Epilogo

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Da quel giorno sono passati quasi sette anni.
Fa stranissimo dirlo.
Sono successe davvero tantissime cose, ma partiamo da quel famoso giorno in cui ho scoperto un altro universo e altre mie varianti.
Non smettevo di pensarci neanche un attimo a tutto quello che era successo, e tutt'ora ci penso spesso.
Chissà come stanno vivendo gli altri tre...
Chissà se il più piccolo ha ricominciato a parlare con Mj e Ned, se è riuscito ad andare avanti e cominciare davvero una nuova vita.
Chissà se il secondo e il terzo sono ancora gli "amichevoli Spiderman di quartiere" nonostante la loro età.
Quando l'ho raccontato a Peter e ai miei migliori amici è stato bellissimo ma allo stesso tempo bruttissimo.
Ovviamente non sono riuscita a raccontare tutto senza piangere.
Sì, sono rimasta ancora una persona terribilmente emotiva, soprattutto dopo la gravidanza di William e Michael.
Durante la fine dell'estate di quell'anno Peter ha chiesto di sposarmi. Non avevamo mai affrontato quell'argomento fino a qualche settimana prima.

Eravamo in vacanza in Italia con Andrew, Daniel e le loro ragazze.
Ci eravamo fermati in un piccolo villaggio a Lecce, leggermente costoso, ma ne è valsa la pena.
C'era una piscina enorme e una piccola parte era dedicata anche all'idromassaggio.
Uno spettacolo.
Ci stavamo preparando per andare a cena.
Indossavo un vestitino bianco, corto fin sopra al ginocchio.
Aveva le spalle scoperte e il corpetto era leggermente aderente.
Me lo aveva regalato Peter la sera prima. L'aveva acquistato in una di quelle piccole e calorose sartorie italiane.
Ricordo che mi aveva detto di indossarlo la sera successiva.
Lui era vestito con una camicia bianca e dei pantaloni dello stesso colore. Il solito orologio di Calvin Klein al polso destro e i capelli in ordine ma non troppo.
Era davvero bellissimo.
Erano quasi le ventuno quando siamo scesi per raggiungere gli altri.
Mi aveva seriamente vietato di scendere prima.
Faceva finta di non sentirmi quando provavo a chiedergli perché.
Sinceramente non mi sarei mai immaginata una proposta di matrimonio.
Quando siamo scesi non c'era nessuno.
Sembrava che tutti se ne fossero andati.
In lontananza si vedeva la stradina che portava al ristorante e alla piscina piena di candele bianche e rosse.
Mi sono subito girata verso Peter confusa.
Lui cercava di non sorridere.
Ricordo ancora la sua faccia.
Man mano che ci avvicinavamo, si vedevano dei palloncini dello stesso colore delle candele.
Ero sempre più confusa.
-Chiudi gli occhi - mi aveva sussurrato lui.
Qui avevo cominciato a capire qualcosa, ma mi sembra davvero surreale una proposta di matrimonio.
Il cuore aveva cominciato a battere a mille.
Ilary e Michelle mi avevano presa e mi avevano portata di fronte alla piscina.
-Puoi aprirli - mi aveva detto Ilary dolcemente.
Ero rimasta senza parole per tutto.
Le luci della piscina erano di un rosso molto leggero e l'acqua era piena di petali di rose bianchi.
Dietro la piscina c'erano delle lettere in led che formavano le parole "Ti amo" e dei palloncini a forma di cuore.
Avevo cominciato a piangere e a singhiozzare.
Peter era in piedi dietro di me.
Mi aveva presa per mano prima di cominciare a parlare.
Aveva gli occhi lucidi.
-Ci siamo conosciuti più di dieci anni fa a scuola per via di uno stupido caffè che aveva sporcato la tua felpa preferita delle Blackpink. Ricordo benissimo il tuo sguardo infuocato. Mi sentivo davvero ridotto in cenere. Avevo pianificato più volte di provare a parlarti, ma non riuscivo nemmeno a guardarti. Vedi un po' tu come mi avevi ridotto! Sono sempre stato attratto da quella ragazza timida che girava nella scuola con la sua migliore amica e che non parlava mai con nessuno. A cui non importava essere al centro dell'attenzione. Però, quel giorno mi sono fatto coraggio e ho usato la scusa di quell'incidente per invitarti ad uscire con me, solo noi due. E' stato davvero imbarazzante... ma è stato bellissimo. Stare con te mi ha sempre fatto stare bene. Abbiamo avuto alti e bassi, periodi in cui non ci potevamo nemmeno guardare da lontano perché ci "odiavamo". Pensavamo che avremmo perso i rapporti per sempre. Ma eccoci qui, anni dopo, ancora insieme e ancora più innamorati. Ho sempre immaginato un futuro con te da quando ti ho conosciuta. Non sono mai riuscito ad immaginarlo senza di te. Tu sei la mia felicità, il mio dolore, la mia forza, la mia luce nei momenti di buio... sei il mio tutto - mi aveva detto mentre aveva cominciato a piangere anche lui.
Inutile dire come mi sono sentita in quel momento.
Nel frattempo aveva preso dalla tasca dei pantaloni una piccola scatolina di velluto rossa.
-Vuoi vivere il tuo futuro con me? - mi aveva chiesto dopo essersi inginocchiato.
Dentro la scatolina c'era un anello semplice con sopra un piccolo cuore fatto di tanti piccoli swarosky.
Mi sono subito buttata sulle sue labbra.
-Ti amo - mi aveva sussurrato.
Tutti intorno a noi avevano cominciato ad applaudire.
Prende l'anello e me lo infila delicatamente all'anulare destro.
-AUGURI AI FUTURI SPOSI! - aveva urlato Daniel mentre stappava una bottiglia di champagne insieme al suo migliore amico.
Abbiamo passato tutta la serata a festeggiare con tutti quelli che erano presenti quella sera.
Sin da piccola avevo sempre immaginato questo giorno.
Mi ero sempre chiesta come mi sarei sentita quando il mio futuro ragazzo si sarebbe inginocchiato e mi avrebbe chiesto di sposarlo.
Ora avevo la risposta.
Otto mesi dopo, il ventotto aprile, abbiamo ufficializzato l'inizio del nostro futuro insieme.
Ci siamo voluti sposare subito.
Ricordo ancora tutta l'ansia per i preparativi: gli invitati, i testimoni, le damigelle, i vestiti, i regali per i testimoni, le bomboniere, il luogo...
Bello ma stressante.
Ricordo ancora quella stretta allo stomaco quando ho indossato per la prima volta quell'abito bianco all'atelier di abiti da sposa in pieno centro a Manhattan.
Ero con Ilary, Michelle e Gwen.
Non ci ho messo molto a scegliere quell'abito, anzi, è stato il primo che ho provato.
Aveva il corpetto con la scollatura a cuore e le maniche lunghe di pizzo glitterato. Era molto delicato e raffinato.
La gonna fatta di mille strati di tulle era ampia ma non troppo.
Il velo lungo fino alla vita era come il corpetto.
Era come l'avevo sempre sognato.
Solo in quel momento penso di aver realizzato che mi stavo davvero per sposare.
Le mie migliori amiche erano senza parole.
Piangevano e basta.
Chissà come avrebbero reagito mia mamma e i miei zii...
Quella stessa mattina ho chiesto a Gwen di essere la mia testimone.
Mi ha abbracciata senza dire nulla.
Ho provato altri tre vestiti dopo quello, ma avevo già deciso.
Il primo mi aveva letteralmente stregata.
Era lui quello giusto.
La sera prima del matrimonio abbiamo fatto due feste separate:
io e altre siamo andate in una spa, mentre Peter e gli altri sono andati in un Casinò a Manhattan.
Devo ammettere che ho avuto un po' di paura quando ho sentito la parola "casinò", ma alla fine è andato tutto bene.
La notte l'ho passata a casa di Gwen visto che lo sposo non può vedere la sposa prima della cerimonia.
Avevamo deciso di sposarci a Central Park.
Avevano allestito una parte del parco, non molto grande, con delle panchine bianche di legno, decorate con dei piccoli gigli.
Al centro delle panchine c'era un percorso di petali bianchi che portava ad una navata di rose bianche e rosse.
Ad accompagnarmi all'altare è stato Eddie.
Peter era bellissimo. Sembrava un principe uscito dalla favola più bella che mai creata.
Aveva un semplice smoking bianco con dei motivi semplici sulle spalle della giacca.
I capelli erano ordinati tranne il ciuffo, ovviamente.
C'erano circa centocinquanta invitati.
Pochi, no?
Dopo la cerimonia religiosa, abbiamo festeggiato con della musica e del cibo.
Avevamo affittato un catering di un ristorante molto buono e anche un bel po' caro.
Durante il nostro ballo, sulle note di "All of me" di John Legend, ho provato un mix di emozioni che non so descrivere, mai provate prima.
Tutti gli occhi erano puntati su di noi.
Ho danzato tutto il tempo con la testa poggiata sulla spalla di Peter.
-Ora sei ufficialmente mia moglie, signorina Parker - mi dice dopo avermi baciata.
Alzo la testa e lo guardo.
E' davvero bellissimo.
-Mi sento così fortunata ad averlo nella mia vita.
Che c'è? - mi domanda vedendomi persa nei pensieri.
-Nulla. E' che mi sento così fortunata ad averti conosciuto. Non avrei potuto desiderare di meglio - gli sorrido un po' imbarazzata.
