Capitolo 26 - Dimenticata?

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Il vecchio edificio si trovava subito alle spalle della città, in una zona tra vecchi fabbricati e nuovi capannoni. Un tempo doveva essere stato un qualche tipo di magazzino, ma era evidente che fosse abbandonato da tempo. All'esterno il cortile era invaso dalle erbacce e da detriti di vario genere, le facciate avevano perso buona parte dell'intonaco e le vecchie vetrate erano opache di polvere. Una vegetazione infestante aveva inglobato la rugginosa recinzione perimetrale fino a farla sparire in più punti.

Scendendo dal furgoncino della produzione, Deianira si guardò attorno. Sentiva il traffico provenire dalla strada e i suoni di lavorazione dai capannoni vicini, ma non vedeva niente se non vegetazione e il vecchio edificio. Sembrava di essere fuori dal mondo. Si sentiva fuori dal mondo.

Guardò i ragazzi della troupe scaricare le attrezzature e dirigere verso la porta d'ingresso dell'edificio, un portellone di ferro scrostato.

«Sei proprio uno schianto vestita da sexy segretaria» le disse Big B, affiancandola.

«Lo hai già detto» rilevò Deianira, ma era più compiaciuta che infastidita. Lo aveva detto appena l'aveva vista uscire dal camerino e ripetuto quando le aveva tenuto aperto lo sportello per farla salire sul furgone.

Lo guardò vestito nell'informe tuta blu slavata che lo faceva sembrare ancora più grosso. «Tu sei inquietante.»

«Grazie!» sorrise Big B, compiaciuto e poi fece la faccia cattiva. Faceva paura.

Alle loro spalle, dal cancello entrò una grossa berlina della Mercedes, color grigio scuro. A Deianira venne da ripensare alla sfuriata di Esteban per il colore sbagliato.

«Non mi pare troppo diversa dal nero.»

«Non ti far sentire da Esteban!» ridacchiò Big B.

Il ragazzo che scese dall'auto aveva la faccia di un condannato a morte.

«E neanche da lui» aggiunse a labbra strette, cercando a gran fatica di assumere un'espressione seria.

Deianira scoppiò a ridere tanto forte che dovette aggrapparsi al braccio di Big B per non cadere.

Girando alla larga dal ragazzo, si avvicinarono alla macchina per vederla meglio. Era lucida e con ancora l'odore di nuovo. Big B andò ad aprire il bagagliaio.

«Madame, che ne pensa del suo alloggio?»

«Penso che consiglierò quest'auto a tutte le mie amiche per essere rapite.»

Ridendo, Big B richiuse il bagagliaio.

Deianira si incamminò verso il capannone, in equilibrio precario. Il piazzale pieno di crepe e detriti non era il massimo per camminare con i tacchi alti.

«Che ne dici di fare una prova del tuo ingresso?» la raggiunse Big B.

Non attese risposta e se la issò in spalla senza sforzo. Deianira protestò, ma senza troppa convinzione. La cocaina l'aveva fatta rilassare e si stava divertendo con Big B.

Fu portata in spalla fin dentro il vecchio magazzino. L'interno era diviso tra una zona di ingresso in totale stato di abbandono e un grande locale dove il pavimento in cemento era stato appena lavato. I ragazzi della troupe stavano lavorando per sistemare luci, attrezzatura e videocamera. La catena a cui sarebbe stata appesa pendeva da una delle grandi capriate del soffitto.

All'idea di cosa stava per succedere, Deianira sentì l'agitazione crescere.

«Facciamo l'intervista» annunciò Esteban facendo loro cenno di raggiungerli. Deianira seguì Big B verso due vecchie sedie nere. Cercò Massi tra gli operatori, ma non lo vide. Aveva sperato di trovarlo lì, un volto amichevole le avrebbe fatto piacere. Non conosceva nessuno dei ragazzi che stavano lavorando attorno a lei.

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