Interno di un appartamento, una camera, un letto e una ragazza che dorme con un comodo pigiama. La porta di casa si apre ed entra un uomo elegante, giacca e cravatta, con l'aria stanca.
Deianira posò il bicchiere vuoto sul tappeto e cercò di concentrarsi sul video. Cercò di non pensare a quello che aveva appena fatto. L'attrice era un'altra ragazza, meno prosperosa; lui invece era lo stesso attore del filmato precedente. Damian voleva che si toccasse di nuovo. Dopo le avrebbe fatto fare un video come quello? L'avrebbe obbligata a farsi sculacciare da quel ragazzo? Avrebbe dovuto scopare con lui?
La ragazza non ha rimesso a posto i piatti dopo la cena e ha lasciato i panni sporchi sparsi sul pavimento del bagno.
Avrebbe scopato con uno sconosciuto di fronte a una videocamera, davanti al cameraman e a quanti altri? E Damian sarebbe stato lì a guardarla come la guardava ora?
Lui la raggiunge in camera, la desta e dopo una breve reprimenda la obbliga a stendersi sulle sue ginocchia. Le fa abbassare i pantaloni del pigiama.
Deianira, lentamente, aveva ripreso a toccarsi. Guardava il video e pensava di essere al posto della ragazza, di recitare il ruolo della bambina monella e farsi punire. Avrebbero potuto vederla tutti mentre veniva sculacciata. L'avrebbero guardata lamentarsi e contorcersi per sottrarsi alla punizione. Avrebbe ceduto, si sarebbe fatta calare i pantaloni, le mutandine e sculacciare ancora. Avrebbe finto che le piacesse per la videocamera. Avrebbe recitato.
Al pensiero emise un ansito. Il vino doveva averle dato alla testa perché con la sua mano aveva smesso di coprirsi il seno e ora ci stava giocando. Era quello che Damian le aveva ordinato di fare e lei lo faceva perché doveva ubbidire. Non si carezzava perché le piaceva anche se i suoi capezzoli erano turgidi, sensibili e titillarli le dava piacevoli fremiti.
La ragazza viene sculacciata, il cotone bianco delle mutandine spicca sulla pelle arrossata del sedere. Lei si lamenta, ma soggiace al suo daddy. Le fa male e le piace.
Deianira ricordava molto bene quella strana sensazione, l'insieme di dolore ed eccitazione. L'aveva fatto con Franci. Lui l'aveva fatta piegare, mani sul tavolo e l'aveva sculacciata, le aveva tirato giù gli short e le aveva fatto il culo rosso, poi le aveva tolto le mutandine e l'aveva scopata.
Con un gemito Deianira accentuò il movimento delle dita passando da carezzarsi la clitoride ad affondare dentro di sé, e viceversa, in un alternarsi alla ricerca del massimo piacere.
Damian stava guardando quanto le piaceva. Tutti avrebbero visto quanto le piaceva. Era umiliante. Sì, lo era. Si vergognava, ma doveva farlo. Doveva ubbidire oppure... doveva... voleva...
L'orgasmo le strappò un urlo. Venne gemendo e uggiolando, chinandosi in avanti fino quasi a posare la fronte sul tappeto.
«Non ti fermare» ordinò Damian. «Continua. Vieni di nuovo.»
Con un lamento, Deianira ubbidì. Le dita continuarono a lavorare. Ci volle poco e venne di nuovo.
Subito dopo si rese conto di cos'aveva fatto. Le era piaciuto? No, non...
Che le era preso? E cos'era quel silenzio?
Il televisore era spento. L'unico suono rimasto nel soggiorno era il suo respiro ansimante, intervallato da bassi gemiti. Lei era stata lo spettacolo che Damian si era goduto.
«Ora basta» stabilì lui, come non fosse stata sua l'idea che lei se la spassasse davanti ai suoi occhi. «In ginocchio, Deja.»
Deianira si era a malapena accorta di essersi chinata in avanti. Ubbidì.
![](https://img.wattpad.com/cover/367821115-288-k102264.jpg)
STAI LEGGENDO
D.D.
Lãng mạnA volte la vita colpisce duro, Deianira lo sa bene. A volte si cade così in basso che l'oscurità ti avvolge e sembra che non ci sia più modo di tornare a rivedere la luce. Le tenebre che avvolgono Deianira hanno un nome, Damian, e una predilezione p...