-Ti amo - mi sussurra per poi poggiare nuovamente le sue labbra sulle mie.
-Ti amo.
Dopo il nostro ballo ci sono stati i filmini fatti dai nostri amici.
E' uno dei momenti più belli di tutto il matrimonio.
Realizzi che il tempo è letteralmente volato.
Alla fine, prima del taglio della torta, ci sono stati anche i discorsi.
L'ho fatto anche io, ma non per mia volontà.
-Uhm.... salve. Premetto che non sarà un discorso spettacolare come ha fatto Peter quest'estate quando mi ha chiesto di sposarlo - scherzo per cercare di tranquillizzarmi.
-Prima di tutto, grazie a tutti per essere qui con noi in questa bellissima giornata... ehm...
Mi blocco perché non so cosa dire di preciso.
-A parole tue! - mi urla Daniel alzando il bicchiere di vino.
-Watts non rischiare! - lo minaccio ironica.
Alza le mani in aria in segno di arresa.
Prendo un respiro e comincio a parlare.
-Ho sempre sognato questo giorno, sin da piccola. Non pensavo che sarebbe arrivato così presto e soprattutto con la persona giusta. Non avrei potuto desiderare di meglio al mio fianco - alzo gli occhi per non piangere - Okay... ce la posso fare - cerco di incoraggiarmi mentre gli altri ridono a quelle parole.
Di solito sono una che parla molto ma, ovviamente, nei momenti opportuni non so mai cosa dire.
-Peter... grazie per tutto. Grazie per esistere e sopportarmi ogni giorno da quando ci siamo conosciuti. Grazie per essere stato sempre al mio fianco quando ne avevo bisogno, per essere stato come un padre, un fratello maggiore... quello che non ho mai avuto. Ti amo, non immagini quanto, e lo farò sempre, anche nelle prossime vite, se ci incontreremo o no. Ti amo.
Peter si alza e mi abbraccia.
Lo amo più della mia stessa vita.
Dopo ci sono stati anche altri discorsi da parte dei nostri migliori amici.
Alla fine dei festeggiamenti, siamo partiti per la luna di miele.
Siamo stati due settimane in giro per l'Europa.
Una settimana dopo, quando siamo tornati, ho scoperto di essere incinta di William.
L'abbiamo detto a tutti quasi due mesi dopo.
E' nato il quattordici gennaio alle due di notte.
E' stato davvero doloroso, ma ne è valsa la pena.
Per un momento ho pensato seriamente di morire.
Sono state quasi quindici lunghe ore di travaglio, ma alla fine ce l'ho fatta.
Pesava quasi quattro chili.
Peter ha pianto tutto il tempo, sia per l'ansia che per l'emozione.
Eddie e Gwen sono stati i suoi compari.
Fortunatamente William è sempre stato un bambino tranquillo, al contrario di Michael.
E' nato due anni dopo, l'otto novembre.
E' la fotocopia di Peter da piccolo.
Sin da quando era nella pancia è sempre stato vivace e movimentato.
Da quando ha iniziato a camminare, io e Peter viviamo costantemente con l'ansia.
Un momento lo trovi tranquillo a giocare con le macchinine di Cars e subito dopo lo trovi a scappare per tutta casa.
E' davvero tremendo.
Non abbiamo ancora capito da chi ha preso.
Quattro mesi fa ho scoperto di essere incinta per la terza volta.
Questa volta, per la gioia di entrambi, è finalmente una femmina.
Si chiamerà Selene.
Abbiamo già cominciato a progettare la sua cameretta.
Non è molto grande, ma è davvero carina.
E' tutta sui toni del lilla e del bianco.
Peter non vede l'ora di avere "la sua principessa".
Tutti i nostri amici sono nella nostra stessa situazione: Daniel è sposato con Ilary da tre anni e hanno due figli, Emma e Thomas.
Andrew sta per sposarsi con Michelle. Hanno già un figlio di quasi due anni, Jasper, ed è la fotocopia di Michelle.
Eddie e Gwen sono sposati e hanno due figlie gemelle, Lydia e Alyson.
Stiamo tutti bene.
Ogni fine settimana ci vediamo a casa di qualcuno e lo passiamo insieme con una grigliata, una serata cinema o una serata giochi.
Poi quando tutti i nostri bambini dormono, passiamo ore a ricordare i vecchi tempi di quando eravamo più piccoli.
E' diventata una tradizione da quasi due anni.
Spidergirl è scomparsa per un po', ma esiste ancora.
Non potevo e non posso rischiare la vita di una creatura che sta per nascere.
Fortunatamente non ci sono più i pericoli di una volta, ma solo i soliti crimini da città.
Fin quando io sarò viva, lo sarà anche Spidergirl e ci sarà sempre quando New York avrà bisogno del suo aiuto.

FINE

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