Capitolo 10

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Il giorno successivo, dopo essermi svegliata tra le braccia di Peter, sono andata a scuola e dopo di che sono andata un pò in giro con le vesti di Spidergirl.
Da quando mi sono svegliata ho un brutto presentimento.
Si è fatta quasi sera e quindi decido di andare a trovare i miei zii in ospedale.
Entro nella quinta stanza del terzo piano e noto che c'è solo il lettino di mia zia.
Quello di mio zio è scomparso.
Iniziano ad apparirmi diversi scenari che mi portano tutti ad una conclusione.
La zia stava fissando il lato opposto della stanza dove, fino a ieri, c'era lo zio.
-Zia - dico quasi in un sussurro.
Si gira verso di me e noto che ha gli occhi lucidi.
E' successo quello che ho sempre temuto.
-Lo zio? - chiedo tremando.
La zia comincia a piangere.
Mi avvicino al lettino e la abbraccio.
Ora anche un'altra parte di me è andata via.
Rimaniamo così per minuti che sembrano ore.
Ci stacchiamo e ci guardiamo.
Mi poggia una mano sul viso umido per via delle lacrime.
-Tesoro mio, dobbiamo essere forti. Lo zio non ci vuole così - cerca di fare un sorriso ma con scarsi risultati.
Annuisco lentamente, non so se per convincere più lei o me stessa.
-Come stai tu? - le chiedo cercando di cambiare discorso e non pensare a quello che è successo.
-Sto molto meglio. Presto mi dimetteranno. -Finalmente possiamo cucinare di nuovo insieme - mi sorride.
-Non vedo l'ora! - gli sorrido.
Subito mi viene in mente di chiamare Peter.
Oggi è stato tutto il giorno solo visto che i suoi zii sono fuori città.
-Zia devo fare un attimo una chiamata. Torno subito.
Esco dalla stanza e mi avvicino al telefono dell'ospedale, visto che il mio è scarico.
Inserisco cinquanta centesimi e digito il numero di Peter.
Dopo vari secondi di squillo, finalmente risponde.
-Ehi Peter tutto a posto?
Ad un tratto la chiamata viene interrotta e sento una voce che riconosco subito.
-Spidergirl può venire fuori a giocare? - dice cantilenando.
-Dov'è lui?
La chiamata viene chiusa.
Peter è in pericolo e devo salvarlo subito.
Entro nella stanza velocemente e saluto zia Adelaide.
Salgo sul tetto dell'ospedale, esco la tuta e comincio a volare tra i cieli di New York per trovare il posto dove Goblin tiene Peter.
Ad un tratto nei dintorni del ponte di Manhattan si sente un'esplosione. Mi giro verso quella direzione e subito vedo un muro di fumo sempre più intenso.
Raggiungo velocemente quella zona e subito vedo Peter sul punto più alto del ponte da dove partono diversi fili.
-Ophelia!
-Peter!
-Attenta!
Due mani mi prendono la vita e mi portano lontano da Peter.
Sono sull'aliante con il Green Goblin.
-Spidergirl! Ci rivediamo, come ti avevo promesso!
-Lascia stare il ragazzo!
Ad un tratto lancio una ragnatela sulla faccia del Goblin e subito ritorno da Peter.
Peter dobbiamo andare subito!
Avvolge le braccia intorno al mio collo e io lo prendo dalla vita.
Lo porto sulla strada del ponte, accanto alle macchine bloccate nel traffico.
-Ophelia!- mi richiama mentre mi dirigo verso il Goblin.
-Sta attenta.
Mi avvicino a lui e alzo la maschera fino al naso per baciarlo.
-Andrà tutto bene - lo rassicuro.
Mi abbasso la maschera e salgo sul punto di prima.
Il Goblin è scomparso.
Subito sento una presenza dietro di me.
Mi giro e vedo il Goblin con una delle sue bombe in mano attiva.
La lancia verso di me.
Salto su uno dei grossi fili del ponte e la schivo.
La bomba esplode contro un altro filo che mantiene parte dell'elettricità del ponte.
Faccio un respiro di sollievo.
Mi guardo intorno per cercare quella figura.
Ad un tratto vengo presa da dietro e mi ritrovo di nuovo sull'aliante.
Comincia un duello tra me e il Green Goblin.
Ad un tratto ci ritroviamo in un edificio abbandonato.
Mentre lui cerca di spingermi dall'aliante per farmi fuori, ci schiantiamo contro un muro grigio che cade a terra.
Sento le ossa rotte e il dolore ovunque.
Il sangue ricopre gran parte della tuta.
Questo forse è lo scontro finale, l'ultimo.
Mi rialzo di scatto, cercando di non far notare il dolore al mio avversario, e mi preparo ad attaccare.
Il Goblin avanza verso di me velocemente.
Creo una ragnatela di fronte a lui cercando di proteggermi, ma la rompe subito.
Mi tira in pugno in pieno petto e sbatto contro un pezzo di muro.
Sento le forze cedere sempre di più, ma non posso arrendermi ora.
Neanche il tempo di aprire gli occhi che mi tira un calcio vicino al viso. Non devo mollare.
Devo riprendermi subito.
Mi tira un altro calcio in pieno petto e vado a sbattere contro un'altra parete.
Sono quasi del tutto ricoperta dal sangue.
Alzo leggermente la mano per tirare una ragnatela ma vengo bloccata dal piede del Goblin.
-Hai tessuto la tua ultima ragnatela Spidergirl! Se non fossi stato così egoista, la morte del tuo amichetto sarebbe stata rapida e indolore. Ma ora mi hai fatto incazzare sul serio. Ora ti infliggerò una morte lenta e dolorosa.
Sento la rabbia in me crescere sempre di più. 
Alzo lo sguardo verso di lui pieno di ira.
-Io e Peter ci divertiremo... come pazzi!
Subito mi tira un oggetto con tre punte affilate al massimo, ma riesco a bloccarlo.
Sarà lui a morire questa notte, non io, non Peter o altra gente innocente.
Pian piano mentre continuo a spingere verso di lui, mi alzo e raddoppio le forze e lo scaravento di fronte a me.
Lancio due ragnatele ai piedi e lo tiro verso di me sulla terra fredda piena di sassolini vari.
Mentre cerca di riprendersi, lancio una ragnatela ad un pezzo di muro dietro di lui e lo faccio cadere sul Goblin.
Forse è davvero finita.
Tiro un respiro di sollievo, ma subito spalanco gli occhi.
Da sotto le macerie il Goblin alza una mano.
Lancio una ragnatela e mi dirigo verso di lui.
Lo prendo e lo scaravento verso un altro pezzo di muro.
Mi avvicino a lui e gli tiro un paio di pugni in pieno stomaco e in piena faccia.
Mi preparo per tirare un altro pugno e subito alza le mani.
-Ophelia! Ferma! Basta! Sono io.
Rimango senza parole quando sento la voce del signor Osborn.
Si alza la maschera per rassicurarmi.
E' impaurito. Ma non so se fidarmi.
-Signor Osborn?
-Ophelia.
-Lei ha ucciso tutte quelle persone sulla balconata!
-NO! Goblin le ha uccise! Io non centravo niente. Non lasciare che si impossessi di nuovo di me, ti scongiuro. Proteggimi!
-Lei ha ucciso zio Stan e ha cercato di uccidere Peter.
-Ma non te! Ho cercato di smettere, ma non riuscivo a fermarmi. Non avrei mai fatto del male. Lo sapevo fin dall'inizio. Se mi fosse accaduto qualcosa, era su di te che potevo contare. Ti ho considerato come una figlia, dopo che hai aiutato Harry molte volte e dal vostro rapporto. Tu Ophelia Gray mi avresti salvato, e così hai fatto! Grazie a Dio esisti. Dammi la mano. Credi come io ho creduto in te.
Non mi fido minimamente di lui.
Ho la sensazione che stia per uccidermi all'istante.
Ho già avuto un padre, si chiama Stan Grey.
Mi guarda con occhi malvagi.
-Va con Dio, Spidergirl!
Sento l'aliante avanzare dietro di me.
D'istinto faccio un salto per schivarlo.
Finisce in pieno nel petto del Goblin.
Accade tutto in meno di due secondi.
Il signor Osborn comincia a gemere di dolore e poco dopo perde del tutto le forze.
E' finalmente finita.

Sono passati due giorni dallo scontro, anzi, l'ultimo scontro con il Green Goblin.
Oggi ci sono i funerali.
Ora sono in macchina con zia Adelaide, Peter e i suoi zii diretti al cimitero di Manhattan.
Scendiamo dalla macchina e subito un venticello freddo ci accoglie.
Raggiungiamo la lapide di Norman Osborn dove già ci sono Harry, un prete, Liz e i suoi genitori, Gwen con la sua famiglia, Elisabeth e alcuni conoscenti della famiglia Osborn.
Appena i miei occhi incontrano quelli di Harry, subito mi tornano in mente le scene dell'altra sera.

Dopo lo scontro cerco di prendere un po ' di forze.
Guardo il corpo del Green Goblin sporco di sangue poggiato sull'aliante che l'ha ucciso.
Ancora non riesco a crederci.
Per tutto questo tempo il signor Osborn vestiva il Green Goblin, la più grande minaccia di New York, dopo Spidergirl.
Mi avvicino al suo corpo e, con tutta la forza che mi è rimasta, tolgo l'aliante dal corpo del Goblin.
Esce ancora più sangue dall'armatura verde ormai rotta.
Prendo il corpo e mi dirigo a casa Osborn nel centro di Manhattan.
Una volta arrivata, atterro sul grande balcone e per mia fortuna, le finestre sono aperte.
Prima di entrare, mi assicuro che non ci sia nessuno.
Entro molto silenziosamente e poggio il corpo del signor Osborn su un divanetto di velluto rosso vicino il cammino.
-Cosa hai fatto? - sento una voce dietro di me piena di rabbia.
Mi giro e trovo Harry che guarda il corpo e me spaventato e arrabbiato.
Lo guardo ma non dico nulla.
Apre velocemente un cassetto e prende in mano una pistola grigia lucida.
Nel frattempo esco dalla stanza e mi nascondo sul soffitto della casa.
Dopo un pò sento Harry piangere forte.
Mi avvicino alle finestre per vedere meglio.
Harry è in ginocchio vicino al corpo di suo padre e sta piangendo a dirotto.
-Un giorno ti vendicherò, te lo prometto.  Spidergirl farà una fine peggiore!

Scaccio via quei momenti dalla mente e mi avvicino a lui.Mi guarda e lo abbraccio.-Mi dispiace - dico quasi in un sussurro.Mi stacco e subito avvolge Peter in un forte abbraccio.Mi avvicino ad Elisabeth, che aveva gli occhi lucidi, e abbraccio anche lei.Mi sento in colpa per aver causato tutto questo, ma era la cosa giusta da fare per la sicurezza di tutti.Il prete celebra la messa e al termine io e i miei amici ci allontaniamo un pò dagli altri.Rimaniamo in silenzio fino a quando Harry non prende parola.-Spidergirl la pagherà, farà una fine peggiore di mio padre.Tengo lo sguardo basso. Non riesco a guardarlo.-Se saprete l'identità di Spidergirl... voi me lo direte vero?-Certo- dice subito Elisabeth.Poi guarda me e Peter.-Si- diciamo insieme senza farlo apposta.Comincio a camminare tra le stradine del cimitero alla ricerca di quella lapide.Finalmente la trovo.


" Stan Grey.
Marito, zio, fratello e amico.
6\11\1960
11\07\2022"

Sono passati quasi cinque giorni dalla sua morte e già mi manca un sacco.
Ora è in un posto migliore, dove le ingiustizie e i pericoli sono inesistenti. E ora è anche con la mamma.
Sento scendere una lacrima sulla guancia sinistra.
-Ti manca un sacco - sento la voce di Elisabeth dietro di me.
Mi giro e la abbraccio forte.
Le lacrime scendono a raffica.
Mi accarezza i capelli e mi stringe più a sè.
La guardo e la abbraccio di nuovo.
Sento i corpi di Peter e Harry unirsi a noi.
Mi sento bene, protetta.
Non posso desiderare di meglio.

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