Alle dieci e diciotto Jack le aveva scritto un messaggio "Tutto bene. Torniamo a casa."
Erano poche parole, ma la rassicurarono.
Posò il cellulare sul bracciolo del divano solo il tempo necessario per rivestirsi con la vestaglietta di seta. Non avrebbe telefonato a suo fratello nuda.
Il segnale di libero non durò più di due squilli.
«Deja come stai?»
L'apprensione nella voce di Giacomo le scaldò il cuore. A volte era un vero coglione e aveva messo tutti loro in un grosso casino, ma era sempre il suo fratellone e gli voleva un gran bene.
«Sto bene» disse guardando Damian nella stanza accanto. Era al telefono anche lui. Stava ordinando il pranzo per entrambi.
«Troverò il modo per riportarti a casa molto presto, vedrai» disse Jack, determinato.
«Pensa a trovare i soldi per saldare il tuo debito con Sorce. Non hai ancora finito con lui.»
«Ma tu cosa...» Giacomo lasciò la frase a metà e Deianira capì cosa non riusciva a domandarle.
«Mi passi Gaia?» tagliò corto. Non voleva parlare con lui di quello che faceva.
«Sei sicura Deja?» l'insistenza di Giacomo la irritò. Lo sapeva anche lui che non poteva aiutarla, che non avrebbe mai trovato i soldi per pagare il debito con Sorce e anche quello con Damian. Allora che voleva? Che lo tranquillizzasse? Che gli dicesse che le andava bene restare lì a fare la puttana?
«Sicura» disse secca. «Passami Gaia, Jack.»
«Deja!» esclamò Gaia.
«Ehi! Stai bene?»
«Io sì.» La voce tremula le disse quanta paura aveva avuto e quanta ne aveva adesso per lei.
«Sto bene anche io. Devo sistemare alcune cose, ma torno a casa presto. Promesso.»
«Ok.»
«Tu tieni d'occhio Jack.»
«Ok.» Pausa di silenzio. «Deja?»
«Dimmi.»
«Quanto sono grossi i guai in cui ti trovi?»
Deianira sorrise, commossa. Non era riuscita a nasconderle nulla. Nonostante avesse solo sedici anni, Gaia era già più matura di Giacomo.
«Posso gestirli» disse guardando verso Damian.
Scambiarono poche altre parole e poi si salutarono. Non volle riparlare con Giacomo. Riattaccò.
«Sta bene tua sorella?» le domandò Damian. Era appoggiato contro il bancone della cucina.
«Sta bene.»
«Mi fa piacere.» Il tono era sincero, ma Deianira non voleva parlare di quello con lui.
«Hai ordinato il pranzo?»
«Bistecca e insalata per entrambi.»
«Mi piace.»
«Bevi anche un bicchiere di vino rosso?»
«Sì, volentieri.»
Damian aprì una cantinetta piena di bottiglie e ne estrasse una, girandosela tra le mani. «Hai fame?»
«Sì» disse Deianira, quasi sorpresa da quella constatazione.
Non aveva sentito nessuna avvisaglia fino a quel momento, ma ora si scopriva affamata. Non era così strano, non aveva mangiato praticamente niente dal pomeriggio del giorno prima. Era sorpresa anche da quella conversazione così "normale". Forse la prima che avessero.
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D.D.
RomanceA volte la vita colpisce duro, Deianira lo sa bene. A volte si cade così in basso che l'oscurità ti avvolge e sembra che non ci sia più modo di tornare a rivedere la luce. Le tenebre che avvolgono Deianira hanno un nome, Damian, e una predilezione p...