Capitolo 9 - In punta di piedi

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«In piedi» ordinò Damian e Deianira si alzò.

Avrebbe fatto il provino, scopato con Damian. Prima iniziava e prima sarebbe stata libera. Sarebbe stato degradante, ma almeno, il fatto che Damian fosse così sexy lo avrebbe reso meno sgradevole.

Damian assicurò una corda a quella che le legava i polsi, gliela fece passare a doppio tra le gambe come quella mattina e poi la passò nell'anello al collo facendola scorrere.

Deianira trasalì sentendola insinuarsi tra le natiche e premere tra le gambe. Era un bel po' sensibile in quel momento e il contatto le provocò un brivido. Subito dopo li sentì: c'erano dei nodi lungo la corda, che premevano contro la sua pelle. Nodi che, muovendosi la corda, le solleticavano le labbra e titillavano la clitoride. Cercò di non pensarci. Di restare ferma.

Damian prese un'altra corda, gliela passò attorno al braccio, subito sotto la spalla, la fece passare sotto al suo seno destro e poi iniziò a girarci attorno.

«Che fai?» domandò Deianira lottando con l'inquietudine e quello che la stretta della corda stava facendo al suo seno.

«Intendi rifiutarti, schiava?»

«No...»

«No, padrone» la riprese Damian.

«No, padrone» si corresse Deianira. Doveva solo recitare la parte, si ripeté. E se le cose si fossero fatte insostenibili c'era sempre la prima regola.

Guardò Damian fare due giri con la corda attorno al suo seno destro, fermarla con un elaborato nodo alla corda che le saliva fino al collare e poi passare a legarle il seno sinistro. Nonostante il nervosismo nel sentire la lieve costrizione contro la pelle, l'occasionale sfioramento delle dita di Damian contro il suo corpo le dava come delle scariche elettriche. Imbarazzata, notò come i suoi capezzoli spiccassero eretti. Lui non poteva non essersene accorto.

Lo osservò mentre lavorava, impegnato a legarla. I suoi occhi scuri sembravano due pozzi senza fondo, le labbra lievemente tese per la concentrazione. Le era così vicino che poteva sentire il suo odore: lievemente aspro, naturale, non di un deodorante. Un odore di uomo. Piacevole.

Damian proseguì la legatura passandole la corda attorno all'altro braccio poi fece tre giri completi del suo torace, subito sotto al seno. Infine legò assieme la corda che le serrava i polsi e quella che le girava sotto al petto obbligandola a tenere le mani all'altezza di metà schiena.

«Ora cammina» le ordinò tirandola per la corda che pendeva dal collare e portandola al guinzaglio.

Quando la corda si tese, Deianira avvertì i nodi tra le sue gambe muoversi e la legatura dei suoi seni stringersi. L'insieme delle due cose le strappò un lieve lamento. Niente a che vedere con la sofferenza, piuttosto un misto di sorpresa e protesta. Sorpresa perché quel muoversi, quello sfregarsi e stringere, le dava dei piccoli brividi di piacere, e protesta perché non voleva.

«Cammina, schiava» la richiamò Damian e tirò di nuovo il guinzaglio, conducendola attraverso il soggiorno.

Fecero un giro completo del divano e poi si mossero verso la cucina.

«Ora in punta di piedi, schiava.»

«Che cos'è questa cosa?!» protestò Deianira. «A che serve?»

«Silenzio» la zittì Damian. «In punta di piedi. Cammina.»

Il guinzaglio la strattonò, la corda che le passava tra le gambe andò a premere sul nido della clitoride dandole come una scarica elettrica che le si irradiò in tutto il bacino. Deianira serrò la bocca e si mise in punta di piedi.

D.D.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora