Un nuovo inizio

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Era il 28 marzo 2013, la primavera si affacciava timidamente, mitigando le rigide temperature invernali.
Le foglie secche degli alberi cedevano il posto alle nuove arrivate, foglie giovani e sane, di un verde intenso e luminoso.
I fiori primaverili sbocciavano regalando allegre sfumature di colore a prati, siepi, aiuole, sentieri e strade, adorni di margherite, gelsomini, primule e glicini.
Le terrazze e i giardini si ripopolavano di camelie, narcisi, tulipani, giacinti, bucaneve, tingendosi di mille e intense sfumature di colore.
Gli uccellini avevano ripreso a cantare, si udiva il melodioso canto del merlo, quello gorgheggiato del verzellino e quello vigoroso del fringuello, mentre le rondini, con i loro cinguettii delicati, sfrecciavano nel cielo limpido in perfetta sincronia, creando rapidamente coreografie armoniose.
La Primavera, dunque, era finalmente arrivata e quando la natura risplende di mille colori e fragranze, porta con sé una sensazione di quiete e di serenità, allegria, fiducia, un barlume di speranza.
Quella stessa mattina erano appena le sei quando il telefono inizio' a squillare insistentemente. Valentina si svegliò di soprassalto <<Chi mai può essere a quest'ora?>> pensò fra sé. Si affrettò a prendere il cordless sul comodino e ancora assonnata si dovette concentrare per capire esattamente cosa le volesse comunicare il suo interlocutore.
<<Oh mio Dio, non posso crederci, non posso crederci! Arrivo subito!>> Valentina rimase immobile per un attimo, senza parole, poi scoppiò in lacrime.
Suo marito la osservò preoccupato <<Cosa è successo, vuoi dirmelo?>>
Valentina le raccontò brevemente quanto aveva appena appreso, poi andò in bagno a prepararsi per uscire. Indossò rapidamente un pantalone, una maglietta, scarpe da ginnastica e non perse tempo a truccarsi; poi diede un bacio a suo marito e alle cinque e mezza era già fuori casa, alla guida della sua auto, in corsa verso l'ospedale. 
Appena arrivata, trafelata per la corsa, cercò subito il medico che aveva in cura Elisa e quando lo intercetto' per poco non lo travolse
<<Buongiorno Dottore, mi scusi! Eccomi! Mi dica, cosa è successo?>>
<<Signora, la sua amica si è finalmente svegliata! E' confusa ma è del tutto normale in questi casi. Come le avevamo spiegato mesi fa, a causa del trauma cerebrale che ha subito, le speranze di una ripresa erano davvero remote, ma è una donna estremamente forte e quando stanotte ha aperto gli occhi, eravamo stupefatti, increduli direi!>>
<<Oh sì, è certamente una donna forte! Ma ha riportato danni? Cosa la aspetterà ora?>>
<<Non ricorda nulla di quanto accaduto, quindi toccherà a lei spiegarglielo ma con calma, non deve agitarsi.
A parte questo, devo dire che da una prima visita emerge un quadro clinico migliore di quanto potessi mai aspettarmi, considerando i mesi di coma. Le funzioni cerebrali non sono state compromesse, né sembrano aver subito danni irreversibili. Risponde agli stimoli esterni, riesce in qualche modo a farsi capire, anche presentando disturbi del linguaggio e delle funzioni motorie. Insomma, possiamo dire che è un vero e proprio miracolo! Non so in quale altro modo definirlo! E' come se, in questo lasso di tempo, il suo cervello avesse continuato a funzionare, a interagire, a ragionare, come se nulla fosse mai accaduto.
Signora, non vorrei sbilanciarmi prima di un'accurata visita neurologica e di ulteriori esami di accertamento, ma posso dirle che la sua ripresa sarà completa e richiederà tempi brevi>>
<<Grazie Dottore, grazie davvero, non so che dirle >> le strinse la mano con forza per esprimere tutta la sua gratitudine.
<<Mi creda, è tutto merito di Elisa, io non ho fatto nulla. Ora può vederla>>
Valentina si incamminò verso la stanza, cercando di ritrovare la forza e un po' di contegno; si asciugò le lacrime che le inumidivano il volto, non voleva farsi vedere in quello stato.
Non appena però raggiunse la stanza, entrò e vide la sua amica che la guardava con quei suoi bellissimi occhi azzurri, si rese conto che tutti i suoi sforzi erano stati inutili.
Non poteva trattenere la gioia di rivederla, di poterle finalmente parlare di nuovo.
I medici erano stati chiari fin dall'inizio, quando le avevano spiegato l'entità e la gravità del trauma cerebrale che aveva subito.
E ora invece era proprio lì, di fronte a lei, viva, con lo sguardo perso nel vuoto.
