Turbamento

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In quel luogo soffiava un vento gelido, l'aria era rarefatta, regnava un silenzio tombale, quasi surreale e quella nebbia fitta ed impenetrabile impediva ogni tentativo di distinguere i tratti di un paesaggio notturno.
Per quanto si sforzasse, l'unico suono che Elisa riusciva a percepire era il battito accelerato del suo cuore, lo sentiva fino alla gola, riusciva perfettamente a scandirne il ritmo.
Era terrorizzata, il suo corpo tremava da un'estremità all'altra, non vedeva nulla intorno a sé, quel buio profondo la avvolgeva completamente.
Nell'oscurità di quel luogo angusto, sentiva di non essere sola; avvertiva una presenza inquietante, o forse era più di una, ma in ogni caso non riusciva a distinguerne le sagome, sentiva quei respiri addosso a lei, quegli sguardi fissi sul suo corpo.
D'un tratto qualcuno iniziò a toccarla, con forza ed insistenza; prima sul volto, poi sulla bocca, per scendere ancora fino al petto ed al ventre.
Nonostante tutti i suoi sforzi Elisa non poteva ribellarsi.
Non capiva cosa le stesse accadendo, né avrebbe saputo dire dove si trovasse esattamente. Quel luogo non le era affatto familiare, anzi era certa di non esserci mai stata.
Nonostante il suo corpo fosse immobile, atrofizzato ed inerme, la sua mente era lucida ma ogni tentativo di razionalizzare quell'esperienza si rivelava vano.
Improvvisamente quella nebbia iniziò a diradarsi, facendosi sempre meno fitta.
Elisa riuscì a scorgere qualcosa in lontananza. Sembrava il corpo di una donna disteso su un letto o forse era qualcosa di diverso; c'era ancora troppo buio.
Provò a camminare verso quella direzione, si sentiva instabile, metteva un piede davanti all'altro con cura ed estrema attenzione.
Riuscì piano piano a raggiungere quel corpo adagiato su di una lastra di metallo, come quelle utilizzate negli obitori per analizzare i cadaveri.
Scrutò ogni dettaglio di quel volto: la pelle bianca come il latte, i capelli arruffati, gli occhi azzurri, spalancati ed inespressivi, quello sguardo gelido e vitreo, perso nell'ignoto.
Improvvisamente fu come se la sua mente avesse deciso di accettare quella consapevolezza rifiutata fino ad un attimo prima e nei tratti di quella sconosciuta riconobbe se stessa.
<<Com'è possibile?>> pensò <<Cosa mi è accaduto? Questo non può essere reale. Forse è solo un sogno, un incubo terribile dal quale non riesco a svegliarmi? Aiutatemi vi prego! C'è qualcuno? Riuscite a sentirmi? Vi prego aiutatemi, vi prego...>>.
Iniziò ad urlare e piangere disperatamente.
Nonostante le sue grida d'aiuto, nessuno sembrò averla sentita, nessuno le venne incontro.
Ancora solo quel buio, quel silenzio atroce e quel freddo pungente.
<<Non può che essere un incubo>>, pensò, <<non c'è altra spiegazione>>. Lentamente il suo corpo iniziò a cedere di fronte a quella scena che la sua mente non poteva accettare, né riusciva a comprendere.
Sentiva il suo corpo tremare a causa di quella terribile angoscia che le attanagliava il petto.
Si avvicinò ancora, si fece forza, allungò una mano nel tentativo di toccare i tratti di quel volto, per accertarsi che quell'immagine non fosse solo il frutto di un'allucinazione.
Non appena le sue dita sfiorarono quel viso, si rese conto che tutto ciò che aveva osservato non era affatto ciò che sembrava.
Non era più il suo corpo che stava toccando, ma quello della sua bambola di porcellana, quella che aveva tanto amato da bambina e che ora si sgretolava sotto il suo tocco riducendosi, a poco a poco, in un ammasso informe di cocci.
Le sembrò quasi di morire, non riusciva a respirare o a muoversi, né riusciva a parlare se non fosse per qualche gemito che, con ogni sforzo possibile, riusciva ad emettere nella speranza ormai vana che qualcuno potesse sentirla.
Piano piano, con enorme fatica, tornò finalmente alla realtà, ancora ansimante, con la fronte imperlata dal sudore, profondamente scossa e turbata.
Si rese conto che era successo di nuovo quella notte, anche se in modo diverso rispetto alle altre. Non ricordava affatto di essersi addormentata, anzi era quasi certa di essere sveglia.
Come ormai le succedeva da diverso tempo degli incubi notturni la perseguitavano.
Tutti i suoi sensi restavano in allerta, riusciva chiaramente a percepire tutto ciò che accadeva intorno a lei: sentiva i profumi, udiva i suoni ed i rumori.
Tuttavia il suo corpo si immobilizzava, sprofondando in una sorta di stato vegetativo, il respiro si faceva corto e pesante e l'inconscio iniziava il suo viaggio attraverso una dimensione sconosciuta, dolorosa, via via più intensa ed insopportabile.
Poi arrivava il punto di rottura, il momento esatto in cui Elisa, con tutte le sue forze si opponeva a quell'esperienza terribile e la mente si riappropriava del proprio corpo, riportando entrambi alla realtà.
Ma questa volta qualcosa di diverso era accaduto. Tutto le era sembrato più vivido e reale, le emozioni erano state intense, profonde e laceranti.
Non erano tanto quegli incubi a preoccuparla e spaventarla, quanto piuttosto quella sensazione di non riuscire a svegliarsi, la paura di non essere più in grado di distinguere esattamente i confini tra quelle dimensioni parallele, la veglia dal sonno, la sua esistenza reale da quella puramente immaginaria, frutto unicamente del suo subconscio. La sua più grande paura era quella di rimanere intrappolata tra due mondi diversi e lontani.
Purtroppo quegli episodi notturni non furono che il preludio di una serie di eventi che avrebbero minato nuovamente l'equilibrio che, solo di recente, Elisa aveva riconquistato a fatica.
I giorni che seguirono l'avrebbero cambiata per sempre, costringendola ad affrontare le sue più profonde e radicate paure, a dubitare non solo di quelle convinzioni e certezze costruite durante tutta una vita, ma perfino di se stessa.
L'imminente futuro le avrebbe presto svelato una verità il cui significato oltrepassava ogni logica ed umana comprensione, mostrandole una realtà inimmaginabile e fino a quel momento del tutto sconosciuta.

Cari lettori/lettrici, lo so, è soltanto il primo capitolo ma molto presto ne arriveranno altri! Vi va di dirmi la vostra opinione? ... sappiate che qualunque sarà, ne farò tesoro! 😘

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