Capitolo 23 - Paragoni

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Deianira chiuse la porta di casa il più silenziosamente possibile. Trasalì quando la serratura scattò e subito dopo trattenne il fiato, ma niente accadde. Con un sospiro di sollievo tolse le scarpe dal tacco alto e scalza, in punta di piedi diresse verso la camera.

La luce si accese con un click. Lui era seduto sul divano e la aspettava.

«Ti sembra questa l'ora di tornare?»

«Non mi ero accorta che era così tardi e poi le mie colleghe hanno deciso di andare in un secondo locale, io non volevo...»

Di fronte all'espressione severa di lui smise di accampare scuse e abbassò la testa, conscia di essere nei guai.

«Vieni qua.»

Lei scosse la testa. «Ti prego, no! Faccio la brava, non lo faccio più.» Il tono lievemente petulante la tradì.

«Sei ubriaca.»

«No! Solo un paio di drink... forse tre.»

«Vieni qua!» ordinò lui, perentorio. «Sulle mie ginocchia.»

Mordendosi le labbra, intimorita, Deja si mosse lenta verso di lui.

«Svelta!» la richiamò lui, facendola trasalire.

La afferrò per il polso e se la tirò sulle gambe. Uno sculaccione sulla stoffa leggera della minigonna la fece sobbalzare.

«No!» gemette, ma lui fu implacabile e continuò a sculacciarla. Deianira strillò, provò a divincolarsi, ma lui la tenne ferma.

Attorno a loro, nella penombra, Massi e Rafael, i due cameraman, si muovevano per le varie inquadrature mentre Toni correggeva la luce del set. Poco distante, Esteban seguiva la scena, attento.

Deinira tentò di opporsi, ma Steve – il suo partner per la scena e il ragazzo che aveva visto nei primi video a casa di Damian – la forzò a tornare sulle sue ginocchia. Si fermò solo il tempo necessario per tirarle su la minigonna e scoprire il perizoma rosa fluo. Subito dopo riprese a sculacciarla, rimproverandola per essere tornata a casa così tardi, per di più ubriaca. Il suono della mano contro la pelle nuda riempiva i silenzi tra le sue parole. Deja lo supplicò di smettere. Stava recitando, ma faceva comunque male. Ogni sculaccione acuiva il dolore, sentiva la pelle calda e sempre più sensibile. Si contorceva nella presa di Steve, si lamentava e accampava scuse inconsistenti. Recitava la parte come le era stato detto di fare, ma ogni tanto i suoi occhi si spostavano verso la porta del set.

Damian se n'era andato con Ani poco prima dell'inizio delle riprese e non era più tornato. Erano usciti per continuare a discutere.

Li aveva sentiti iniziare mentre faceva la conoscenza di Steve. Il motivo del loro disaccordo era lei: Damian si era incazzato quando aveva scoperto che Ani le aveva fatto tirare un altra po' di coca. Giusto per rilassarla.

Anche se non ne capiva il motivo – Ani aveva solo voluto aiutarla – la gratificava che Damian si incazzasse in quel modo per lei. Era lusingata dalla sua rabbia, ma lo voleva lì. Voleva che fosse lì, che la guardasse mentre veniva sculacciata e poi mentre scopava.

Voleva poterlo guardare negli occhi mentre lo faceva.

Perché? Forse per quello che era successo la sera prima, forse perché era fatta e il cuore le batteva veloce; più veloce al pensiero di Damian che la osservava, ai suoi occhi che ardevano di desiderio. Forse era quello: voleva che la desiderasse. Perché un momento sembrava che la volesse e il momento dopo che non gliene fregasse niente di lei?

Steve continuava a sculacciarla e lei a contorcersi. Lo sentì dire qualcosa, ma non capì cosa. Doveva rispondere ma, non sapendo che dire, scosse la testa come a negare. Non doveva smettere di sculacciarla. Non ancora.

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