NOTHING ELSE MATTER (Niccolò)

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Non la sento da quel fottutissimo venerdì notte. Non ce la faccio più ad aspettare ed eccomi sotto casa, a chiederle la possibilità di spiegarmi.

Le luci sono accese e vedo movimento in terrazza. Non è sola. Ho scritto, ma sto pensando di citofonare, quando un tipo esce dal portone, mi squadra dalla testa ai piedi in un modo che non mi piace e mi dice con una voce che pare Axl Rose: «Cerchi qualcuno?»

«Stavo...» tentenno perché ho appena letto la risposta di Ross ed è inutile restare piantonato qui, «sto andando via» mi correggo e mi rivolgo a quel primo piano, dove c'è lei, circondata da un tifo che mi è decisamente contrario.

«Iannone?» Mi dice Axl.

Stupito dal mio cognome sulla sua bocca, annuisco. « E tu sei...?»

Questo ragazzo è il doppio di me. Ha un grosso tatuaggio che esce dal colletto della t-shirt e si allunga sulle vene del collo taurino.

Decisamente un tipo poco raccomandabile.

Non so perché mi conosca, ma lo immagino. La zona in cui Ross è cresciuta e vive è peggio del mio piccolo paesello e questo qui mi sa che fa parte della sua compagnia.

Non lo temo, anche se so che se mi acchiappa mi fa male.

Quante volte hai fatto a botte Nico? Troppe. Il tuo peggior nemico resti sempre tu e non fai mai pace con te stesso.

Stasera prendi quattro schiaffi e sai che c'è? Te li meriti tutti perché sei un coglione!

Spero solo che non sia uscito da casa sua. Riesco solo a pensare che, se fosse un suo amante non mi risparmierò nel confronto.

«Sono Emanuele» mi risponde indugiando sulla mia espressione contrariata.

Emanuele, mi sa che non sarà un piacere!

A parte l'atteggiamento da tamarro di periferia, mi osserva senza dire altro: non si agita, non parla, non minaccia; mi osserva come se potesse rispondersi da solo a chissà quali domande.

«C'è qualcosa che vuoi chiedermi?» domando infine. Questa sua aria indagatoria mi infastidisce e non sono ancora sicuro di chi cazzo sia o sia stato per Ross.

La schietta serenità con cui lo incalzo lo stupisce. Deve essere abituato ad un altro tipo di reazione.

«Bella moto, James Dean, andiamo a fare un giro.» Non me lo sta chiedendo, me lo sta ordinando.

Rossana non si schioderà da casa tanto presto ed io voglio sapere chi è e cosa vuole questa montagna di simpatia da me: «fai strada amico.» Lo dico e indosso il casco, pronto a seguirlo.

La sua Ninja verde acido parte a velocità di crociera e si dirige verso le tangenziali per poi immettersi sulla Milano - Meda conquistando troppa velocità.

Non tutti quelli che hanno una moto sanno guidarla, lo si capisce da come consumano i pneumatici, da come prendono le curve, dalla postura e dalla sintonia con il mezzo. Lui ama la sua moto e la conduce spedita verso l'uscita Como.

Ad un certo punto rallenta e mi fa cenno di avanzare. Lo supero e lo porto a Bellagio, una zona che frequento con i miei amici d'estate. Non c'è nulla lì, solo ville lussuose a centinaia di metri l'una dall'altra e la sponda del lago.

Se ci dobbiamo ammazzare, tanto vale non dare fastidio a nessuno.

La strada poi è una figata, do di gas e lo sconosciuto dietro di me mi segue; non esagero perché la sua moto è palesemente più veloce, non voglio provocarlo, tanto meno fargli credere che tento di scappare.

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