Non so come, ma siamo già arrivati alla seconda settimana di dicembre.
New York ha totalmente un altro aspetto.
La candida e soffice neve che non smette di cadere, copre tutto ciò che trova: strade, semafori, alberi, panchine...
Gli alberi sono decorati con luci colorate.
La pista di ghiaccio vicino Times Square è sempre piena di gente, tra cui famiglie, coppie di innamorati e gruppi di amici.
Alcune strade sono occupate dai piccoli e accoglienti mercatini di Natale.
Alcune zone sono state occupate dalla "casa di Babbo Natale" per i più piccoli, dove possono lasciare le loro lunghe liste di regali.
I negozi decorati con ghirlande, neve finta, stickers di Babbo Natale con la sua slitta e le sue renne, sono pieni di gente, in cerca dei regali perfetti.
Le solite hit natalizie in sottofondo non mancano mai. E' veramente strano come quelle canzoni non ti annoiano mai, ma ti danno la carica per affrontare al meglio il periodo natalizio.
Ora sono in giro con Elisabeth, in cerca di qualche addobbo da mettere nell'appartamento. E magari anche qualche regalo.
Entriamo qui! - mi trascina Elisabeth in un negozio dove vendono molte cose. Tipo quei negozi dove puoi trovare di tutto.
Mi guardo intorno.
C'è davvero di tutto.
Prendo il cellulare e apro le note del telefono.
"Regali Natale".
Si, ho fatto una lista delle persone a cui devo fare i regali.Elisabeth
Harry
Andrew
Zia Adelaide
PeterSi, anche a Peter.
Abbiamo ricominciato a parlare da qualche settimana. Solo in amicizia. Niente di più.
-Che ne dici di questo maglioncino? - chiedo alla mia migliore amica mentre le mostro un maglioncino di lana rosso con sopra ricamato un piccolo orsacchiotto marrone con il cappello di Natale.
-Ce lo prendiamo uguale?
-Ovviamente.
Ho preso anche un set composto da lenzuola e piumone bianchi e rossi con sopra dei candy candy e degli omini di marzapane.
Andiamo alla cassa e paghiamo.
Usciamo e camminiamo tra le strade di Manhattan mentre osserviamo le vetrine dei negozi.
-Dove andiamo ora? - domanda.
-Lo sai dove voglio andare - faccio un sorriso spontaneo al solo pensiero della mia destinazione.
-Ohh! E va bene! - sbuffa.
Andiamo allo store di Harry Potter.
Amo questo negozio. E' letteralmente il mio preferito.
Ho già in mente di comprare un paio di cose.
Solo un paio, davvero...
La musica natalizia della pietra filosofale ci accoglie.
Amo questo posto.
Mi sento a casa, anche se non è Hogwarts.
Vado nel reparto grifondoro e cerco la felpa che avevo visto sul sito.
Trovata!
E' tutta rossa con lo stemma delle quattro case, decorata con un design natalizio oro.
-La vuoi anche tu? - domando a Elizabeth che mi guarda scocciata.
-No, grazie. Muoviti!
Sta zitta e non darmi fretta, babbana!
Inizio a camminare nello store, guardando ogni minima cosa. Purtroppo non ci vengo molto spesso, anzi, quasi mai.
Prendo un carrello e comincio a riempirlo.
Ci metto la felpa di prima, un set di palline per l'albero delle quattro case, un cuscino nero con sopra l'iimagine di Hogwarts, un cappello parlante da mettere sulla punta dell'albero, una calza di grifondoro, una borsa dell'acqua calda con sopra scritto "9 3\4" e un baule con dentro vari oggetti a sorpresa, come regalo per me.
Si, un auto regalo.
Lo faccio ogni anno. Ha senso, per me.
Mi avvicino alla casa per pagare queste " due cose", come avevo detto, e subito vedo dall'altra parte della cassa, le divise corvonero.
Andrew è corvonero, e non ha la divisa.
Perfetto, un regalo in meno.
Mi avvicino ne prendo una, con la sua rispettiva cravatta.
-Sono 436 dollari.
A quelle parole sento il cuore immobile.
Quanto cazzo ho speso?
Elisabeth mi guarda senza parole.
Con le mani che mi tremano, esco la carta di credito dal borsellino di velluto viola.
Stasera spenderò metà stipendio.
Prendo le due grandi buste piene e usciamo dal negozio.
-Tu finirai male! - mi dice Elisabeth.
-Beh dai, è il periodo natalizio no? E poi c'era anche un regalo.
-Prendiamo un taxi? - dice notando la mia difficoltà nel tenere le sette buste.
-Subito!
Fermiamo un taxi e ci dirigiamo verso il mio appartamento.
Paghiamo e saliamo su.
Poggio le buste a terra e apro la porta..
-L'albero? - chiede la mia migliore amica.
-Lì - indico vicino la porta della camera da letto.
Prendiamo l'enorme scatola e la apriamo.
Comunque si, so che siamo alla seconda settimana di dicembre e non ho ancora trasformato il mio appartamento in un buco natalizio, ma non ho avuto tempo.
Appendo la calza di grifondoro alla finestra e poi appendo le ghirlande rosse e verdi alle finestre esterne.
Infine facciamo l'albero.
E' bellissimo con tutte quelle decorazioni di Harry Potter.
-Abbiamo finito? - mi domanda esausta.
-Si.
Ci cambiamo con i nostri pigiami natalizi uguali, presi sempre questa sera e ci stendiamo sul letto. Prendo il telecomando e accendo la tv.
Per questa tv ho fatto un vero affare e ne è valsa assolutamente la pena.
E' un televisore samsung di quarantacinque pollici.
-Metto Last Christmas?
-Si.
Subito suona il campanello.
Sicuramente sono arrivate le pizze.
Vado ad aprire e trovo un Peter fattorino con in mano due scatole di pizza.
-Ciao! - lo saluto
-Ecco a lei signorina - mi dice mentre mi porge le pizze.
-Quanto le devo? - chiedo un po' ironica.
-Offre il fattorino - mi sorride.
-Cosa? No. Peter no!
-Troppo tardi - dice mentre scende le scale.
Rimango immobile sulla soglia della porta con le pizze in mano.
-Ophelia! - mi chiama Elisabeth.
Vado in camera da letto, mi siedo e apro la mia pizza.
Prendo il telecomando per mettere play ma, ad un tratto, la luce va via.
Guardo la finestra e pian piano tutte le luci si spengono.
Forse è meglio andare a controllare in giro, con le vesti di Spidergirl.
-Vado a controllare in città. Tu rimani qui - dico a Elisabeth mentre mi metto il costume.
Apro la finestra della camera e comincio a volare tra i palazzi di New York.
Subito noto una grande luce vicino alla periferia del Queens.
Lì c'è una centrale elettrica.
Elettricità uguale uomo elettrico.
Mi posiziono dietro un albero.
Una scintilla colpisce un filo elettrico.
Mi guardo intorno in cerca di una fonte d'acqua.
Non vedo nulla.
Sono nella merda, bene!
Ad un tratto un fulmine colpisce l'albero dove sono nascosta.
-Spidergirl!
Come ha fatto a vedermi?
-Ti sono mancata?
-Per niente.
-Oh! Peccato - dico triste, prendendolo in giro - cosa hai fatto all'elettricità?
-Nulla. Ero solo un pò stanco e mi sono... ricaricato.
-Riporta l'elettricità a New York!
-E perchè mai dovrei farlo?
-Senti, ti dico solo che hai rovinato una serata tra ragazze. Quindi, non farmi incazzare.
Ad un tratto lancia un filo di elettricità verso di me, ma lo schivo.
Lancio una ragnatela verso il suo volto ma scompare.
Qualche secondo dopo, una forza di elettricità mi colpisce da dietro e cado a terra.
Mi sento stordita.
-Tu pensi davvero di potermi battere? - mi dice ridendo.
-Certo. Cosa può mai fare un uomo elettrico?
-Io non sono un uomo qualunque. Io sono Electro! - dice mentre si avvicina a me.
Mi alzo e subito lancio una ragnatela verso il suo volto scuro, e subito dopo una verso le sue mani.
Comincio a correre lontano con le ragnatele, nel mentre quell'Electro cerca di liberarsi.
Subito trovo negli alberi un lago, non molto grande ma neanche piccolo. Posso attirarlo da questa parte.
Un fulmine mi colpisce e cado.
Ma come fa a trovarmi? L'elettricità gli ha dato un cervello più grande e sviluppato?
Mi giro e lancio una ragnatela verso di lui, ma la schiva.
Ne lancio un'altra, ma finisce nel vuoto.
L'idea è quella di prenderlo e buttarlo nel lago. E' una pessima idea, lo so, ma è l'unica che mi è venuta in mente.
Lancio un'altra ragnatela e riesco a colpire le mani.
Ne lancio una ai piedi e una in faccia.
Per mia fortuna, forse sta funzionando.
Ne lancio un'altra e, con un pò di fatica, riesco a portarlo nel lago.
E' fatta.
Tolgo la maschera e prendo un respiro.
Guardo verso il lago, ma non vedo nessun corpo, solo delle bollicine sulla superficie, nel punto in cui ho lanciato Electro.
Sicuramente l'elettricità non sarà tornata a New York, però ho eliminato la causa, per ora.
Rimetto la maschera e torno a casa.
Fa stranissimo vedere Times Square senza luci.
Rientro dalla finestra della camera e non vedo più Elisabeth.
-Elisabeth ci sei?
-Sei tornata! Come stai?
Ad un tratto esce da sotto le coperte con il cellulare in mano. Mi punta la torcia in faccia.
-Si. Abbassa la luce.
-Hai il costume bruciato - mi fa notare.
Ho qualche buco sul braccio destro, sulla vita, sulla gamba destra e probabilmente qualcuno anche sulla schiena.
-Domani lo aggiusterò. Comunque vuoi restare qui stanotte?
-Ovviamente. Non ci torno a casa così, neanche morta.
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Spidergirl
FantasyCiao a tutti, sono Ophelia Grey. Questa è la mia storia, di come una semplice diciottenne del Queens è diventata un qualcosa di sovraumano, che la gente chiama supereroe, che prova a dare speranza, anche quando tutto sembra perso. (In revisione)