2•

71 10 6
                                    

Jungkook quella mattina si era alzato presto, aveva passato una serata decisamente movimentata dopo tutto con Jimin era decisamente difficile annoiarsi.
Che fosse lì con lui o a chilometro di distanza.
Indossó la divisa e la fondona ascellare, assicurandosi che la pistola avesse la sicura.
Era sempre meglio esserne certi al 100%.
Jimin gli aveva fatto sapere che quel giorno sarebbe stato impegnato con il padre, quindi difficilmente avrebbero potuto sentirsi.
In quel momento squilló il proprio cellulare, cosi Jungkook lo prese dalla tasca della divisa e accettó la chiamata di Yoon.
- Hey.. Novità sul caso? -
"Hey.. Per il momento ancora no.
Entro oggi il medico legale ci consegnerà i risultati dell'autopsia e sul tossicologico.. Dai primi risultati si apprende peró che il ragazzo subisse abusi.
Anche quella sera hanno abusato di lui prima di ucciderlo.
Questo avvalora il fatto che non si tratti di suicidio.."
- Avete provato a .. Convincere i genitori della bambina che ha sentito quel tonfo sordo? -
"Ci stiamo provando, ma attualmente la risposta è sempre la stessa.. Temono ripercussioni per la piccola.."
- Vorrei parlare con i genitori.. Puoi chiedere loro di venire in centrale oggi?
Senza la piccola.. -
"Li chiamo subito.. Stai venendo al distretto? -
- Mmh mmh... Prima mi faccio una tazza di caffè e poi vengo li.. -
Yoon emise una risata che gli risuonó all'orecchio.
"Che c'è non ti piace il caffè in dotazione al distretto?"
- Perchè vuoi dirmi che a te piace? -
"No, affatto.. qui tutti lo detestano.."
- Allora puoi capire benissimo perchè preferisco berlo qui a casa che li.. -
Emisero entrambi una risata, una delle cose che avrebbe dovuto cambiare in quel distretto era decisamente il caffè.
- Ci vediamo li fra 15 minuti.. -
"A fra poco Jungkook.."
Andó verso la cucina, prendendo una tazza dalla credenza e mettendo sù il caffè.
Tempo dieci minuti e si versó una tazza, gli piaceva berlo caldo quindi non ci mise molto a mandarlo giù.
Prese poi le chiavi dell'auto, indossó il cappotto e uscì di casa.
Salì sulla propria auto e si avvió verso il distretto.
Arrivato al parcheggió spense l'auto ed entró.
Salutando i suoi colleghi.
Entró nel proprio ufficio trovando un bigliettino attaccato al proprio pc.
"I genitori della bambina ti aspettano in sala d'attesa.. Raggiugimi li appena arrivi..

Yoon"
Tolse il cappotto e uscì dall'ufficio raggiungendo la sala d'attesa.
Trovando li un uomo e una donna.
La donna era seduta, mentre l'uomo era al suo fianco ma in piedi con le braccia conserte.
Yoon gli si avvicinó.
- Non penso accetteranno.. -
- Voglio provarci.. Dopo tutto sono dei genitori.
Stiamo parlando di un omicidio di un ragazzino di 15 anni.
Se la loro figlia ha sentito e o visto qualcosa dobbiamo saperlo..
Non possiamo farci scappare questa informazione.. -
Yoon annuì facendosi da parte per farlo passare.
Jungkook si avvicinó all'uomo porgendo la mano  che quest'ultimo strinse.
- Possiamo parlare lei ed io? -
Disse all'uomo lanciando lo sguardo verso la donna seduta.
Sembrava decisamente più nervosa e impaurita da tutto ció.
L'uomo capì e annuì.
- Tesoro, rimani qui .. Parlo con gli agenti e torniamo a casa dalla nostra piccola.. -
Jungkook gli fece cenno di seguirlo conducendolo nel proprio ufficio.
Richiuse la porta, facendolo accomodare sulla sedia di fronte alla scrivania.
- Agente, prima che lei possa dire o aggiungere qualsiasi cosa.
Le voglio dire che.. Non vogliamo assolutamente negare il nostro aiuto, ma come sà temiamo che possa succedere qualcosa alla nostra piccola.
Lo sente il telegiornale no?
Non vogliamo rischiare.. -
- Comprendo la sua paura ma.. Sua figlia ha dichiarato ad un agente di aver sentito quel tonfo sordo.
Potrebbe aver sentito e visto molto di più è una testimonianza che ci aiuterebbe a capire cosa sia successo a quel ragazzo di 15 anni.
Non posso chiudere un occhio davanti ad una simile testimonianza.
Ci darebbe l'ora esatta dell'omicidio e molto altro.
Noi come lei non vogliamo che capiti nulla a sua figlia.
Ma tenga in consirazione che c'è una madre che ha trovato il proprio figlio ucciso.
Stà soffrendo .. La prego, mi lasci parlare con sua figlia. -
L'uomo si passó le mani tra i capelli, sospirando appena.
- Siamo stati io e mia moglie a dirle di non aggiungere altro.
La nostra piccola voleva parlare con quell'agente.
Voleva dire di più.
Mia moglie è molto apprensiva nei suoi confronti.
È così piccola.
Ha solo 13 anni agente.
Potrebbe essere in pericolo sè quell'uomo è ancora in giro, potrebbe scoprire che qualcuno ha parlato e cercarla.
Vogliamo solo che sia al sicuro.. -
- E lo comprendo.. Faremo tutto il possibile per darle tutta la protezione di cui ha bisogno.
Ma non posso farmi scappare quest occasione di conoscere cosa ha sentito o visto.
I ragazzini sono così curiosi, potrebbe aver visto molto di più.. Mi dia il permesso di poterle parlare. -
- Chiamo mia sorella e faccio portare qui mia figlia.
La prego agente, la protegga.. Non ci lasci soli. -
- Ha la mia parola.. -
Jungkook e l'uomo uscirono dall'ufficio.
Quando una donna entró mano nella mano con una bimba di 13 anni e raggiunse il fratello.
La moglie non chè madre della bimba si alzó in piedi andando verso il marito.
- Sei forse impazzito? Che ci fà Jiwoo qui?
Sono sua madre, ho il diritto di negare questo incontro.. Avresti dovuto chiedermi il permesso. -
- Sono suo padre.. Hanno bisogno di Jiwoo.. Ho deciso di farla venire.
Sè possiamo aiutare una madre in difficoltá perchè non dovrei poter aiutare?
Lo sai anche tu che quel giorno Jiwoo voleva dire molto di più, siamo stati noi a fermarla dall'aggiungere altro.. Lasciamo che parli con l'agente .. -
Si voltó a guardarlo, Jungkook si avvicinó ai due.
- Sono l'agente Jeon, sono stato incaricato al caso dell'omicidio del suo piccolo vicino.
Sua figlia, potrebbe sapere qualcosa.. -
- Ho così tanta paura agente.. Paura per la mia piccola Jiwoo.. -
- Le prometto che nessuno saprà mai della sua testimonianza.
Essendo minorenne non verrà scritto nè il suo nome e ne il suo cognome.
Mi serve solo la sua testimonianza. -
Mormoró piano, i due alla fine annuitono e acconsentirono di farlo parlare con la piccola.
Jungkook si avvicinó ad una ragazzina minuta, di soli 13 anni ma, sembrava cosi coraggiosa per la propria etá.
- Jiwoo.. Sono l'agente Jeon, possiamo parlare? -
La bambina annuì piano, lasciando la mano della zia e seguendo Jungkook in ufficio.
Chiuse la porta facendola sedere e mettendola a proprio agio, cercando di non iniziare con le domande sul caso.
- Agente, posso iniziare? Vorrei.. Dire tutto.. -
- Ma certo, quando sei pronta puoi dire tutto quello che vuoi dire.. -
- Conoscevo Dae-Ho, dopo tutto viviamo nello stesso quartiere e.. Eravamo molto amici.
Frequentavamo lo stesso liceo, mi trattava come una sorella minore a scuola, mi ha difeso molte volte quando qualcuno dell'ultimo anno si permetteva di farmi certe battutine..
Gli volevo bene.
Peró.. -
Si fermó per qualche minuto, stringendo le mani a pugno, per poi risollevare lo sguardo e portarlo nel suo.
- Peró? -
Chiese Jungkook con gentilezza, spronandola a continuare.
- Peró nell'ultimo mese era cambiato.
Stava sempre sulle sue, a scuola sembrava assente e a volte preoccupato.
Ho cercato di parlargli ma, non ha voluto dirmi nulla.
Quel giorno era cosi irritato..
Nei giorni successivi ho notato diverse persone andare a casa di Dae-Ho quando la madre usciva per lavoro.
Só che è sbagliato spiare ma ero davvero preoccupata per lui.
Quel giorno ero a casa mia, nella mia stanza.
Ho sento la voce di Dae-Ho, probabilmente era al telefono con qualcuno, sembrava infastidito.
Non sono riuscita peró a sentire cosa dicesse.
Ma sembrava alterato.
Mi sono affacciata alla finestra e ho visto qualcuno scendere da un auto e raggiugere la casa, Dae-Ho ha aperto a quell'uomo.
Ho sentito solo che stavano parlando e poi un piccolo suono, sembrava un lamento ma non nè sono certa perchè poi non ho sentito nulla, forse si erano spostati .. Poi ho sentito quel tonfo sordo.. Sembrava di qualcosa che cadeva.. Ma non nè sono certa.. -
- Sai dirmi a che ora è succedso e Quell'uomo che hai visto.. Sapresti dire com era? -
La ragazzina ci pensó sù per qualche secondo.
- Ho buttato l'occhio sulla sveglia che tengo sul comodino accanto al letto, ma non ricordo che ore fossero.
Forse le due del pomeriggio ero a casa da scuola e stavo facendo i compiti.. Peró quell'uomo andava spesso da lui .. Scendeva da quest auto nera e.. andava in casa da Dae-Ho.
Era alto ma la sua faccia era sempre coperta da una mascherina.
Aveva gli occhi scuri e profondi.. Lo só perchè una volta mentre aspettavo l'autobus alla fermata si era voltato a guardarmi, sembrava volesse parlare con me ma.. Dae-Ho lo ha richiamato e portato in casa.
Come le dicevo era molto protettivo nei miei confronti.
Só solo che quando mi ha guardata quel giorno, mi sono sentita a disagio.
Una cosa che ho notato peró è che camminava zoppicando.. Sembrava avesse dei problemi a camminare dritto.
Agente, la prego.. Faccia giustizia per Dae-Ho e sua madre.
Gli dia giustizia perchè non meritava di morire. -
La piccola a quel punto non riuscirì a trattenersi e inizió a piangere.
- Troveró il colpevole, te lo prometto Jiwoo e grazie per questa tua testimonianza.. -
- Non sono stata molto d'aiuto.. -
- Invece si.. Sei stata molto d'aiuto.. -
Jungkook riaccompagnó la piccola dai genitori.
Lasciandoli andare.
Yoon gli si avvicinó, a quel punto lo guardó.
- Hai avuto i tabulati telefonici?
Jiwoo dice che prima della morte di Dae-Ho, sembrava stesse discutendo con qualcuno al telefono.
Ha parlato di un uomo.. Che passava spesso a casa del ragazzino quando la madre usciva per lavoro. -
- In tardo pomeriggio o massimo domani mattina avremo quei tabulati telefonici.. -
- Ottimo.. -
Taehyung si avvicinó ai due guardandoli attentamente.
- Hey ragazzi, vi vá un uscita fra colleghi?
Andiamo in quel solito pub.
Dopo tutto non avremo i risultati e i tabulati telefonici fino a tardo pomeriggio.. -
Jungkook e Yoon si guardarono e annuirono.
Dopo tutto non era poi cosi male staccare un pó la spina, anche sè un anno prima lo aveva fatto ed era stato accusato di voler solo divertirsi.
Mentre la famiglia di Rosè soffriva per la sua scomparsa.