Valentina le si avvicinò lentamente, si sedette accanto a lei e senza aggiungere nulla, la abbracciò mentre le lacrime le scendevano ormai ininterrottamente, come se le avesse conservate per quel preciso momento.
Elisa cercò a sua volta di sollevare il braccio, ma senza risultato. Era ancora tramortita e debole, confusa e in attesa di una qualche risposta.
Non sentiva le gambe né le braccia, provò a muoverle ma con scarsi risultati; ogni parte del suo corpo sembrava intorpidita.
<<Va...cosa m....?>> era troppo stanca per continuare, ancora non riusciva ad esprimersi come avrebbe voluto, ma Valentina comprese che Elisa aveva bisogno di capire cosa fosse accaduto.
<<Tesoro so che sei spaventata, ma cerca di stare tranquilla perché il peggio è passato. Ora ti racconterò cosa è accaduto e perché ti trovi in questo posto. Ma se ti sentirai stanca fammi un cenno qualunque, rimanderemo a domani>>
Elisa le fece un cenno con la testa, aveva bisogno di sapere cosa stesse accadendo e come mai si ritrovava su un letto d'ospedale, esausta, spaventata, senza alcun ricordo di cosa l'avesse portata in quel luogo. 
<<Era circa metà novembre >> esordì Valentina <<Da poco avevi finito il trasloco e finalmente ti eri trasferita nella tua nuova casa. Eri così felice, il tuo corpo sprizzava gioia, ci ripetevi in continuazione che avevi realizzato la casa dei tuoi sogni! Il 28 novembre avevi un appuntamento con Filippo per un caso di un bambino che voleva sottoporti.
Quello stesso giorno la Protezione civile aveva diramato un allarme meteo per piogge intense, nelle regioni del centro Italia.
Eri in ritardo, come sempre del resto, così nonostante il brutto tempo, hai deciso comunque di prendere lo scooter.
La sera prima ti avevo addirittura chiamato per assicurarmi che prendessi la macchina almeno quel giorno, ma tu non hai mai sopportato il traffico congestionato e folle che si crea in città non appena cade qualche goccia d'acqua.
Così, mentre guidavi, un'altra macchina arrivo' ad alta velocità nel senso opposto, travolgendoti frontalmente e scaraventandoti sull'asfalto.
I soccorsi sono arrivati subito, ma tu avevi già perso i sensi. Da quel momento sei caduta in uno stato di profonda incoscienza, durato all'incirca quattro mesi.
<<Ma com'è possibile? Io ricordo di essere stata dimessa dall'ospedale>> pensò Elisa fra sé.
<<Hai dovuto subire diversi interventi chirurgici, ma tutti riusciti con successo>>
<<Ero in coma? Ma io .....Pe... Pe...>> non riuscì a proseguire.
<<Non agitarti adesso Eli. Pepe sta benissimo e ti aspetta a casa! Mi rendo conto che sei confusa ma non devi preoccuparti. Ho parlato con il medico e mi ha rassicurato sulle tue condizioni di salute.
Mi ha spiegato che in casi come questi, intendo dopo aver subito traumi del genere, può manifestarsi un'amnesia temporanea; è come se la memoria subisse un blackout out nel momento esatto dell'incidente. Dovrai avere pazienza e continuare ad essere forte perché avrai bisogno di tempo per recuperare le forze, ma durante tutto questo periodo io ti sarò accanto e vedrai che con il tempo la nebbia svanirà e tutto ritornerà come prima tesoro, devi credermi.
L'aspetto davvero importante è che il tuo cervello non abbia subito alcun danno, anzi sembra quasi che non abbia mai smesso di funzionare, come se avesse continuato a reagire, a pensare, a vivere.
Sai, i medici non ci avevano dato grandi speranze, ma stanotte tutto è cambiato quasi per miracolo. Ti sei svegliata e ora sei qui con me! Ma ti prego, promettimi che non mi farai mai più uno scherzo del genere, non potrei davvero sopportarlo.
È davvero incredibile, ho sempre saputo che la mia amica è una donna forte e in fondo sapevo che non mi avresti mai abbandonato>>
Elisa accennò un sorriso e comprese quanto doveva aver sofferto la sua amica, riusciva a leggerlo nei suoi occhi. Valentina, le si avvicinò e la abbracciò di nuovo, stringendola come non aveva mai fatto prima, nel tentativo di buttarsi alle spalle, il più velocemente possibile, quel doloroso capitolo della loro vita.
Elisa non riusciva a parlare ma nella sua mente si affollavano paure, pensieri di ogni tipo, riflessioni su quanto aveva vissuto e sentito in quel periodo. Era come un puzzle, su ogni tassello c'era una piccola parte del disegno complessivo: Matteo, il calore dei loro corpi avvinghiati ed ansimanti mentre facevano l'amore per l'ultima volta; poi Laura, quei suoi occhi blu, quel faccino dolce e la tenerezza di quel suo timido sorriso; il signor Ricciardi e la sua infinita tristezza fino al giorno in cui poté rivedere la sua famiglia.
<< So, so, sogno Lar, Laura...>>pensò a voce alta, con gli occhi lucidi.
Fece una pausa per riuscire a formulare una frase compiuta e sensata; non era mai stato così difficile articolare le frasi, mettere una parola dietro l'altra seguendo un filo logico.
Eppure la comunicazione è uno dei primi insegnamenti della vita, dell'infanzia e una volta acquisito diventa qualcosa di automatico, spontaneo e si dà per scontato.
È un po' come andare in bicicletta, una volta che hai imparato a pedalare, non puoi più dimenticare come si fa.
Elisa invece dovette accettare di non riuscire ad esprimere compiutamente i suoi pensieri, ma sapeva che Valentina in ogni caso l'avrebbe capita, perché in fondo tra loro non erano mai servite troppe parole, era sufficiente un semplice sguardo, un'occhiata fugace, una sola parola o un piccolo gesto.
<<Hai detto Laura? Chi è Laura?>> le chiese Valentina.
<<Bam, bambina, aiuto aiutato...>>
<<Capisco tesoro, ma ora cerca di stare tranquilla. Non posso immaginare cosa puoi aver vissuto durante questi mesi, so che la testa ti sta scoppiando, so che sei spaventata e che vorresti capire cosa è successo. Ma non devi fare troppo sforzi, il medico ha detto che devi assolutamente riposare. So che vuoi farmi tante domande, so che ora ti senti confusa, ma avrai tutto il tempo per capire, per ricordare ogni dettaglio. Ora devi solo impegnarti a riprendere le forze e tornare alla svelta a casa!  Me lo prometti?>>
Valentina prese la mano di Elisa, la appoggiò sul suo cuore, come facevano di solito quando si trattava di una promessa solenne, poi le schioccò un bacio sulla fronte mentre le accarezzava i capelli.
Elisa cominciava a sentirsi un po' meglio, sentiva il calore dell'affetto della sua amica di sempre, della sorella che aveva sempre desiderato e che, anche questa volta, era lì solo per lei, per starle accanto, per sostenerla ancora una volta.
Le prese la mano e la strinse <<Gra, grazie, bene>>
<<Te ne voglio tanto anch'io Eli>>
<<Non mi vorrete far commuovere vero?>> disse una voce sulla soglia della porta.
<<Eccoti finalmente!>> esclamò Valentina sorridendo>>
Elisa riconobbe subito quella voce e senza neanche rendersene conto fu travolta da una forte emozione, che per un istante le fece dimenticare tutti quei dubbi e domande che le affollavano la mente.
Valentina ne approfittò per tornare a casa, farsi una doccia e riposare un po'.
Thomas le si avvicinò e la guardò con un'infinita dolcezza, senza dire nulla.
I suoi occhi parlavano per lui, erano luminosi, brillanti e riflettevano un miscuglio di sensazioni che pulsavano dentro la sua anima.
Anche Elisa lo guardava intensamente e i suoi occhi iniziarono ad inumidirsi per l'emozione.
Era davvero un ragazzo bellissimo e anche se l'aveva sempre saputo, era come se lo vedesse per la prima volta. Non sapeva spiegarsi come, ma aveva come la sensazione di aver sentito la sua mancanza, di aver bisogno del suo sorriso, del suo affetto, della loro complicità, delle loro lunghe chiacchierate e delle loro confidenze.
Il cuore le batteva all'impazzata.
Thomas le aveva sempre dimostrato quanto tenesse a lei, quanto la considerasse importante e preziosa; nei suoi confronti nutriva un affetto diverso da quello che si prova per un'amica qualunque ma per rispetto di Matteo e per il timore di rovinare la loro amicizia, l'aveva sempre negato, cercando di scacciarlo con forza dalla sua mente. 
Ma quel giorno, mentre continuavano a fissarsi, entrambi si resero conto del legame che li aveva uniti da sempre, sentirono quel sentimento travolgerli senza via d'uscita; per lungo tempo quel sentimento era stato emarginato, escluso, sottovalutato e ora prepotentemente cercava di farsi spazio reclamando la sua esistenza e la sua importanza.
Elisa cercò con tutte le sue forze di sollevare la mano per accarezzarle il volto, lui la prese e l'aiutò. Ne seguì i lineamenti, ne ammirò i tratti perfetti e lineari.
Thomas, a sua volta, mentre i suoi occhi si riempivano di lacrime, la strinse forte quasi a volerla proteggere dal mondo intero e trattenerla per sempre accanto a sé.
Lentamente i loro corpi si avvicinarono, le labbra si sfiorarono dolcemente. 
Poi seguì quel bacio, delicato ma intriso di emozioni e di parole mai pronunciate, di sensazioni intense ma mai palesate.
Il tempo fu complice e sembrò fermarsi in quel preciso istante per concedere loro di recuperare il tempo perduto.
Quel bacio, intimo, autentico, profondo, caldo, pulsante, durò per un tempo indefinito, spazzando via il resto del mondo...

