Capitolo 20 - una schiava

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Damian attraversò il soggiorno ed entrò in cucina. Si sciacquò il viso nel lavello con l'acqua fredda cercando di ritrovare il controllo. Il desiderio lo faceva smaniare, il cuore batteva veloce e l'eccitazione si tendeva nei pantaloni quasi dolorosamente.

Non avrebbe mai creduto di avere così tanti problemi a dominare i propri impulsi. Non si era nemmeno aspettato che Deja reagisse così bene alla punizione. Vederla opporsi e poi scaldarsi tra le sue mani, gemere di desiderio per quello che le faceva, aveva rischiato di far perdere il controllo anche lui.

Si passò le mani bagnate sul viso e tra i capelli più volte mentre il pensiero della voglia che aveva di lei lo faceva sorridere incredulo. Quella biondina un attimo era ostile, indomita, e l'attimo dopo era eccitata e remissiva. Avrebbe finito per farlo impazzire.

«Deja» mormorò, assaporando il suo nome tra le labbra.

L'idea di tornare di sotto e averla sotto il suo totale dominio, pronta a supplicarlo, gli fece pensare alla terza regola. Non era ancora pronta, ma forse nemmeno così lontana da esserlo.

Prese una birra dal frigo, la stappò e andò a sedersi sul divano. Prima di tornare al piano di sotto intendeva lasciarla ancora un po' sola con l'idea che l'avrebbe tenuta legata là sotto tutta la notte.

Accese la tv e da Netflix riprese Black Mirror dove l'aveva lasciato. Cinquantotto minuti di puntata erano un buon modo per distrarsi dalla voglia che aveva di lei e anche il giusto lasso di tempo per farle credere che non sarebbe tornato.

Prima di godersi birra e tv, per essere sicuro che non ci fossero problemi, trovò sul cellulare una delle videocamere che stavano riprendendo Deja. Si muoveva inquieta, per quanto le era concesso dalle corde. La osservò piegare la testa contro la spalla cercando di togliersi la benda senza successo e poi scuotersi con rabbia. Le belle tette danzarono come impazzite attraendo il suo sguardo. Era irrequieta, forse anche spaventata, ma non nel panico. Poteva godersi la puntata.

Premette play e bevve un lungo sorso di birra fresca. Dal piano di sotto sentì Deja chiamare il suo nome più volte e poi passare a insultarlo e minacciarlo. Sorrise. Quella ragazza aveva una bella grinta.

La guardò sul video e poco dopo, non sentendola più, tornò a guardarla. Era riuscita a togliersi la benda e si guardava attorno. Sarebbe stata punita per quello, come le avrebbe fatto scontare anche gli insulti di poco prima.

La guardò mentre tentava di slegarsi e poi dibattersi frustrata perché non ci riusciva. La vide lottare contro le lacrime, cedere e poi provare a riscuotersi con un'espressione caparbia sul viso. Non si era struccata e il nero le era colato sulle guance, ma era bella anche col viso impiastricciato.

Bella. Non si poteva negare che lo fosse, come non si poteva restare indifferenti di fronte a quel corpo formoso, fatto di curve provocanti. Lo aveva notato fin dal loro primo incontro. Che si mostrasse sfacciata o si coprisse timida, Deja aveva una innata confidenza col proprio corpo che le dava una naturale sensualità.

Guardandola nel video, nuda e legata, Damian valutò cosa fare di lei. Aveva un bel po' di idee su come punirla e anche su come educarla a essere una brava schiava. Nonostante la sua costante opposizione, nei pochi giorni trascorsi, Deja aveva fatto numerosi progressi in tal senso. Il pensiero tornò a quella mattina, sullo yacht, quando lei si era avvicinata per dargli piacere. Il tocco delicato della sua mano su di lui l'aveva fatto quasi cedere. Ripensare alla stizza mal dissimulata di lei quando l'aveva fermata lo fece sorridere.

Sì, forse era quasi pronta per la terza regola.

Tornò a guardare l'episodio. Era più o meno a metà e non lo stava appassionando. In realtà ci aveva capito poco, distratto dal pensiero di Deja e dalla vista di lei sullo schermo del cellulare. Continuava a ripensare a lei che si umettava le labbra, così vicina a lui. Mise in pausa e riprese il telefono. Sembrava essersi rassegnata e attendeva immobile. L'orologio sul display diceva che era trascorsa mezz'ora da quando l'aveva lasciata sola.

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