Capitolo 3 - Prima regola

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Deianira voleva sapere cosa avrebbe dovuto fare, ma aveva troppa paura. Paura di chiederlo e anche di non essere in grado di sopportarlo una volta che lui glielo avesse detto.

«Li vuoi ancora i trentamila?»

La risposta era ovvia, ma lui voleva che lei lo dicesse.

«Sì» esalò Deianira col poco fiato che i suoi polmoni riuscivano a espirare. Aveva il respiro corto per il panico.

«Allora spogliati» disse Damian, anzi lo ordinò.

Deianira lo guardò senza riuscire a muoversi. Lui andò a sedersi al tavolo e si accese un'altra sigaretta.

Provò a parlare, ma la voce non le uscì. Ci riprovò. «Se lo faccio, se faccio quello che vuoi, mi darai i soldi?» riuscì a domandargli.

«Spogliati» ripeté Damian.

Deianira esaminò le sue opzioni e non ne aveva. Se ubbidiva poteva ancora sperare, se non lo faceva non avrebbe avuto niente.

Iniziò dalle scarpe. Aveva dei sandali aperti. Li tolse spingendoli via con i piedi e sbottonò i pantaloni.

«Ecco. Lo faccio. Mi spoglio.»

Damian inspirò una boccata di fumo e non disse niente. Vergognandosi, lei abbassò i pantaloni e tirò giù la maglia per coprire le mutandine.

«Cosa dovrò fare dopo?» Non era affatto certa di volerlo sapere, ma non sapere era peggio.

Damian le fece cenno di andare avanti. Lei si sfilò la maglia e poi tornò a coprirsi con le mani. Aveva della biancheria semplice in cotone: reggiseno bianco e mutandine rosa.

«È il provino?»

«Voltati.»

Deianira ubbidì.

«Continuerai a spogliarti se te lo chiederò.»

Deianira sentì gli occhi appannarsi per le lacrime. Non voleva.

«Farai tutto quello che ti ordino. Ora rispondi, sì.»

Scosse la testa, ma non poteva non ubbidire. «Sì.»

«Ora guardami.»

Deianira si asciugò le lacrime e si voltò, coprendosi di nuovo con le mani.

«Consegnami cellulare, portafogli e documenti.»

«Perché?»

«Se non vuoi, puoi andartene.» Damian le indicò la porta, ma entrambi sapevano che non poteva.

Deianira prese lo zainetto che aveva lasciato sulla sedia e gli consegnò il cellulare e il portafogli con i documenti.

«Le chiavi di casa.»

Deianira gli diede anche quelle.

Lui aprì un cassone della scrivania e ci buttò tutto dentro, meno che il cellulare. Quello lo lasciò sul tavolo.

«Ora dirai a tuo fratello che resterai qui per qualche tempo e che non si deve preoccupare. Digli che lavorerai per me fino a quando il vostro debito non sarà ripagato.»

Di nuovo Deianira cercò di trattenere le lacrime. «Jack non accetterà mai di andarsene senza di me. Non mi lascerà qui.»

«Allora devi convincerlo tu che è l'unico modo per avere i trentamila e salvare tua sorella.»

Avrebbe avuto i soldi. Gaia era salva. Quella notizia le diede la forza di non cedere al pianto. Si morse le labbra e annuì.

Damian prese le mazzette di denaro dal cassetto e le posò sul tavolo.

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