IMBRANATO (Niccolò)

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«Anita fammi respirare!» Alzo la voce.

«Fratello tu non mi stai ascoltando, sei attaccato a quel cazzo di cellulare da tutta la mattina, che problemi hai?!»

«Scusami, hai ragione, ma sei eccessiva, lo tiro fuori ogni tanto per vedere se mi hanno cercato.»

«Chi ti dovrebbe cercare ogni trenta minuti? Poi scusa, metti la suoneria alle notifiche, così smetti di fare l'imbecille e ti dedichi alla tua migliore amica, che ha tanto bisogno di te!»

«Le notifiche mi stanno sul cazzo, e poi lo sai che tra i miei, Sara, sua sorella, e gli amici non ne esco vivo.»

«Oh poverino, tutti lo cercano, tutti lo vogliono.» mi prende in giro lei.

«Non tutti a quanto pare» dico a denti stretti.

Sono passate due interminabili settimane dal weekend in cui avrei dovuto tirare su Elena e invece sono andato da Rossana. Quattordici giorni in cui né una, né l'altra, si è degnata di darmi un segno di vita.

Rossana ha preso possesso dei miei pensieri, merda, non me la tolgo dalla testa e dal mio uccello: neuroni e ormoni kaputt!

Anita mi passa la seconda birra della serata, tira su una canna e mi parla ininterrottamente per un'ora del suo ragazzo, nonché mio grandissimo amico, che anziché pensare a cercarsi un lavoro, vuole fare il cantante. Matteo è bravo, ha una bella voce e una grande espressività, ma il suo sogno non è mai decollato, purtroppo stiamo diventando grandi veramente, il tempo per le cazzate sta finendo.

«Lo sai sorella, io sono per inseguire i propri sogni, tu lo hai conosciuto così, perché ora vuoi cambiarlo?»

«Stiamo per varcare la soglia dei venticinque anni, dopo di che i trenta saranno ad uno schioppo! Io voglio una famiglia: cinque figli, due cani, la villetta col giardino. Voglio quello che desiderano tutte, tranne l'altare e il velo bianco, ma per il resto il full service!»

«Uff, sta fissa della famiglia! Basta! Quando sarete pronti arriverà, no? Magari non sarà neanche lui la persona con costruirai tutto, perché ci devi pensare oggi?» Senza rendermene conto mi sto scaldando. La mia amica mi guarda come se volesse folgorarmi.

«Tu non capisci un cazzo di sentimenti!» sentenzia.

Ora stiamo litigando, è ufficiale.

Ma perché cazzo litighiamo noi? Non sono io il suo ragazzo!

«Pensavo che una vita insieme a Sara ti avesse insegnato cos'è l'amore, un minimo di dedizione all'altro..., ma a quanto pare non ne sai niente, oppure ti sei dimenticato!»

«La mia storia con Sara si basava sulla libertà, eravamo due ragazzini che facevano esattamente quello che volevano, io non mi sono fatto mancare nulla, a parte scopare con altre.»

«Tu... tu non ti sei fatto mancare nulla! Lei ti assecondava e seguiva come un cagnolino, quando glielo permettevi almeno. Vacanze da solo con i tuoi amici, weekend, tornei, tutti i fottuti sport inimmaginabili! Lei non ha mai avuto il coraggio di imporsi.»

Ok, sono senza parole. Non l'avevo mai vista così.

Non voglio pensare ora a questa versione della mia unica storia d'amore.

«Vado a casa Anita, non ho voglia di discutere con te, non ci sto con la testa», dichiaro sconfitto.

«Io vorrei solo che lui vedesse un futuro con me, avesse della progettualità, iniziasse a crescere sperando di diventare un uomo, l'uomo che starà con me e con una futura famiglia, vorrei vedere in lui lo stesso desiderio.»

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