DONNE

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Il ragazzo che ha padroneggiato le mie fantasie e cavalcato le mie illusioni da troppo tempo ormai, si apre finalmente ad una spiegazione che non è quella più ovvia, ma sembra altrettanto vera, troppo vera, a tratti.

Quella Elena non me la tolgo dalle palle neanche nella mia dichiarazione d'amore.

D'amore? Vabbè... non esiste un'espressione per una dichiarazione del "mi piaci" e quella lì ci sta come un brufolo sulla fronte, oltre ad essere brutto e stonato, sanguina e brucia... Cazzo quanto brucia!

Finisco di prepararmi, ancora in preda all'ictus che mi ha colpita poco fa e mi ha lasciata giuliva e inebetita. Facciamo colazione insieme a casa: lui mi prepara un cappuccino, le crepes con la nutella ed una macedonia di frutta.

Hai capito il pisellone, vuole viziarmi.

«Posso chiederti una cosa?» mi dice mentre mangiamo. Io annuisco, anche se non sono sicura di aver superato la paresi.

«Perché sei sparita dopo il nostro weekend?»

Prendo un respiro profondo e mi impegno a vuotare il sacco.

Niccolò, io non so cosa fare con te, né con me che mi relaziono a te.

Oggi mi hai detto cose che non erano logicamente immaginabili. La cosa più ovvia, che la mia testa e le mie amiche mi hanno ripetuto fino alla nausea, è che non ti piaccio abbastanza. Se tutti gli indizi portano a quello, non posso far altro che darti il beneficio del dubbio attendendo che sia tu a venire da me, per dimostrarmi che non era solo sesso: grandioso, saltuario, per nulla esclusivo. Per me non lo sei mai stato, io sono già fottutamente innamorata di te.

Invece non dico nulla. Sarebbe bello poter dire la verità, ma mi limito a un «Non sapevo come comportarmi.»

«Capisco.»

«Ora sono io che faccio una domanda a te.»

«Spara!»

«Quindi che si fa? Intendo io e te... Cosa? Come?» fortunatamente non mi fa finire, anche perché io non saprei come finirla questa interrogazione balbettata.

Che patetica figura di merda! Co-co-co, cu-cu-cu... Tanto valeva fargli un bigliettino con "ti metti insieme a me SI o NO?"

Lui ride e si gratta la testa in un evidente tentativo fallito di celare l'imbarazzo. Spero sia un buon segno, almeno non ha preso la porta a gambe levate.

«Io direi di uscire insieme e vedere come va, che ne dici?» Mi guarda di sottecchi mentre beve la tazza di latte.

«Ok» replico ben poco convinta.

Che risposta è? Quindi che significa, che continui a scoparti anche il brufolo?

«Credo che questo possa significare che puoi scrivermi senza paura, che dici?»

Ah ah, simpaticissimo. La sua arroganza non la gradisco, ma il sorrisetto con cui lo dice mi fa venir voglia di mordergli quelle belle labbra carnose.

Il suo cellulare inizia a suonare, lui lo guarda, gira il display e lo ignora.

Eccola la carogna del dubbio che si insinua nella testa già dolente.

Sto per dirgli che non posso. Non ce la faccio a non capire cosa siamo. Per me la fase dell'"usciamo e ci frequentiamo" è già bella che andata!

Prima che possa parlargli ancora, però, Sofia irrompe in casa come una furia: «Ross!» Non parla, urla: «Tu!» arrivata in salotto, la vedo indicarlo incazzata come una iena, e l'uomo che voglio, che forse ho qualche speranza di avere, la uccide con il suo bellissimo sguardo tagliente.

NON SOLO NOIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora