10•

38 8 2
                                    

Jungkook aveva lasciato Jimin a casa, mentre lui aveva raggiunto il distretto e aveva scritto a Yu di presentarsi li tra dieci minuti.
Yoon gli fece cenno con la testa in un saluto, ricambiandolo mentre lui raggiungeva il proprio ufficio.
Entrato si accomodó sulla propria poltrona dietro la scrivania e mentre attendeva l'arrivo di Yu scrisse al pc, finì di catalogare ogni cosa riguardande il caso.
Sentendo poi bussare.
Sollevó lo sguardo vedendo la ragazza entrare all'interno dellUfficio, Jungkook si alzó in piedi facendo un piccolo inchino per salutarla.
Per poi farle cenno di sedersi sulla poltrona di fronte alla scrivania.
- Yu.. A cosa devo questa, visita? -
- Ho bisogno del tuo aiuto.. -
- Del mio? Dopo un anno? Perchè proprio io? -
Yu emise uno sbuffo, puntando lo sguardo nel suo.
- Só di aver commesso un errore un anno fà, só.. Che per colpa mia tu e.. Lui avete sofferto.. -
- In realtà Jimin per colpa tua ha rischiato di essere stuprato e ucciso.. ha rischiato di morire,
Dovresti ringraziare Yoon sè oggi ti ho fatta venire qui.
Ora.. Dimmi che succede, così posso andare a casa da mio marito. -
Yu fece finta di niente, a quelle parole.
Mentre Jungkook si addossava alla poltrona e portava le mani al ventre, intreciando le dita.
- Allora? -
Yu si guardó attorno, tornando poi a guardarlo attentamente.
- Jungkook-ssi.. Tu sai come vanno queste cose, ho.. Fatto la spia.
E.. Mi sento costantemente osservata e non mi sento al sicuro.
Ricevo chiamate anonime.. Ho paura.
Costantemente paura.. Ho bisogno che tu venga da me per controllare.
Tu sai dove possono aver nascosto delle cimici.
Potrebbero ascoltare le mie chiamate.. -
- Yu.. -
- Te lo stó chiedendo da cittadina di Seoul, non da una tua ex fidanzata gelosa.. Puoi passare? -
Jungkook prese il proprio cellulare, controllando il messaggio che gli era appena arrivato, si tiró in piedi, guardandola per poi spostarsi verso la porta, prendendo il proprio cappotto e indossandolo.
- Manderó il mio collega Nam a controllare.. Io stasera non posso proprio passare.
Mi dispiace.. -
In quel preciso momento dalla porta entró Jimin, che non degnando di uno sguardo Yu si avvicinó a lui.
- Jungkook è importante! -
Disse lei alzandosi in piedi e guardandolo.
- I miei colleghi sono addestrati quanto me in queste cose.
Io non posso venire da te, dunque accontentati di Nam..
Puó farlo lui, ora scusami ma dobbiamo proprio andare! -
Jungkook prese il maggiore per mano e lo spinse fuori dall'ufficio.
- Nam, vorrei che andassi a casa di Yu e controllare sè qualcuno le ha messo qualche microspia in casa.
Sai esattamente dove le possono nascondere.
Assicuratevi di isolare anche la linea telefonica.
E per qualche giorno pattugliare quella zona.
Sè vuoi puoi portare con te Hoseok.. -
Annuì a quell'ordine, mentre lui usciva dal distretto insieme al marito e raggiungeva l'auto di pattuglia.
- dove stiamo andando? -
Chiese Jimin allacciando la cintura una volta salito in auto.
Jungkook sorrise accendendo l'auto e immettendosi nel traffico.
- Al poligono.. Voglio insegnarti a tenere una pistola tra le mani.
Voglio insegnarti a proteggerti in caso io non fossi li con te..
E informarti che abbiamo scoperto due depositi in cui potrebbero essere Myung-Dae e i suoi uomini.
Sono settimane che vengono sorvegliati.
C'è un via vai di gente, che entra ed esce da li.
Potremmo essere sul campo giá questo fine settimana.. Devi essere pronto ad ogni eventualitá.
Sapere come proteggerti in caso di un imboscata. -
Jungkook svoltó a destra al semaforo, parcheggiando l'auto nel parcheggio del poligono in cui aveva passato diverso tempo.
Li nessuno li avrebbe disturbati.
Entrati fece cenno all'uomo e questi li fecero entrare.
C'erano cinque bersagli da colpire.
Da li a poco avrebbero iniziato a muoversi, così Jungkook si portó dietro il maggiore e prese le cuffie portandogliele sopra la testa, coprendogli le orecchie.
Gli fece vedere come preparare una pistola, come caricarla.
Come sbloccare la sicura e inserirla subito dopo.
Gli prese le mani avvolgendogliele sulla pistola.
- Piega leggermente la testa.. ecco cosi.. Socchiudi gli occhi e mira.. Cosi.. Ora spara! -
Jimin fece partire un colpo, finendo per indietreggiare e andare a sbattere contro il suo petto.
Sorride portando le mani ai suoi fianchi.
- Apri un pó di più le gambe.. Così bravo.. Ora mira e spara di nuovo.. -
Jimin eseguì l'ordine, mirando al bersaglio e sparando.
Questa volta colpì il bersaglio e non indietreggió.
Mentre lui riprovava a colpire i bersagli anche in movimento, Jungkook rispose ad una chiamata.
Era Nam..
Aveva appena finito di controllare la casa di Yu.
Aveva trovato solo qualcosa di strano sulla linea telefonica.
Ma nessuna microspia.
- Le stanno controllando le chiamate? -
"Non sembra un programma per registrare le chiamate in entrata.. sembra più che stiano registrando le chiamate in uscita.
E di chiamate in uscita Yu nè fà molte.. allo stesso numero.
Oggi sembrava più strana del solito.. devo indagare?"
- No, grazie di essere andato al posto mio.. -
Nam emise una risatina al telefono, per poi rispondergli.
"Só cosa vuol dire avere un ex gelosa.. trovano scuse per poter passare del tempo con noi.. Hai altro da chiedermi?"
- No, ti ringrazio.. Vá pure a casa da tua moglie per stasera.. -
Mise giù e tornó da Jimin, che si tolse le cuffie e lo guardó.
- Và tutto bene? -
- Si, era Nam.. Mi ha chiamato per informarmi della questione Yu. -
Squilló di nuovo il cellulare, cosi tenendo lo sguardo in quello di Jimin rispose alla chiamata.
- Yoon.. -
"Hey Kook.. è confermato.. scendiamo in campo domani, nel pomeriggio.. Sei riuscito ad addestrare abbastanza Jimin?
È pronto?"
Jungkook guardó i bersagli, notando diversi segni.
Era evidente che l'arma perfetta per il maggiore fosse la pistola.
- Avrebbe bisogno di più tempo ma, è pronto.
Non possiamo rischiare che rapiscano altri ragazzini, dobbiamo muoverci in fretta.
Domani mattina abbiamo l'incontro con la famiglia dell'agente rimasto ucciso.. Min-ho avete notizie? -
"Domani abbiamo l'incontro con il medico.. dopo aver parlato con la moglie dell'agente.. Vieni con me e Taehyung?"
- Ci saró.. a Domani Hyung.. -
Mise giù e si portó a sedere sopra il bancone, guardando il maggiore negli occhi, che ricambió lo sguardo.
Gli si avvicinó, così aprì lentamente le gambe per farlo stare più vicino.
Portando le mani sui suoi fianchi.
- Che succede, amore? -
- Domani scendiamo in campo.. Abbiamo appena confermato.. Sono un pó teso.
È da quando ho acconsentito di farti venire che.. Ho una strana sensazione.
Forse mi preoccupo un pó troppo.
Il fatto è che non sono abituato ad avere la persona che amo così vicino al pericolo.
Solitamente sono.. Io che rischio.. -
Jimin lo abbracció, allacciando le braccia attorno al suo collo, stringendolo forte contro il proprio corpo.
- Hey, andrà tutto bene.
Non saró da solo.. Non scenderó in campo da solo.
Ci sarai tu e i tuoi colleghi.
Siete una squadra addestrata e sapete quello che fate.
Solo promettimi che non ti succederà niente.
Non voglio che mentre sei li ti preoccupi per me e .. Non voglio che tu ti faccia male.
Jungkook-ah, come tu sei preoccupato per me. Io lo sono per te.
Detesto vederti così teso e preoccupato. -
- Staró attento.. Tu piuttosto cerca di non pensare a me, di non cedere alla paura e ricorda quello che ti ho insegnato in palestra.
Sii prudente.. -
Annuì, appoggiando le labbra alle sue.
Lasciarono il poligono poco dopo, finirono per fermarsi in un locale a mangiare della carne e bere un pó di soju.
Erano finiti per parlare del più e del meno.
Anche dell'attacco a Min-ho.
- Min-ho? Si è ripreso? -
Chiese Jimin, sorseggiando il proprio bicchiere di Soju.
- No.. È ancora privo di sensi.
Domani mattina abbiamo un incontro con i medici.
Solo allora sapremo..
Come abbia fatto Myung-Dae a mandare qualcuno in carcere per provare ad ucciderlo è un vero mistero.
Voglio dire, dovremmo controllare chi non ha fatto i controlli dovuti al momento della visita.
Per quanto Min-ho sia un criminale, va tutelato.. Per la legge, va tutelato.
Ha i suoi diritti.
E ora rischia di morire.. Il fatto è che l'omicida è qualcuno che sà il fatto suo.
Ha ucciso a sangue freddo la guardia, ha assalito Min-ho ed è fuggito prima che arrivassero i soccorsi.
Probabilmente è ancora vivo grazie al suono tempestivo delle sirene.
Altrimenti avrebbe finito per ucciderlo davvero!
La nostra paura adesso è che quell'uomo ci riprovi.. In questo momento Min-ho è sotto stretta osservazione, all'ospedale ci sono quasi 15 agenti tra il piano superiore e quello inferiore.
E due davanti alla porta della stanza. -
- Non ha lasciato alcuna traccia? -
Jungkook scosse la testa, mandando giù il proprio soju.
Nessuna traccia, era riuscito a mandare in corto circuito le telecamere del carcere.
- Ha mandato fuori uso le videocamere del carcere.. Non abbiamo un volto, nessuna traccia.. niente di niente, sono dei professionisti e domani dovremmo parlare con la famiglia dell'agente ucciso e noi non abbiamo un colpevole.. Ricordo ancora quando abbiamo dovuto dire alla famiglia di Rosè che non avevamo ancora un colpevole.. Só cosa si prova in quei momenti, la sensazione del sapere cosa uscirá dalla bocca di quell'agente che a tarda notte viene da te per avvisarti della morte di un tuo famigliare, a quel tempo io speravo di sbagliarmi, ma almeno abbiamo avuto un colpevole.
È anche per questo che sono teso, vedere una nuova famiglia e dover dare loro delle pessime notizie.
A volte ci penso sai? -
Mormora passando la punta delle dita sul bordo del proprio bicchiere, puntando lo sguardo in quello del marito.
- A cosa pensi? -
- A come sarebbe sè.. Fossi semplicemente un ragazzo della mia etá.
Ho a che fare con omicidi, stupri.. Suicidi.. da anni ormai.
Fin da quando ero piccolo e sono venuti a casa da mamma per avvertirci che papà era stato ucciso.
Non ho avuto un infanzia facile o felice.
Peró poi penso a tutte le cose buone che ho fatto.. A quante persone ho riportato a casa dalla propria famiglia.
C'è un lato positivo e negativo in tutto.
Forse sono semplicemente stanco e ubriaco.. -
Mormora emettendo una risata, sentendo le dita di Jimin prendergli la mano e intrecciare le dita alle sue.
Probabilmente si, era semplicemente stanchezza e qualche bicchiere di troppo.
- Hey Jungkook.. Amore, non è da tutti fare quello che hai fatto tu.
Hai preso in mano la tua vita dopo una morte così significativa e in giovane età.
Hai portato avanti il nome di tuo padre.
Hai salvato delle vite, compresa la mia.
Non dispiacerti sè a volte pensi di voler essere soltanto un ragazzo della tua età.
Che sia per la stanchezza o per qualche bicchiere in più di Soju.
Lo sai? Non ho mai conosciuto qualcuno forte come te, Agente, lei è esattamente l'uomo che ho sempre desiderato.
L'uomo della mia vita e ringrazio ogni singolo giorno di averti incontrato.. È vero, eri parte del piano di Myung-Dae, avrei dovuto sedurti e.. Portarti da lui, ma.. Mi sono letteralmente innamorato di te.
E non lo avevo messo in preventivo.
Mi hai stravolto la vita, con la tua forze, la tua dolcezza e il tuo dimostrarmi ogni giorno cosa volesse dire essere davvero amato.
Hai abbassato quel muro che avevo inalzato per proteggermi.
Io, non potrei mai.. Mai vivere senza di te. -
- È la serata delle dichiarazioni?
Perchè sè lo è, beh.. Allora voglio farlo anche io..
Jimin-ssi.. Io non sono mai riuscito a tenermi una relazione per più di qualche mese, nessuno è come te.
Sei paziente e mi supporti ogni giorno.
Anche adesso, non mi inviti a lasciare il mio lavoro .. Tu sai, che non lo lascerei mai.
Tu.. Sei letteralmente l'uomo della mia vita e sono pazzo di te. -
Mormora, puntando lo sguardo nel suo, stringendo la sua mano e facendolo alzare per portarlo da sè.
Facendolo sedere sulle proprie gambe.
Lasciando dei baci contro le sue labbra, sorridendo.
- Jimin-ah.. andiamo a casa? -
Il maggiore annuì, cosi dopo essersi spostati dal tavolo, alla cassa per pagare, decisero di andare a casa.
Passarono la serata a guardare un film in tv e si addormentarono così, stretti l'un l'altro.
Jungkook con un braccio a cingere il bacino di Jimin, tenendolo stretto contro il prorio fianco.
Il pensiero che lo accompagnó nel sonno fù che
Per Jimin, avrebbe davvero lasciato quel lavoro.
Sè glielo avesse chiesto lo avrebbe fatto.
Perchè lo amava e non lo voleva perdere.
Perchè dopo tutto, ogni volta che si varcava la porta di casa e si affrontava un altro giorno di lavoro, era inevitabile, rischiare la propria vita.
Lo strinse più forte, nascondendo il volto contro l'incavo del suo collo, rilassandosi completamente.
Riuscendo a dormire fino al mattino seguente.
Jungkook aprì gli occhi poco dopo, buttando lo sguardo sulla sveglia accanto alla tv.
Erano le 8:30 del mattino.
Aveva appuntamento con Yoon al distretto alle 9:30.
Jimin si mosse appena nel sonno, così decise di scivolare lentamente dal divano senza disturbarlo.
Dopo tutto lui lo avrebbe raggiunto più tardi per la missione.
Cosi, fece tutto con più calma.
Fece un bagno caldo, si vestì e andó in cucina.
Prese una tazza dalla credenza e si versó del caffè caldo.
Bevendone subito un sorso.
Vide proprio in quel momento un Jimin addormentato fare capolinea in cucina.
- B-Buongiorno amore.. -
- Buongiorno.. -
Disse avvicinandosi a lui e lasciandogli un bacio contro le sue labbra.
- Vai al distretto adesso? -
- Mhmh.. Tra dieci minuti esco.. Devo trovarmi con Yoon.. Abbiamo appuntamento con la moglie dell'agente e poi passiamo all'ospedale.
Tu puoi venire al distretto attorno alle 15.. Mh approposito.. -
Disse mandando giù l'ultimo sorso di caffè.
- In camera da letto, nell'armadio sulla sinistra, trovi la tua divisa.. Oggi sarai un poliziotto a tutto gli effetti..
Devo correre.
Ma ci vediamo tra qualche ora.. -
Lasció un altro bacio contro le sue labbra per poi correre via.. Oggi era una giornata intensa per loro.
Oggi era quel giorno, sperava di riuscire a trovare Myung-Dae e finalmente arrestarlo.
Aveva quasi perso Jimin per colpa sua.
Doveva pagare per questo.
E Jungkook era intenzionato proprio a fare questo.

Kriminal Passion II  "Le ombre del passato"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora