«Che cosa fate?» domandai incerta.«Forza. Sali.»
«Cosa?!»
Voleva che io gli salissi sulla schiena?!
Lui sospirò irritato. «Hai sentito. Sali.»
«No! Sto bene. Posso farcela da solo.»
«Stavi zoppicando fino ad ora. Mi vuoi far stare ancora inginocchiato qui?»
Voleva davvero prendermi in collo?
«Non avevate mal di schiena?»
«È vero... ma ora come ora mi stai intralciando. Ci sta volendo il doppio a tornare a casa e sinceramente ho anche freddo qui fuori. Quindi, smettila di discutere e sali sopra, altrimenti giuro che ti lascio qui.»
Aprii la bocca e la richiusi quasi subito. Proprio un maleducato!
Lo stavo intralciando, eh? Non era stato lui a costringermi a venire?
Bene. Se avesse voluto portarmi in collo fino al castello, lo avrei accontentato. La fatica sarebbe stata sua, non di certo mia!
Con ancora un dolore pungente alla caviglia, borbottando qualcosa, saltai sopra la schiena del principe e gli misi le braccia intorno al collo.
«Ma quanto pesi, Ethan!» mi sbraitò Theodore.
Cosa voleva insinuare?!
«Cosa volete dire? Sono leggerissimo.»
«Mah... se lo dici tu...»
Quell' allusione non mi piacque per niente.
Dopo una decina di minuti non riuscivo più a tenere dentro di me una domanda. «Vostra Altezza... posso farvi una domanda?».
«Di che si tratta?»
Nonostante mi stesse portando in collo già da parecchi minuti, non sentivo nella sua voce alcuna nota di stanchezza.
«Perché oggi mi avete portato con voi? Voglio dire... non avete paura che io, non appena arriveremo al castello, possa raccontare tutto alla regina? Non mi conoscete così bene.»
Lui impiegò alcuni istanti a rispondere. Pensai che non lo avrebbe fatto.
«Sai, Ethan... in questi villaggi sono sempre venuto da solo o al massimo accompagnato una o due volte da Thomas. Semplicemente volevo che oggi ci fosse qualcuno con me, ma purtroppo Thomas era occupato quindi...»
«Perciò sono un ripiego?»
Ero allibita.
«No. Diciamo solo che sei capitato nel posto giusto al momento giusto.»
Sbuffai arrabbiata. «Adesso non sono più così sicuro di non andare a spifferare tutto a vostra madre.»
«Puoi fare come desideri, tanto sarebbe la tua parola contro la mia e poi dopo la scorsa volta mia madre non ti vede così di buon'occhio.»
Lo sentii sghignazzare. In effetti non aveva tutti i torti.
Dopo quella breve parentesi, ognuno rimase assorto nei propri pensieri fino a quando non arrivammo davanti al palazzo. Era illuminato da migliaia di luci colorate.
«Mi potete mettere giù ora.»
«E farti andare a spifferare tutto? No, grazie.»
Non potei controbattere perché girò la schiena e cambiò strada.
«Dove stiamo andando?» volevo scendere, quella posizione non era molto comoda e in più il piede mi pulsava da morire.
«Non preoccuparti, non voglio rapirti.»
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Royal Affairs
Chick-LitÈ da tutta la vita che Alisa Allen cerca di sopravvivere alla povertà dopo che ha frequentato per dieci anni una scuola di arti marziali. È la migliore nel suo campo e quando dalla famiglia reale di Solaris arriva la comunicazione che cercano una gu...