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Jimin era steso sul letto, lo sguardo rivolto verso il soffitto e il respiro regolare e calmo di Jungkook che gli risuonava nell'orecchio.
Il moro sembrava più tranquillo adesso di quanto non fosse quando era tornato a casa.
Era evidente che qualcosa lo stesse turbando e probabilmente conoscendolo stava cercando do tenerlo fuori da quella cosa.
Voltó appena la testa per poterlo guardare, il maggiore era steso sul fianco, il suo braccio steso sopra il suo ventre, come a proteggerlo da chissà quale pericolo.
Forse avrebbe dovuto tacere e non dire di quella telefonata che aveva sentito dal padre.
Avrebbe dovuto prima assicurarsi che davvero suo padre tramasse qualcosa.
Da quando era diventato così?
Da quando non riusciva a risolvere un sospetto o un dubbio da solo?
Sospiró piano, abbassando lo sguardo verso il proprio fianco scoperto.
Quella cicatrice a mezza luna, il ricordo di quando era stato pugnalato da Myung-Dae, aveva creduto che sarebbe morto.
In quel momento aveva creduto di perdere Jungkook.
Per la prima volta si era innamorato.. Aveva abbassato le difese e aveva mostrato a quell'uomo che Jungkook non era più soltanto lavoro, era molto di più.
Jungkook si mosse nel sonno, mentre Jimin per tranquillizzarlo passó le dita sul suo braccio, lentamente.
Avrebbe dovuto scoprire cosa gli stesse nascondendo.
In quel momento udì una vibrazione continua, qualcuno stava chiamando il moro al cellulare, che si trovava nella tasca della sua giacca da lavoro.
Posta sulla sedia della scrivamina, accanto al letto,
Jimin scivoló lentamente giù cercando di non svegliare il maggiore, raggiungendo la giacca e prendendo il cellulare.
"Yoon"
Guardó verso il letto, non poteva disturbarlo adesso.
Aveva bisogno di riposare, lo sapeva bene.
Uscì da quella stanza, richiudendo la porta e alla quarta vibrazione, rispose a quella chiamata.
- Hey .. Non è troppo presto per disturbare la gente che dorme? -
La risata del maggiore gli risuonó all'orecchio.
"Bene bene, siamo in vena di fare gli spiritosi di prima mattina, Park?"
Jimin si addossó alla parete, assicurandosi che Jungkook non si fosse accorto che era uscito dalla stanza e che stesse continuando a dormire.
Erano appena le sei del mattino e il moro era rincasato solo tre ore prima.
Non voleva che lo richiamassero al lavoro così presto.
- Avevi bisogno di qualcosa in particolare? -
Chiese alla fine, tenendo lo sguardo fisso sulla foto di lui e Jungkook in riva di quel fiume.
Una foto che avevano scattato dopo aver saputo il verdetto all'udienza, quando avevano deciso di renderlo libero.
"In verità avevo bisogno di Jungkook, ma immagino che visto che stó parlando con te, lui stia dormendo.."
- È così infatti, lo sai bene anche tu che da quando sono andato a Busan è raro che riesca a dormire per più di due ore.
È urgente questa cosa o puó aspettare? -
"Digli di richiamarmi quando si sveglia.. E tu cerca di farlo riposare."
Stava per chiudere la chiamata quando Jimin prese il coraggio di chiederglielo.
- Yoon.. -
"Si?"
- Ho bisogno di parlare con te, sei libero di vedermi tra mezzora?
Giù in centro c'è quel bar.. Il Coffee Mood lo conosci? Possiamo vederci? -
"Tra mezzora hai detto? D'accordo.. Ci vediamo li allora.."
Jimin chiuse la chiamata e rientró in camera da letto.
Jungkook si mosse nel sonno, così si avvicinó alla scrivania prendendo un post it e una penna.
Lasciando un messaggio per lui.
"Hey Agente, non ti preoccupare.. Avevo delle commissioni da sbrigare.. Torno presto, riposati .. Ti amo..

Ps: Richiama Yoon.. Ti stava cercando.

