dall'acqua e dirigersi velocemente verso di me.
Comincio a salire velocemente la torre di acciaio gialla con l'intento di prendere la sua cura.
Lancio una ragnatela ma subito viene spezzata da uno dei tre Peter, ma non riesco a capire chi di preciso.
-Scusa! - mi urla il più anziano mentre cade nel vuoto.
-Nessuno tornerà a casa, Sandman! - sento l'uomo elettrico urlare.
All'improvviso  una zampa ruvida afferra la gamba sinistra con forza.
Muovo velocemente la gamba per liberarmi.
Lancio una ragnatela sulla faccia della lucertola e finalmente molla la presa.
Ad un tratto una nube di sabbia avvolge tutta l'impalcatura.
Non vedo più nulla, solo granelli di sabbia.
Socchiudo gli occhi, lancio un'altra ragnatela e mi sbrigo ad abbandonare quella torre che stava cadendo.
-Mi serve la cura di Sandman! - urla uno dei tre Spiderman.
Ritorno subito al punto dove eravamo prima di iniziare questo scontro.
Li trovo tutti lì.
-Cosa stavi facendo? - urla il secondo al terzo Peter - -Ti stavo chiamando, Peter-due, Peter-due...
-Pensavo che fossi tu Peter-due - gli risponde l'altro.
-Cosa?
-Non eri tu Peter-due? - domando io al secondo.
-Ragazzi ora basta! - ci ferma il più piccolo.
Ci zittiamo tutti.
-Ascoltate Peter-uno! Non sappiamo lavorare come una squadra.
-Facciamo schifo - preciso io.
-Io non ho mai lavorato in una squadra - dice il secondo.
-Neanche io - fa eco il terzo.
-Bene, io si! Sono stato in una squadra, ok? Non voglio vantarmi, ma lo farò... ero negli Avengers! - dice il più piccolo.
-Eh?!
Chi sono gli Avengers?
-Gli Avengers?! - domanda il terzo.
-Si.
-Grandioso!
-Chi sarebbero?
Il Peter di questo universo lo guarda confuso.
-Aspetta! Non conoscete gli Avengers?
-Nei nostri universi forse non esistono? - domando ovvia.
-E' una band? Sei una band? - chiede il secondo curioso.
-No, non è una band. No, ehm... gli Avengers sono...
Subito una saetta gialla compare davanti a noi.
-Non è di aiuto! - urla più anziano leggermente nervoso.
-Ok, non è importante. Tutto quello che dobbiamo fare è concentrarci, fidarci del nostro prurito e coordinare i nostri attacchi, okay?
-Si, okay. Scegliamo un bersaglio - dice il più anziano.
-Esatto!
-Li togliamo dalla lista uno ad uno - dice il secondo.
-Ora si che ci siamo!
-Peter-uno - indico il più piccolo.
-Peter-due - indico il più anziano.
Indico il terzo e subito si nomina - Peter-tre.
-Okay, pronti?
Riprendiamo le maschere per indossarle ma subito il terzo Peter ci ferma.
-Vi voglio bene ragazzi!
Lo guardo un po' stranita e poi ci guardiamo tutti un po' imbarazzati.
Gli sorrido timidamente.
-Grazie! - gli rispondono gli altri due.
-Avanti, al lavoro!
Ci rimettiamo le maschere e raggiungiamo la testa della statua della libertà.
Nel frattempo la luna piena e limpida, si era fatta un po' di spazio tra quei nuvoloni di fulmini e lampi gialli.
Abbiamo di fronte Sandman, Electro e Lizard, pronti ad ucciderci.
Ad un tratto sento come un bruciore in tutto il corpo.
Non riesco a muovermi.
Alzo lo sguardo e vedo gli altri tre che avevano appena cominciato a combattere.
Subito vedo della sostanza nera avvolgermi le caviglie, poi le gambe, poi il bacino, poi il busto, poi le spalle e infine la testa.
Nessuno sembra essersi accorto di quello che mi sta succedendo.
Sento il corpo gelarsi sempre di più.
Però non è una sensazione brutta, anzi, è abbastanza piacevole.
Sposto gli occhi sulla pelle coperta da quella gelatina nera con dei fili bianchi. Sembrano formare delle ragnatele.
-Ophelia ci sei? - sento la voce del più piccolo dall'auricolare nell'orecchio destro.
-Si.
-La cura di Sandman! - urla Peter-due.
-La prendo io! - rispondo mentre comincio a salire velocemente l'impalcatura per prendere la cura del primo da "eliminare".
La afferro e la lancio al più grande dei tre che stava per essere sommerso del tutto nella sabbia di Sandman.
Subito clicca il piccolo tasto sul dispositivo.
Dalla corona della statua esce un enorme luce dorata.
All'improvviso la sabbia che aveva sommerso il più grande si stava abbassando velocemente.
Mi avvicino leggermente all'enorme corona di acciaio e rame per controllare se il più grande dei tre stesse bene.
Dalla sagoma di un uomo di sabbia, stava uscendo un uomo di carnagione scura con indosso una maglietta a maniche corte a righe verdi e nere e un pntalone nero.
Sembra impaurito vedendo la sabbia scomparire dal suo corpo.
-E' tutto ok , Flint. Tornerai a casa... tu resta qui - lo rassicura il Peter del suo universo.
-Come stai? - domando velocemente.
Annuisce con il fiatone.
Subito sposta lo sguardo sulla mia tuta.
I suoi occhi si aprono di scatto.
-La tua tut...
-Ragazzi venite in cima! - ci comunica Peter-tre.
Senza dire altro raggiungiamo gli altri due.
I lampi nelle nuvole erano sempre più intensi.
Con una scarica elettrica compare davanti a noi Electro.
-Non l'ho mai visto così potente - si preoccupa Peter-tre.
Gli occhi dell'uomo elettrico ci inquadrano.
-Come lo fermiamo? - domanda il più grande.
-E' il reattore Arc, forse - rispondo io.
-Non me lo porterete via - dice con voce minacciosa l'uomo di colore.
Peter tre prova a staccarglielo con una ragnatela, ma con scarsi risultati.
-Non funzionerà!
Ad un tratto due dei suoi fulmini si scagliano contro di noi.
Ci dividiamo tutti e quattro.
-Ok,  dobbiamo farlo da vicino. Peter-due a destra, Peter-tre a sinistra. Ophelia con me - ci ordina Peter-uno.
Cominciamo a lanciare a ragnatele incrociate con l'intento di bloccarlo.
Subito si libera dai fili con dei fulmini che si scagliano su di noi.
Peter-tre si butta su di lui ma subito viene fermato da altri fulmini che lo tengono sospeso in aria.
Il reattore Arc, preparato qualche ora prima, gli cade dalla mano e comincia a scivolare verso il vuoto.
Subito lancio una ragnatela per prenderlo, attaccare l'uomo elettrico e curarlo.
Ad un tratto sento come una mano fredda di metallo avvolgermi il collo violentemente.
Il reattore Arc cade dalla mia mano e viene preso da uno dei quattro bracci del dottor Octavius.
-Lasciali. Sono miei! - dice all'uomo elettrico con uno sguardo sinistro.
-Non ho bisogno del tuo aiuto. Ci penso io!
Sento il respiro mancare per qualche secondo per via della stretta sul collo.
-Dottor Octavius... no! - parla Peter-due con un po' di fatica.
Ad un tratto uno dei tentacoli meccanici stacca il reattore Arc dal petto di Electro e lo cambia con quello nuovo.
Subito i bracci mollano la presa su di noi.
Tutta l'elettricità intorno ad Electro scompare.
-Ecco fatto! - esclama soddisfatto il Dottor Octavius.
-E un altro è fuori dalla lista - sorrido agli altri due.
Alzo lo sguardo e vedo uno dei portali di Ned chiudersi.
Guardo Peter-tre e indico con lo sguardo quel punto.
-Lizard è fuori - ci comunica Peter-uno dall'auricolare.
Mi tolgo un attimo la maschera e faccio dei respiri profondi.
Non combattevo così da tanto.
-Stai bene? - mi domanda il più grande.
-Si. E' che non combattevo così da cinque anni.
-Non è semplice, lo so - ride lui.
-Già.
Mi giro e vedo Peter-tre parlare con Electro. Forse proviene dal suo stesso universo.
-Lui proviene dal mio universo - mi spiega il più anziano indicando il Dottor Octavius che stava osservando il vecchio reattore Arc.
-Dal mio nessuno, forse - dico con un filo di tristezza. Non so perché, ma avrei voluto che ci fosse stato qualcuno che ho combattuto in passato.
-Vado - mi dice mentre si avvicina all'uomo del suo stesso universo.
Guardando i due Spiderman parlare tranquillamente con i loro vecchi nemici, sento una sensazione di malinconia mista al vuoto.
Ricordo per qualche secondo tutti i miei scontri.
Goblin, Dok ock, Lizard, Electro, Andrew, Elisabeth, Harry...
All'improvviso accanto al Dottor Octavius si apre un portale.
Esce un uomo con i capelli neri in ordine, tranne per il piccolo ciuffo lasciato libero, una tunica blu e sopra un mantello rosso. Ha anche quella reliquia magica.
Forse è quel mago di cui ci avevano parlato prima Mj e Ned.
Subito arriva lo SpiderMan più giovane.
-Strange, aspetta! Ci siamo quasi!
-Smettila! Sono stato appeso sopra il Grand Canyon per dodici ore! - gli urla contro l'uomo magico.
Raggiungiamo tutti e tre il più piccolo.
-Lo so, lo so, lo so...
Lo sguardo infuriato del mago Strange si sposta su ognuno di noi.
Sbatte più volte le palpebre per capire se quello che sta vedendo è reale oppure no.
-E' stato sul Grand Canyon? - domanda il più grande.
-Non avrebbe potuto aiutarlo? - gli dice Peter-tre.
Il mago scuote la testa.
Penso che non stia capendo niente.
-No, no, no è ok! - li rassicura il più piccolo- uhm... questi sono i miei nuovi amici. Peter Parker. Peter Parker. Spiderman. Spiderman. E Ophelia Gray. Spidergirl - ci presenta.
-No, no... - continua a scuotere la testa in segno di disapprovazione l'uomo.
-Lui è il famoso mago? - chiedo al più piccolo.
-Sì. Dottor Strange.
-Senti, sono sorpreso da come tu sia riuscito a dargli una seconda possibilità, ma devono andare via. Questa è la fine. Ora - gli dice severo Dottor Strange.
-Spiderman può venire a giocare?
Ad un tratto sento una voce rauca molto famigliare.
Mi giro e vedo il Green Goblin venire verso di noi con alcune delle sue bombe-zucca.
Avviene tutto in un secondo.
Io e gli altri tre Spiderman cerchiamo di schivare quelle bombe mentre esplodono contro di noi.
Il Goblin prende la reliquia dalle mani di strange.
Il Dottor Octavius prova a fermarlo con uno dei suoi tentacoli, ma viene tagliato in due dall'aliante.
Nel frattempo Strange crea una corda magica arancione e recupera la scatola magica.
Il Goblin vola via.
-Strange! - urla il più piccolo.
All'improvviso la scatola esplode contro di noi.
Da essa econo dei grandi anelli arancioni con sopra degli strani segni.
Lo scudo con sopra una stella si stacca dalle tavole di acciaio e comincia a cadere nel vuoto andando a distruggere tutta l'impalcatura.
Ad un tratto si sente un urlo femminile.
Mi giro e vedo Ned attaccato con una mano ad un tubo di acciaio e Mj cadere nel vuoto.
Peter-uno si tuffa nel vuoto per salvarla.
All'improvviso il Goblin lo colpisce in pieno stomaco e spariscono insieme sull'aliante.
Peter-tre si butta senza pensarci due volte e riesce a salvarla a filo.
Per un momento ho smesso di respirare.
-Stanno bene! - urlo al più anziano che era insieme al Dottor Octavius e a Max Dillon.
Alzo gli occhi e vedo Strange sulla corona della statua della libertà che cerca di controllare quegli anelli magici.
-Ophelia, andiamo! - mi urla Peter-due.
Li raggiungo e aiutiamo i due uomini a raggiungere la terra della piccola isola.
Nel cielo compare una grande luce bianca che va a creare delle spaccature viola.
Un momento...
-Peter, queste sono le spaccature che ho visto e ho attraversato quando sono arrivata in questo universo!
-Anche io - mi dice il più anziano.
-Però penso che ora non sia nulla di buono - dico preoccupata.
Le crepe diventano sempre più grandi e profonde, nonostante i vari tentativi di Strange per chiuderle.
Ad un tratto vediamo l'aliante esplodere poco più lontano da noi con sopra il Green Goblin e il Peter di questo universo.
Poco dopo ci raggiunge il secondo Spiderman.
Vedo tutta la rabbia negli occhi del Peter più piccolo mentre si prepara a combattere contro il Green Goblin.
-Povero Peter! Troppo debole per mandarmi a casa e uccidermi - gli dice ironico.
-No. Volevo solo ucciderti con le mie mani - gli risponde a denti stretti Peter.
-Bravissimo! - gli sorride sinistro il Dottor Osborn.
Non è cambiato per niente da quando l'ho ucciso anni fa.
Peter corre verso di lui e comincia ad attaccarlo. Il Goblin fa lo stesso.
Cominciano a colpirsi pensando solo ad uccidere l'altro.
Ad un tratto il Goblin esce dalle braccia delle lame affilate.
Peter non mostra neanche un briciolo di paura.
Per un momento sembrava avere la meglio il Goblin, ma Peter riesce a fermarlo e a metterlo a ko.
Io e gli altri due ci guardiamo preoccupati.
Sembra fuori di sé.
Peter vuole ucciderlo, non curarlo come gli altri.
-Vado io! - dice subito il più grande.
Peter trascina l'aliante, lo prende e mette le lame in direzione del Goblin.
Subito viene fermato dal più grande che si mette in mezzo.
Prende le mani di Peter e prova a fargli lasciare l'aliante.
All'improvviso il Goblin si muove leggermente e si prepara a infilare le lame nel petto del più grande.
Corro verso di loro e lancio una ragnatela al braccio del Goblin, bloccandolo lungo il suo corpo.
Quando mi vede, i suoi occhi si illuminano, forse perchè pensava di avere una seconda possibiltà per uccidermi.
Entrambi mi guardano confusi, poi spostano lo sguardo sul Dottor Osborn.
Il più piccolo abbassa l'aliante, prende la cura del Goblin, lanciata da Peter-tre e la inietta nel collo dell'uomo.
Il più grande si alza e si posiziona accanto al più piccolo.
-Peter? - lo chiama l'uomo confuso.
-Dottor Osborn - lo chiamo.
-Ophelia...
Stacca gli occhi da noi e fissa un punto di fronte a sé.
Forse ricorda qualcosa.
-Cosa ho fatto? - chiede sentendosi in colpa.
Il Green Goblin non esiste più, forse.
-E' tutto finito - dico per rassicurare tutti.
Il Dottor Osborn mi guarda senza dire nulla.
Il più piccolo cerca subito Mj e Ned.
Appena li vede corre da loro.
-E' tutto finito - ripete il secondo Spiderman.
Ad un tratto sento il corpo gelarsi e le pupille allargarsi.
-Ophelia? - mi chiama il più grande preoccupato.
Sembrava che già sapesse cosa mi stava succedendo.
All'improvviso tiro un pugno in pieno viso contro il secondo dei tre.
Dal naso gli esce un po' di sangue.
Il terzo Spiderman prova a bloccarmi con una ragnatela ma subito lo prendo per il collo con una mano, lo alzo da terra e lo scaravento contro degli ammassi di tavole di legno.
Nel frattempo il secondo mi blocca le gambe con un paio di ragnatele.
Perdo l'equilibrio e cado a terra.
-Ophelia, cosa ti è successo? - mi domanda preoccupato.
-E' la tuta. Non è in lei - gli urla l'altro mentre cerca di rialzarsi.
Mi liberò velocemente da quei fili, afferro la gamba destra del ragazzo e lo faccio cadere a terra.
Lo blocco con delle ragnatele nere e tiro una ginocchiata al centro della schiena.
Peter comincia a gemere per il dolore.
Ad un tratto dei tubi di acciaio si scontrano.
Sento la testa pesante.
Mi giro verso quel rumore e vedo Peter-due con dei tubi in mano.
Appena mi alzo, li fa scontrare di nuovo.
Sento tutto il corpo bruciare.
Peter, prendi altri tubi! - urla al più piccolo.
Provo nuovamente ad alzarmi, ma nulla.
Il rumore diventa ancora più forte.
Sento dei conati di vomito salire.
Continua! Deve staccarsi del tutto!
Quel suono non cessa neanche per un secondo.
Comincio a tornare in me.
Vedo tutto sfocato.
Intorno a me ci sono Peter-uno e Peter-due che non smettono di far scontrare i tubi di acciaio.
Mi giro e vedo un ammasso di gelatina nera staccarsi da me.
-Ophelia, prova a staccarti!
Provo con tutte le mie forze ad uscire, ma dei fili neri mi tenevano ancora legata a quella cosa.
Il rumore raddoppia.
Peter-tre si è unito a loro.
-Forza Ophelia!
Provo a muovermi nella direzione opposta con tutte le mie forze e finalmente riesco a staccarmi definitivamente da quella cosa.
Penso di non avere più forze.
Mentre i due Spiderman più giovani continuano a fare rumore, il più grande corre verso l'aliante, prendo una zucca-bomba, la attiva e la lancia contro quell'ammasso di gelatina nera.
Il più piccolo mi prende da sotto un braccio e mi aiuta ad allontanarmi.
In un meno di due secondi la bomba esplode e dove prima c'era quella sostanza nera, ora non c'è più nulla.
Respiriamo tutti con il fiatone.
-Ora è definitivamente finita - dice Peter-tre.
-Non per me - dice subito il più piccolo.
Si allontana da noi e raggiunge Strange sulla cima della statua.
Le spaccature erano aumentate.
-Stai bene? - mi domanda preoccupato il più grande.
-Sono stata meglio - accenno un leggero sorriso.
-Cos'era? - chiede il secondo.
-Un alieno proveniente dallo spazio. Ho già avuto esperienza in passato - spiega Peter-due.
-Scusami per...
-Tranquilla. Avevo capito che non eri in te - mi sorride il secondo Spiderman.
Cala il silenzio tra di noi.
-Ora che si fa? - chiedo con un po' di paura.
Ad un tratto il Peter più piccolo ci raggiunge con gli occhi lucidi.
Nulla di buono.
-Ehi, ehm... credo che ci siamo. Ora Strange lancerà un incantesimo che farà dimenticare a tutti quelli di questo universo chi sono. Quindi... state per tornare a casa.
-Okay, va bene - gli sorridiamo tutti.
Sento gli occhi bruciare.
Alzo gli occhi per non far uscire le lacrime.
-Uhm... grazie! Voglio solo... voglio solo... voglio dirvi che... non so proprio come dirlo. Io...
-Peter...
-Voglio solo dirvi che...
-Peter - lo interrompe il secondo.
-Va tutto bene. E' la nostra etica - gli dice il più grande.
Il più piccolo fa un sorriso a trentadue denti.
Mi guarda e gli sorrido mentre le lacrime si fanno strada sulle guance.
-Si. E' la nostra etica. Uhm... bene, vado a trovare Mj e Ned.
Si allontana timidamente da noi ma subito ci abbraccia tutti calorosamente.
-Grazie. Grazie. Grazie!
Ci stringiamo tutti.
Mi mancheranno.
Anche se li ho conosciuti solo qualche ora fa, sono diventati importanti per me.
Non mi sembra reale tutto quello che è successo nelle ultime ore.
Non avrei mai immaginato una cosa del genere.
Ci stacchiamo dall'abbraccio e ci guardiamo con gli occhi pieni di lacrime.
-Mi mancherete - dico mentre mi lascio sfuggire un singhiozzo e alzo gli occhi al cielo.
-Forse un giorno ci rivedremo, chi lo sa? - dice il secondo.
-Già, chi lo sa? - dice il terzo.
-Grazie!
Il più piccolo ci abbandona e corre a salutare il suo migliore amico e la sua ragazza.
Posso immaginare il suo dolore.
Perdere tutto e tutti è un po' come morire.
Ma è la nostra etica fare la cosa giusta per tutti.
-Soffre parecchio, eh! - dice Peter-tre.
-Già!
-Ragazzi, è stato bellissimo conoscervi e combattere con voi - dico cercando di non singhiozzare ma, ovviamente, con scarsi risultati.
-E' stato bello anche noi conoscere una nostra variante al femminile - mi sorridono entrambi.
-Spero davvero che un giorno ci incontreremo di nuovo - dice il secondo.
Alziamo lo sguardo verso Strange.
Ci guarda e ci un leggero cenno con la testa.
-Ciao ragazzi, ci rivedremo presto - ci sorride il più anziano.
Mi guardo intorno e poi saluto per l'ultima volta i due Peter.
Ad un tratto mi sento leggera e come stessi sospesa nel vuoto.
Rivedo di nuovo quello spazio viola e blu e quelle spaccature bianche.
Chiudo gli occhi per la forte luce.
Subito sento qualcosa di duro sotto di me, come del cemento.
Apro gli occhi.
Sono sull'Empire State.
Il sole sta ancora calando.
Sento subito l'aria famigliare della mia New York.
Sono finalmente a casa.

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