- Andiamo Jungkook, rilassati.. Staremo via solo per qualche ora e poi potrai tornare qui e dedicarti a questo caso.. -
Annui seguendo i colleghi in auto, arrivarono a quel pub, esattamente lo stesso Pub in cui aveva conosciuto Jimin.
Scese dall'auto e tutti quanti insieme entrarono facendosi strada tra la gente che ballava.
Andarono a sedersi sull'unico tavolo libero vicino al muro.
Taehyung e Yoon ordinarono da bere per tutti.
Mentre Jungkook una volta avuto il proprio drink nè bevve subito un sorso.
Jimin non si era fatto vivo.
Nessuna chiama e nessun messaggio, aveva giá controllato durate la mattinata.
Certo lo aveva avvisato che avrebbe avuto una giornata super impegnata, ma avrebbe tanto voluto sentirlo adesso.
I suoi amici risero e buttarono giù il proprio drink.
Erano cosi spensierati.
Spostó lo sguardo sulla pista da ballo, addossandosi alla tastiera della poltrona in cui era seduto, notando qualcuno che ballava, una camicia rossa a quadri.
Ricordava esattamente che quella sera, quel loro primo incontro Jimin indossasse proprio quella stessa camicia.
Peccato che quel ragazzo li di fronte avesse i capelli neri e non grigi.
E il suo Jimin li aveva grigi.
- Hai notato qualcuno di interessante Jk? -
- Non dire stronzate.. Nemmeno sè mi guardassi attorno tutta la giornata troverei qualcuno che possa anche solo essere interessante quanto Jimin.
In questo momento vorrei solo mio marito qui..
Sono solo tornato a quella sera, quando Jimin indossava la stessa camicia a quadri.
Vado a prendermi un altro drink.. -
Si alzó, il ragazzo con la camicia a quadri rossi era sparito.
Andó al bancone ordinando un altro drink, che il barista gli diede subito.
Sentì il proprio cellulare squillare.
Lo prese dalla tasca dei jeans, rispondendo alla chiamata.
- Pronto? -
"Hey agente.."
- Jimin-ah.. Hai trovato il tempo di chiamarmi? Tuo padre ti ha lasciato libero? -
Rise piano, Jungkook sentì in sottofondo della musica.
- Dove ti ha portato stavolta? -
"Sbaglio sento una nota di gelosia agente?"
- Forse.. Allora? Dove ti ha portato? -
"A dire il vero lui non ce, sono da solo.."
Jungkook storse il naso, a saperlo da solo in qualche bar.
"Sei ancora li?"
- Si si, sono qui.. -
"Tu invece? Che stai facendo?"
- Bevo qualcosa con i ragazzi.. Al Pub.. -
"Porti la divisa.. Sono geloso.."
- Come sai che non sono in borghese? -
Rise di nuovo, quella risata mandava in tilt il cervello di Jungkook.
"Ho provato ad indovinare.. E dimmi.. Me lo offri un sorso del tuo drink?"
Jungkook a quel punto senti non solo la sua voce attraverso il cellulare ma, sembrava averla udita alle proprie spalle.
Si voltó, ritrovandosi Jimin alle proprie spalle, i capelli neri e la camicia a quadri rossi.
- Ciao Agente .. -
Jungkook spense la chiamata e si avvicinó a lui, afferrandolo per i fianchi e attirandolo a sè.
- Hey.. Quando sei tornato? -
Sorrise portando le braccia attorno al suo collo e Jungkook lo strinse più a sè tenendolo per i fianchi.
- Questa mattina, ho corrotto Taehyung per farti portare qui.
Attiro ancora la tua attenzione eh?
Mi hai notato subito tra la folla.. Mi piace questa cosa sai? -
- Ah si? Jimin-ah.. Mi sei mancato cosi tanto .. -
- Avevo bisogno di tornare.. Avevo bisogno di stare qui, con te.
Anche tu mi sei mancato cosi tanto.. Possiamo andare a casa? -
Jungkook annuì, lasciando un bacio dolce contro quelle labbra che tanto amava.
- Andiamo a casa.. -

Kriminal Passion II  "Le ombre del passato"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora