SOMEONE YOU LOVED

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«Adesso tu mi spieghi cosa ci trovi in uno così?»

Sono sotto assedio e non me lo merito, vado consolata non attaccata, cazzo!

«Oh Santa Cleopatra, ancora?»

«Sì, ancora!» insiste lei più arrabbiata di me.

«Dai Sofia, lasciala stare, ti stai scaldando troppo.» Camilla prova a darmi una mano, ma temo voglia solo placare i modi senza interrompere la guerra.

«Forse è vero, ma quello è un presuntuoso di merda!»

Questa definizione quanto meno non prevede l'uso improprio di sproloquio.

«Ehi, solo perché sei incazzata con il tuo uomo, non vuol dire che l'occhio con cui guardi al mondo debba vedere merda su chiunque!» Mi sento ferita dai suoi attacchi, sono giorni che mi ripete cosa pensa di Niccolò e non sono opinioni lusinghiere e se lui è il mostro che lei dipinge io sono una patetica deficiente.

«Ex» ringhia. La vedo quasi la bava alla bocca.

Simona prova a riequilibrare la situazione, senza lasciare andare l'argomento: «Ok, apro una bottiglia di vino, ricominciamo da capo con calma e tu», dice indicando Zoe «fai una canna, di maria, per favore, che i nervi qui bisogna placarli».

«La storia è molto semplice» esordisce Sofi, «Rossana Pirovano si è rincoglionita, cioè lo era già, ma ora, ha toccato il fondo del barile!»

«Beh, grazie tante!»

So perché dice così e ne stiamo parlando questa sera perché inizio a vacillare sotto alcuni aspetti e sono stata io a chiedere consiglio alle mie amiche che si sono riunite nel salotto di casa nostra.

«Quindi ti sei fidanzata?» dice Simo, con un tono che ha del timoroso.

«Fidanzata, che parolone!» mi sento rispondere.

Anche se era quello a cui auspicavo, no?

«Lui la marca stretta manco fosse a Bagdad sotto fuoco nemico! Stanno insieme da quanto, un paio di mesi? E ti abbiamo vista sì e no due volte, non torni mai a casa, non passiamo del tempo insieme» che sia Camilla a dirlo, mi stupisce non poco.

Sofi continua nella sua arringa: «Tu venerdì sera non c'eri Simo, ti sei persa una bella serata, almeno fino a che il bel cazzone non ha dato di matto dentro e fuori dal locale.»

«Mi hanno accennato qualcosa», e la sua preoccupazione si palesa nelle sottilissime rughette di espressione attorno agli occhi. Gli stessi che hanno pianto troppo nella loro vita e che mi ricordano tanto la sua mamma.

«Cos'è successo esattamente?» chiede per avere maggiori dettagli.

Prendo la parola io: «Eravamo al TheCube, avevamo fatto l'aperitivo solo noi ragazze, poi in serata ci avrebbero raggiunto lui e i suoi amici. Ci stavamo divertendo, come sempre, abbiamo bevuto un paio di consumazioni; avevano appena iniziato ad alzare la musica, il locale doveva ancora riempirsi» sorseggio il mio calice, che ne ho decisamente bisogno.

«La pista era vuota, abbiamo iniziato a ballare tra di noi, a strusciarci, facevamo finta di fare le cubiste, non eravamo per niente a caccia! Qualcuna imitava per fino Beppe, hai presente?»

«È nella sala numero uno, ascolta la musica della sala due e balla la musica della sala tre!» dice Zoe che non vede l'ora di tirare fuori questa vecchia presa per il culo.

«Esatto! Insomma... niente di nuovo» ribadisco io.

«Tanto esagerate che nessuno si è avvicinato!» sottolinea Sofi.

NON SOLO NOIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora