Capitolo 20

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Mi sveglio tra le braccia del mio ragazzo, che dorme beatamente accanto a me.
Sembra un dio greco.
I suoi lunghi capelli scompigliati castani,leggermente dorati per via dei primi raggi del sole, incorniciano il suo viso ben definito.
Sposto con delicatezza la sua mano poggiata sulla mia vita e prendo il cellulare.
Sono quasi le otto.
Ci sono varie notifiche da Instagram, Tik Tok, Twitter e Youtube.
Mi alzo lentamente, in modo da non svegliare Peter, e mi dirigo in bagno.
Faccio la mia Skin Care e vado in cucina.
Sono rimasti dei pancake di ieri.
Preparo un vassoio con sopra due bicchieri di latte, i sei pancake rimasti, un pò di nutella, le posate e dei tovaglioli.
Lo porto in camera.
Peter sta guardando il telefono.
-Ma buongiorno!- dico mentre appoggio il vassoio sul comodino. Mi avvicino a lui per baciarlo.
-Colazione a letto?- mi domanda guardando i pancake.
-Si.
Prendo il vassoio e lo metto davanti a noi.
Cominciamo a fare colazione.
-Appena finiamo di mangiare, ci prepariamo e andiamo subito da Elisabeth- dico mentre spalmo un pò di nutella sul mio dolce.
-Certo. Pomeriggio devo andare dai miei zii, se vuoi puoi venire. Non li vedo da Natale.
-Oh si. Ne approfitto per andare da zia Adelaide. Non la vedo da quando mi sono trasferita.
Sono una nipote orribile, lo so. Devo ancora dargli il regalo di Natale.
-Harry è andato da Elisabeth?- chiedo.
-No. E' molto occupato con la Oscorp. Sai no, dopo la morte di Max Dillon, si è scatenato un putiferio sui giornali. Tutti i soci della Oscorp stanno andando contro di lui. Non so come aiutarlo.
-Beh, ora sui giornali si parla solo di quello. Fortuna che ieri non sono andata, e sinceramente mi meraviglio del fatto che J. Jonah Jameson non mi abbia chiamata. Povero Eddie! Comunque non so perchè, ma ho un brutto presentimento per Harry. Insomma, uno contro quasi venti persone che ora non sostengono più le Oscorp Industries, è praticamente impossibile.
-Già. Spero solo che non esca fuori di testa o che diventi un pazzo!- scherza Peter.
-Ehi sta zitto! Che poi tocca a me affrontare le conseguenze!- lo rimprovero.
-Insomma, viviamo in un mondo dove le cose che erano solo frutto della fantasia sono diventate realtà. A partire da un Goblin, poi uno ragazza-ragno, uno scienziato pazzo con quattro bracci e un uomo elettrico- dico.
-E non dimentichiamo il demone.
-Chi?
-Il demone Andrew.
-Peterr!
-Stava quasi per ucciderti.
-Sta zitto!
Finiamo di fare colazione e poi ci prepariamo per uscire.

Indosso un semplice maglioncino corto nero, un paio di jeans cargo neri e le converse nere.
Peter invece indossa una felpa oversize bianca, un paio di cargo e le converse nere, anche lui.
Prendo il regalo di zia May e usciamo dal palazzo e ci dirigiamo verso l'ospedale.
-Aspetta, devo prendere una cosa- mi ferma Peter mentre passiamo di fronte Starbucks.
Entriamo e ci dirigiamo verso la cassa.
-Due cioccolate calde- ordina.
-Peter no!
-Che c'è?
Alzo gli occhi al cielo.
Odio quando paga sempre lui.
Prendo uno dei bicchieri con il liquido caldo all'interno e poi ci dirigiamo verso l'ospedale.
-Comunque, per essere la terza settimana di febbraio, non fa molto freddo- dico mentre bevo un sorso dalla cannuccia.
-Si. Tra quattro settimane è già primavera.
E di conseguenza finisce la sessione e quindi, dobbiamo dare tre esami per concludere il primo anno.
-La smetti di mettere ansia!
-Mai. Sai che sono la persona più ansiosa del mondo.
-Purtroppo si.
Dopo dieci minuti, siamo finalmente arrivati all'ospedale.
Entriamo e chiediamo ad un'infermiera, che non toglie lo sguardo da Peter, la stanza di Elisabeth.
Non sembra molto grande, anzi, sembra dell'età nostra.
-Dovete aspettare un paio di minuti. Il dottor Connors sta finendo di visitarla- dice mentre sorride a Peter.
Poi, finalmente se ne va.
-Gelosa?- mi chiede il ragazzo con un sorriso beffardo.
-Io? No.
-Farò finta di crederti.
-Tanto sei solo mio, quindi.
-Quindi cosa?
Veniamo interrotti dalla porta della camera di Elisabeth.
Il dottor Connors, un uomo sulla cinquantina, quasi del tutto calvo, con un paio di occhiali quadrati, esce dalla porta.
Subito noto la manica senza braccio.
Dicono che è nato così, ma è uno dei migliori dottori e scienziati di tutta New York.
-Salve dottor Connors, sono-
-Ophelia Grey, vero?
Annuisco.
-Elisabeth mi ha parlato molto di te.
-Oh! Come sta lei? Mi ha detto che verrà dimessa.
-Non più.
Io e Peter ci guardiamo confusi.
-Ieri sembrava essersi ripresa. Aveva ripreso tutte le forze. Era tornata normale. Ma durante la notte, il cuore ha smesso di battere per due minuti. Poi ha ripreso a battere normalmente. Da questa mattina abbiamo fatto vari esami. E' tutto apposto teoricamente. Ma guardando meglio i vari esami, non sappiamo cosa pensare. Ha sviluppato una forza superiore alla media, quasi sovrumana. Nel suo sangue scorre un qualcosa di sconosciuto a noi, mai visto prima. Nel pomeriggio ci saranno altri test, per cercare di capire qualcosa.
-Quindi lei, tutto sommato, è fuori pericolo?
-Teoricamente si. Ma vi dico che tutto questo non si è mai visto prima. Sembra qualcosa di sovrumano.
-Grazie mille dottore.
Il dottor Connors si allontana.
Entriamo nella stanza.
-Ma guarda un pò! Ritorno di fiamma?- chiede Elisabeth mentre ci guarda felice e di chi già lo sapeva.
-Sta zitta!
-Si. Non poteva vivere senza di me- dice Peter mentre si avvicina per abbracciarla.
Ci sediamo sul divanetto bianco tra la finestra e il lettino.
-Come stai?- gli domando preoccupata.
-Benissimo! Mai stata meglio!
-Tu non senti nulla di diverso?
-In che senso?
-Il dottor Connors ha detto che hanno trovato un qualcosa di misterioso nel tuo sangue e hai una forza sovrumana.
-Beh, mi sento più forte, sì, ma sono sempre io!
Tranquilla, non ti ruberò il posto di Spidergirl. Non sparo ragnatele dai polsi o da qualche altra parte- scherza.
-Beh un aiuto non sarebbe male, eh!
-Quindi ora l'uomo elettrico è morto? Ho sentito i notiziari.
-Si.
-E' anche merito mio- si intromette Peter.
-Ah si?- chiede Elisabeth stupita.
-Probabilmente senza di lui non sarei qui- sorrido a Peter.
-Si ok, ma niente smancerie davanti a me, ok?
-Parla lei che non perdeva un secondo con Harry!
-Shh! Comunquee con il bastardo com'è andata? C'è ho capito come sono finite le cose, però voglio sapere di più!
-Beh, si è incazzato sin dall'inizio, stava quasi per alzare le mani, ma alla fine ne sono uscita viva. Per un momento sembrava posseduto. Gli occhi sono diventati neri e la sua forza aumentava sempre di più.
-Beh, viviamo in un mondo dove molte cose sono possibili, e abbiamo avuto delle prove concrete, tra cui Spidergirl- mi sorride.
-Già.
Bussano alla porta.
-Signorina Jonhson il vostro pranzo.
Entra l'infermiera di prima.
Subito prendo la mano di Peter. Mi avvicino a lui e lo bacio.
La donna esce dalla stanza e chiude la porta.
-Ti stava incendiando con lo sguardo- mi dice Elisabeth.
-E dicevi di non essere gelosa, eh!- scherza Peter.
-Cosa ti danno da mangiare?- chiedo cercando di cambiare argomento.
-Insalata di pollo con salse. Oggi è andata meglio. A volte portano brodo, verdure o delle sostanze strane.
-Vado a prendere qualcosa da Starbucks se vuoi?- si alza Peter,
-Non ci provare! Non sappiamo di cosa si tratta.
-E daiii! Solo una piccola, soffice e calda ciambella alla vaniglia- mi fa gli occhi dolci.
-Solo una!
Peter esce dalla stanza e va a prendere il nostro pranzo.
-Sai che mi fa senso vederti con quella camicia da notte bianca, stile uscita da un film horror, e quella faccia senza trucco.
-Vaffanculo!
Guardo fuori la finestra.
Il cielo si è coperto di nuvole, a differenza di stamattina che c'era un sole che spaccava le pietre.
Sta leggermente nevicando.
-Come stai?- mi domanda la mia migliore amica in quei pochi minuti di silenzio.
-Cosa?
-Mi domandi sempre come sto, ma io mai a te.
Faccio un respiro profondo,
-Sono stressata. Ho sempre la sensazione che sta per arrivare il peggio. Che perderò qualcosa di veramente importante. Di non riuscire a salvare tutto e tutti al momento giusto.
-Sei anche un essere umano.
-Ma è diverso. Sono Spidergirl. La speranza di New York. Colei che salva sempre tutto e tutti. Colei che non delude mai nessuno.
-Anche gli eroi possono sbagliare. Anche se hanno dei poteri, questo non gli permette di essere sempre perfetti. Tutti hanno delle fragilità o delle debolezze, e non ci sono giustificazioni per dire il contrario.
Sento una lacrima percorrere la mia guancia sinistra.
-Anche se non ho dei poteri, o almeno per ora, sai che puoi sempre contare su di me. Un modo per aiutarti lo troverò sempre.
-Spero che allora avrai dei poteri, così magari diventeremo il duo di New York. Spidergirl e...
-Supergirl. Spidergirl e Supergirl!
-Non mi piace. Sa troppo di...
-Potere. Lo so.
-Se piace a te- alzo le mani.
-Vorrei avvisare Spidergirl e Supergirl che il vostro pranzo è arrivato- dice Peter mentre ci porge i nostri sacchetti.
-Ma grazie Spiderman!- esclama Elisabeth.
-Magari!
-Beh, chiedi a Harry di prestarti uno dei ragni del laboratorio "degli esperimenti su animali"- scherzo.
-Non sarebbe male eh! Spiderman e Spidergirl!
-La coppia che scoppia- dice Elisabeth mentre scoppia a ridere.
-Invidiosa?
-Io? Sto bene così!
-Forse in un'altra realtà, Spidergirl non esiste, ma Spiderman si.
-Basta pensare a cose che non esistono! Esci dal tuo mondo Ophelia cara.
-Ma cosa ne sai tu?
-Più di te sicuro.
-Sicuramente.
Passiamo un'ora intera a scherzare.
Guardo il cellulare. Sono le quindici e trenta.
-Direi che è ora di andare. Sono le tre e mezza- dico mentre mi alzo dal divanetto per andare ad abbracciare Elisabeth.
-Stasera ti chiamo- mi avvisa.
-E tu mi raccomando per i test.
-Stai tranquilla. Andrà tutto bene! Tu vedi di non fare più sbagli con lei!- punta il dito verso Peter.
-Mai più!- alza le mani il mio ragazzo.
Usciamo dall'ospedale.
-Mi sento un pò più tranquilla, sai? Anche se tutto questo è strano.
-Già.
-Ti va di andare al Queens volando?- propongo.
-NO!
-Va bene. Allora il taxi prendilo tu, ci vediamo lì- dico mentre sparo una ragnatela ad un palazzo di fronte a noi.
-Va bene!- mi urla Peter mentre sono lontana da lui.
Mentre mi muovo in aria tra i palazzi, guardo la strada.
Sembra tutto tranquillo.
Anche se ho vestiti normali, la gente non fa molto caso a me, stranamente, ma meglio così.
E' sempre una sensazione bellissima volare, soprattutto con la neve che cade dal cielo nuvoloso.
Non capisco tutta questa paura di Peter di volare.
E' così bello!

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