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Zaira

Noi ragazze siamo fuori, in attesa che quei trogloditi finiscano di lavarsi, permettendo ai loro corpi di tornare ad avere una fragranza che ci consenta di star loro vicino.

Sarà un miscuglio di odori, accompagnati da abbigliamento tipico di chi vuole predominare, cercando di essere più visibile ai nostri poveri occhi che di roba da guardare ultimamente ne hanno fin troppa.

Mi estraneo facendomi guidare dalla mente fin troppo fantasiosa nei suoi confronti. Me lo immagino mentre ride, mentre si spintona con gli altri, mentre si libera della sua divisa puzzolente ma che riesce ad attirare la giusta attenzione nei suoi confronti. Lo immagino mentre senza vergogna si denuda davanti agli occhi indifferente dei suoi amici, perché abituati a queste dimostrazione. Per loro tutto è normale, fin troppo semplice a differenza di noi ragazze che tendiamo a vergognarci anche se siamo in una stanza di sole donne.
È sempre la mia fantasia che li fa calare le mutande insieme ai pantaloncini, lasciandolo nudo con il membro il piena libertà di mostrarsi senza ritegno. Le immagini accompagnano il mio calore che si presenta sotto forma di goccioline che bagnano la mia pelle accaldata e bollente. È un manifestarsi di temperatura troppo elevata per restare indifferente. Riesco a sentire il fuoco trattenuto dalla mia pelle ma che scalpita di essere lasciato libero di farsi vedere esattamente come il suo sfacciato membro.

Mi passo la lingua sulle labbra per cercare un po' di refrigerio, ma forse, è ancora peggio,perché riesco a sentire come una sorta di condensa che avvolge la mia bocca bisognosa di dissetarsi. Oh, mio dio, non è semplice acqua quella alla quale io sto pensando...
Un giramento di testa mi fa barcollare, le mie gambe tremano, mentre sento le mie mutandine bagnarsi.

<Ehi , Zaira!> si affretta ad aiutarmi Molly.

<Sto bene. Lasciami il braccio!> in modo scontroso mi libero dalle sue mani che, in questo momento, sono di troppo sul mio corpo sconquassato da un orgasmo arrivato senza il mio permesso e per giunta in un momento inopportuno.
Non voglio che nessuno sappi cosa mi è appena successo. In verità avrei preferito non essermene resa conto neanche io.

Delle risate richiamano la nostra attenzione mentre Molly e Lana continuano ad osservarmi fra il preoccupato di una Molly offesa. Tuttavia, non riesco a discolparmi a causa del mio comportamento sgarbato, anzi, mi volto dandole le spalle e guardo il parcheggio in lontananza.
Cerco di tranquillizzare il mio respiro facendo grossi respiri e, quando mi volto, i primi occhi con il quale mi scontro sono lame di ghiaccio.
Mi fissano come a volere capire cosa io possa avere; ma indispettita a causa sua e dei miei pensieri impuri su di lui, gli rispondo in modo sgarbato.

<Che cazzo hai da guardarmi?>

Tutti si bloccano come un flash mob, l'unico che ignora il mio volere invece è Shane che come a sfidarmi si avvicina pericolosamente alla sottoscritta.
Ingoio la saliva già calda, tanto che mi viene quasi da dare di stomaco.
Afferra una ciocca di capelli mossa dal leggero vento che questa sera di fine estate ha deciso di farci compagnia. Se ci penso manca davvero poco che arrivi l'autunno insieme suoi colori che io adoro. La città assume un'aria romantica accompagnata dai colori rossi, arancione, giallo, marrone. Le foglie si mescolano con il tramonto, riscaldando tutto quello che ci circonda.

<Perché sei arrabbiata?>il suo fiato caldo e profumato si infrange sul mio viso che sicuramente sembrerà una scogliera spigolosa, che spezza la furia delle onde, mentre lui con il suo dolce sguardo sta cercando di capirmi e calmarmi.
Le sue dita scivolano sul mio profilo che si lascia accarezza quasi in modo disperato, quasi ad elemosinare tale contatto.
I miei occhi chiusi mi portano in un abisso dove uno squalo si rifugia ormai sazio, ormai non ha più bisogno di braccare la sua preda perché lei è arresa fra le sue fauci.

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