Il tuo Jimin-ah."
Lasció li tutto e posó anche il cellulare li accanto, raggiungendo poi velocemente il bagno.
Si vestì e scese le scale.
Prese le chiavi dell'auto del maggiore, uscendo di casa e raggiungendo l'auto nel garage.
Mise in moto indossando gli occhiali da sole e si avvió verso il centro di seoul.
Sperava solo di trovare li Yoon e di poter parlare con lui.
Svoltó a destra al semaforo, raggiungendo poco dopo il parcheggio del bar "Coffee mood"
Lì ci trovó uno Yoon già in tenuta da poliziotto.
Quindi non solo Jungkook sembrava non dormisse mai, dopo tutto da qualcuno il moro doveva aver preso quell'abitudine di pensare solo ed esclusivamente al lavoro.
Scese dall'auto raggiungendolo, entrarono entrambi nel bar.
- Prendi qualcosa? -
Chiese guardandolo, annuì piano avvicinandosi al bancone.
- Un caffè doppio.. Grazie.. -
- Ci potrebbe fare due caffè doppi? Grazie.. -
A quel punto mentre il barista si accingeva a preparare i caffè, Jimin e Yoon andarono a sedersi ad un tavolo nell'angolo in fondo alla sala.
- Allora.. Di cosa vuoi parlare? -
Jimin si tolse gli occhiali da sole mettendoli nella tasca della camicia.
Spostando lo sguardo dalla sala al maggiore che lo scrutava attentamente.
- Voglio sapere cosa turba Jungkook.. È teso.. Molto teso e .. E non guardarmi così.
È evidente che mi stà nascondendo qualcosa.. Voglio saperlo. -
- Aspetta.. Mi stai chiedendo di tradire la fiducia di Jungkook?.. Non ci provare.
Sè Jungkook ha scelto di non dirti nulla, perchè dovrei essere io a farlo?
Hai idea di quello che mi stai chiedendo di fare? -
- È in pericolo? -
Chiese guardandolo attentamente, ma era evidente che da Yoon avrebbe appreso nulla, era troppo bravo a nascondere ogni tipo di emozione.
- Yoon.. È in pericolo? -
- È un caso come un altro.. Ogni caso di omicidio comporta dello stress.
Ha solo bisogno di riposare.. -
Stava per parlare quando vide varcare la soglia dalla porta del bar Jungkook, che spostó lo sguardo dal cameriere che si accingeva a portare le due tazze di caffè al loro tavolo, ai suoi occhi.
Si avvicinó lentamente a loro, era in tenuta da poliziotto.
- Hey Jk.. -
- Yoon.. Mi cercavi? -
- Si .. Ho bisogno che tu venga al distretto, dobbiamo depositare il verbale di quello che abbiamo visto e trovato negli appartamenti delle vittime e hanno chiamato i genitori della bambina che ha testimoniato.
Vogliono parlare con noi. -
Jungkook annuì senza peró distogliere lo sguardo dal suo.
Yoon si schiarì la gola alzandosi dal tavolo e colpendo appena e con fare affettuoso la spalle del moro, voltandosi poi a guardare lui.
- Vi lascio soli.. -
Prese e si allontanó, Jimin notó mentre pagava alla cassa i caffè.
Spostó lo sguardo da lui al moro che si sedette di fronte a lui.
- Jimin-ah.. -
- Come sapevi che ero qui? -
- Yoon mi ha lasciato un messaggio.. Mi ha scritto che ti avrebbe incontraro qui, in questo bar.
Sospiró appena allungando le braccia sopra il tavolo.
Tenendo lo sguardo nel suo.
- Non ci si puó fidare.. Volevo solo.. -
- Amore.. Mi dispiace sè, sè ti sono sembrato teso o stressato.
Stamattina ero, solo molto stanco e avevo dannatamente bisogno di stare con te.
Mi dispiace sè hai pensato che ci fosse qualcos altro. -
- Quindi non mi stai nascondendo nulla?
Sei sicuro? -
- Ti dó la mia parola.. Dopo quello che abbiamo avuto stamattina, mi sento decisamente meglio.
Mi sento più rilassato.
Avrei voluto svegliarmi e averti li con me, ma.. Non eri li e só che lo stai facendo per il mio bene, ma non devi preoccuparti, stó bene. -
Si alzó andando a sedersi al suo fianco, sospirando ancora.
- Sè questo caso ti dovesse, stressare più di quello che dovrebbe, giurami che ti prenderai del tempo per riprenderti.
Jungkook-ah, non puoi crollare.
Rischi la vita ogni volta che esci dalla porta di casa.
Giurami che ti riposerai.
Giurami che non prenderai alla leggera il tuo benessere fisico e mentale. -
- Facciamo così, andró al distretto.. aiuto Yoon con la deposizione e poi... Poi torno a casa da te, pranziamo insieme e passiamo la giornata solo tu ed io.
Che nè dici? -
Jimin sorrise tenendo lo sguardo nel suo, portando le braccia ad allacciare il suo collo, attirandolo più a sè.
- Promesso? -
- Promesso.. -
Jungkook lo riaccompagnó a casa, mentre lui entrava nella loro casa, il moro andó al distretto.
Così mentre aspettava il suo ritorno, decise di salire al piano di sopra, prendere della biancheria pulita e un cambio diverso da quello che aveva indossato di fretta quella mattina per uscire e si avvió verso il bagno.
Accese il box doccia, regolando la temperatura dell'acqua.
Sentì il proprio cellulare squillare, cosi lo prese.
"Numero sconosciuto.."
Accettó quella chiama.
- Pronto? -
A parte qualche sospiro, la persona all'altro capo del telefono non disse nulla.
Così Jimin chiuse la chiamata.
Togliendo gli abiti ed entrando finalmente all'interno del box doccia.
Lasciando che l'acqua lo rilassasse completamente.
Sentì nuovamente il cellulare squillare, ma non ci fece caso.
Avrebbe potuto essere ancora quel numero, quindi rimase li.
Sciaquó i capelli e spense poi l'acqua, uscito avvolse un asciugamano grande attorno ai fianchi e ne prese uno più piccolo, frizionando i capelli.
Si avvicinó al mobiletto prendendo il proprio cellulare.
"Chiamata persa da numero sconosciuto"
Sbloccó il proprio cellulare.
Aprendo la chat per quel numero.
"Chi sei?"
E lo invió, Jimin a quel punto scrisse anche un messaggio a Jungkook.
"A Jungkook:

Kriminal Passion II  "Le ombre del passato"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora