Quando Rossana è tornata a casa quella sera di metà luglio non potevo credere ai miei occhi: era spettinata e stravolta, non solo fisicamente, aveva il viso ed il collo perlato di sudore e lo sguardo allucinato di chi vede i fantasmi. Non ho osato chiederle nulla perché sapevo quanto mi bastava in quel momento: stava male, davvero di merda.
Ho temuto di affrontare la sua realtà da sola, poiché anche la mia era, al momento, ancora una cacata pazzesca, per cui le ho imposto una doccia, la cena tra amiche e le futili chiacchiere che ne sono seguite, poi l'abbiamo lasciata andare a letto, tra le lacrime nascoste, che non le abbiamo asciugato. Non le volevamo saltare al collo risultando invadenti. All'indomani, però, ho chiamato a raccolta nuovamente tutte ed alle sette di sera eravamo radunate dietro la porta di casa ad aspettare solo che rientrasse dall'ufficio.
La sua luce era diversa quel giorno ed è rimasta tale. I suoi occhi sono cambiati. Se non vivessi con lei dubiterei che faccia uso di droghe, quelle vere: è dura, fredda e la sua ironia immutata va di pari passo con un sarcasmo che le è del tutto nuovo.
Ha raccontato quanto successo senza lacrime, con una distanza che non le è mai appartenuta.
Abbiamo combattuto tanto per non inaridirci, ma probabilmente è più facile quando i colpi che ricevi non vanno mai davvero a fondo.
---Ce l'hai fatta? --- Domando via WhatsApp alla mia amica, che è seduta accanto a me sul divanetto nella nostra area riservata del privé.
---Sì, non è stato facilissimo. Te lo mando! --- Mi risponde Zoe e mi gira quell'agognato numero di telefono.
Non mi sono mai intromessa nella vita di nessuna delle mie amiche e prima di procedere con il mio piano abbiamo votato all'unanimità.
Appena entrate alla festa di compleanno di Zoe, li ho visti, me li ricordavo tutti i loro volti. Non potevo sbagliarmi: i cretini del TheCube, gli amici dello stronzo.
Rossana li aveva ignorati volutamente, sparendo dall'altra parte della discoteca, dove fortunatamente avremmo trascorso la nostra serata.
Ero convinta che nessuno di loro si ricordasse di Zoe. Il cervello tende a memorizzare solo alcune delle informazioni presenti in una situazione e lei non faceva parte della scena madre. Ha affiancato uno di loro, gli ha sfilato il cellulare, ha preso il numero e ha fatto finta di restituirglielo da terra.
Le mie mani di fata.
Un giochino che facevano i nostri compagni delle medie. Gli altri a rubare ci sono andati davvero, però.
Le passo accanto e le batto un cinque sussurrandole un «Top!» che sentiamo solo noi.
È l'una in Italia, in qualunque posto del Sud America si trovi dovrebbe essere sera. Perfetto.
---Ciao sono Sofia e mi auguro di non dovermi presentare più di così. ---
Un po' stronza, lo ammetto, ma la mia opinione su di lui è solo peggiorata. Lo faccio per Ross; rivoglio la mia amica.
Non mi aspetto che mi risponda subito, invece lo fa.
---Ciao Sofia. ---
Digita qualcos'altro, ma non appare nulla. Mi nascondo nel bagno, tornando a scrivergli senza farmi notare.
---non sono solita intromettermi nella vita degli altri, ma voglio davvero bene a Ross e c'è qualcosa che non mi quadra in quanto è successo. ---
Nico è ancora online e mi risponde immediatamente: --- Perché cosa è successo? ---
---Stai scherzando? ---
Ci è o ci fa?
---No. Se ti riferisci al TheCube mi dispiace davvero. Avevo intenzione di scusarmi con te e lei di persona, ma non ne ho avuta occasione---
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NON SOLO NOI
RomantikRossana vive una vita apparentemente tranquilla fatta di incertezze sul futuro e amiche leali e invadenti. Una sera, senza aspettarselo, apre la porta al suo passato: un ragazzo che non vede dai tempi delle elementari, che all'epoca detestava ed evi...