Ci sarà sempre un'altra opportunità, un'altra amicizia, un altro amore, una nuova forza. Per ogni fine c'è un nuovo inizio.
A. de S-E

Cari lettrici/lettori,
sta arrivando il prossimo e ultimo capitolo... vi aspetto!!!

E a proposito dell'AMORE...
L'amore muove e smuove l'intero Universo e oltre...
Mi riferisco al sentimento d'amore in ogni sua forma, accezione e sfumatura...

L'Amore potente, viscerale, istintivo, intenso, ineguagliabile, straordinario, sconfinato, smisurato, infinito, verso i propri figli.
L'Amore insostituibile, solido, duraturo e naturale nei confronti della propria famiglia.
L'Amore fraterno, innato, spontaneo, nei confronti di un fratello o una sorella o verso un'amica o un amico.
L'Amore spirituale, invisibile, incorporeo, mistico nei confronti del proprio Dio.
L'Amore sincero, semplice, immediato, libero nei confronti del proprio animale domestico.

E poi... L'Amore romantico, tenero, incondizionato, travolgente, appassionato, coinvolgente, puro, eterno, erotico, platonico, sofferto, taciuto, vietato, impossibile...

L'amore non ha confini, né limiti o impedimenti e ogni forma di amore è unica, ha una sua storia, ha la sua importanza che non dovrebbe mai, in nessun caso, essere sottovalutata, minimizzata o derisa.

L'Amore non si deve suddividere o frazionare, perché può solo crescere, espandersi, diffondersi, moltiplicarsi.

L'amore che anima, rigenera, pervade, riempie, stimola, scalda, guida... Sempre e per sempre.

"Non sia mai ch'io ponga impedimenti all'unione di anime fedeli;
Amore non è Amore se muta quando scopre un mutamento o tende a svanire quando l'altro s'allontana.
Oh no! Amore è un faro sempre fisso che sovrasta la tempesta e non vacilla mai;
è la stella-guida di ogni sperduta barca,
il cui valore è sconosciuto, benché nota la distanza.
Amore non è soggetto al Tempo, pur se rosee labbra e gote dovran cadere sotto la sua curva lama; Amore non muta in poche ore o settimane, ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio: se questo è errore e mi sarà provato, Io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato."
W.S.

La Figlia dei ViciniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora