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Yoon aveva lasciato la stanza e Jimin era tornato ad occuparsi di Jungkook

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Yoon aveva lasciato la stanza e Jimin era tornato ad occuparsi di Jungkook.
Non era sicuro che l'ospedale avrebbe acconsentito per quella giornata di poter usare il sacco.
Quindi per ora era meglio pensare al minore, non che in quei due giorni le cose fossero cambiate.
Jungkook era ancora in coma, intubato e respirava grazie all'aiuto di una macchina.
Troppo debole per riuscire a respirare da solo.
Sospiró appena, passando la pezza sulla fronte del minore, portando lo sguardo sulla sua figura.
- Jungkook-ah.. Ho davvero bisogno che tu ti riprenda..
Ho bisogno di sentire la tua voce, di sentirti dire che andrá tutto bene.
Ho bisogno di te.. -
Si alzó dalla sedia in cui era seduto, portando il contenitore nel bagno, svuotando l'acqua.
Sentì la porta aprirsi e quando tornó nella stanza, Yoon era di nuovo li.
- L'ospedale ci ha dato l'ok.. Ma dovremmo agire domani mattina.
Questa sera non possono darci un ambulanza .. Sono quasi tutte occupate.
Per questo dovresti prendere quest occasione per andare a casa e riposarti.. Domani avrai un compito davvero arduo mio caro Jimin-ah.. -
- Pensi davvero che preferirei andare a casa, che stare qui con Jungkook? -
Yoon scosse appena la testa, voltandosi a guardare il minore.
- No, certo che no ma.. Sono due giorni che non chiudi occhio.
Noi ci siamo dati il cambio, ma tu?
Da quanto non ti fai una bella dormita? -
Jimin scosse appena le spalle, che importanza aveva?
Non sarebbe comunque riuscito a dormire.
L'immagine di Jungkook che crollava sulle ginocchia e poi sù di lui.. e quella sua espressione spaventata lo tormentava ogni volta che chiudeva gli occhi.
- Só che è difficile.. Ma devi riposare.
Non posso acconsentire di farti scendere in campo e rischiare che tu ti faccia male perchè non sei riuscito a riposare abbastanza.
Vuoi scendere in campo?
Allora ascoltami e vá a casa, a Jungkook ci penso io.. Ci vediamo qui domani mattina alle 7.. Mentre Jungkook non è operativo, comando io.. Quindi.. Ascoltami e vá a casa.. Sono stato chiaro ragazzino? -
- Agente Min.. -
- Ho detto, sono stato chiaro? -
- Chiarissimo.. Agente Min.. -
Yoon emesi una risatina bassa, facendogli cenno di uscire da quella porta.
Dopo tutto, non aveva tutti i torti.
Sè non voleva fallire con il piano, avrebbe dovuto almeno provare a riposarsi un pó.
Non poteva fallire e rischiare di mettersi nei guai.
Quindi, si avvicinó al letto del minore e dopo aver lasciato un bacio contro la sua guancia gli promise che sarebbe tornato da lui la mattina seguente.
Uscì da quella porta, lasciandolo li con Yoon.
Dopo tutto si fidava di lui.
Jimin uscì dal distretto e incontró Taehyung e Hoseok che lo guardarono e si avvicinarono a lui.
- Te nè vai? -
- Mhmh.. Mi ha costretto.. -
I due risero, Taehyung che non era in servizio si propose di accompagnarlo a casa.
Fù un viaggio tranquillo, nessuno dei due disse molto.
E da una parte Jimin ringrazió il maggiore per questo.
Aveva bisogno di stare calmo e di restare in qualche modo perso nei propri pensieri.
L'unica cosa che lo disturbava in quel momento era il dover affrontare la loro casa, senza Jungkook.
Cosa avrebbe provato una volta varcata la porta di casa?
Taehyung parcheggió nel vialetto e Jimin rimase fermo a guardare il porticato.
- Stai bene? -
- Non lo só.. Sono solo un pó.. - prese un lungo respiro prima di riprendere a parlare.
- Taehyung a dire il vero ho una fottuta paura.
Sè mentre sono qui dovesse succedere qualcosa a Jungkook io, non me lo perdonerei mai.
Dovrei essere li.. Con lui. -
Taehyung spense l'auto e si addossó al sedile.
- Hai ragione ma.. Sono d'accordo con Yoon.
Sono due giorni che non chiudi occhio.
Due giorni che non ti fermi.. Parli con i medici.
Accudisci Jungkook Giorno e notte.
Devi staccare la spina.. Domani hai un compito difficile e pericoloso.
Yoon non lo darà mai a vedere ma.. È teso, sè ti dovesse succedere qualcosa e Jungkook si dovesse risvegliare.. Come potrà affrontarlo e dirgli che ti sei fatto male? O nelle peggiori ipotesi.. tu dovessi morire? Rischia anche Yoon nell'accettare questo tuo piano e farti scendere in campo.
Quindi dagli ascolto e riposati.. D'accordo? -
Jimin a quel punto annuì, prese coraggio e aprì la portiera, salutando il maggiore e raggiungendo la porta di casa.
L'aprì ed entro.
Richiuse la porta alle proprie spalle e gli salì le lacrime agli occhi, il profumo di Jungkook era ancora li.
Le loro foto erano appese alle pareti.
La foto del matrimonio era li.
Jimin schiuse la labbra, distogliendo lo sguardo.
"Devi riposare.."
Pensó tra sè e sè, salendo le scale e raggiungendo il bagno.
Aveva deciso di farsi una doccia veloce, togliersi quell'odore d'ospedale che aveva addosso.
Una volta spenta l'acqua, uscì e avvolse un asciugamano attorno ai fianchi.
Sentendo il proprio cellulare suonare.
Si avvicinó al lavello, prendendolo dalla tasca dei jeans.
Accettando la chiamata.
- Pronto? -
"Jiminie.."
Jimin che nel frattempo stava frizionando i capelli con un asciugamano piú piccolo, bloccó quel gesto nell'udire la voce del padre.
- Papà? -
"Si, sono io..."
- Che fine avevi fatto? Hai idea del casino in cui mi trovo? Tua moglie ti cerca da giorni! -
"Non posso parlare con lei.. Ho fatto un casino Jimin-ah.."
Jimin, sollevó lo sguardo al soffitto cercando di non farsi venire il mal di testa.
Cosa significava che aveva fatto un casino?
"Jimin-ah.. Sei ancora li?"
- Si.. Sono qui.. Che hai fatto papà? Dimmelo.. -
Sentiva quanto fosse nervoso, poteva sentirlo mentre trascinava i piedi avanti e indietro sul pavimento.
"Non posso parlarne al telefono.. Dove sei adesso? Ti raggiungo.."
- A casa.. Tu non sei a Busan? -
"No, sono tornato a Seoul da due giorni.. Dammi.. Una ventina di minuti e saró a casa tua.."
Mise giù la chiamata senza aspettare una qualche risposta.
Jimin si vestì velocemente, andando verso il piano di sotto e sedendosi sul divano.
Prese il proprio cellulare, digitando un messaggio a Yoon.
"Mio padre sarà qui a momenti.. Te lo scrivo perchè non mi sento al sicuro, ho una brutta sensazione."
Lo invió.
Jimin sentì quel "bip" di risposta e poi il campanello di casa suonare.
Controlló il messaggio.
"10 minuti e saró lì nei dintorni..! In caso di problemi.. Chiamami."
Jimin mise il cellulare nella tasca e si alzó, raggiungendo la porta di casa.
L'aprì, notando suo padre.
Era nervoso e agitato.
- Jiminie.. Posso entrare? -
- Si, certo.. -
Si spostó di lato per farlo passare, lui entró velocemente.
- Vuoi dirmi dove sei stato? E cosa ti succede? -
- Quando sei scappato da Busan.. cos'hai sentito? -
- Come? -
Il padre gli si avvicinó e Jimin si addossó alla porta, perchè aveva quella strana sensazione alla bocca dello stomaco?
- Só che stavi ascoltando.. -
- Non ho sentito molto.. Ma ho avuto paura.
Non sarebbe la prima volta che fai qualcosa di stupido e io nè pago le conseguenze.
Al telefono poco fà hai detto di aver fatto un casino.
Che hai fatto? -
- Lui ti rivoleva.. è sopravvissuto.. Ho dovuto farlo. -
Jimin tremó appena, per poi guardarlo attentamente, non riusciva a capire.
- Dovuto fare, che cosa? -
- Quella sera, al telefono era lui.. Voleva che ti portassi da lui.
Quando ti ho proposto di venire a Busan era per portarti da lui.
Il mio debito con lui è ancora li.
Sè lui non muore, io sono in trappola.
Ho dovuto farlo! -
Jimin scosse piano la testa, avvicinandosi a lui e scuotendolo leggermente per riuscire a capire cosa stesse dicendo.
- CHE HAI FATTO? -
-Ho cercato di dire a Myung-Dae di lasciarti in pace.
Quella sera.. Quando mi hai sentito.. stavo
barattando la tua libertà con.. Tuo fratello e pensavo che una volta rapito e Usato, tu saresti stato salvo .. Volevo il tuo perdono per quello che avevo fatto a te,  tutto quell'orrore che avevi dovuto affrontare da solo per colpa mia.. per tutti quegli anni.
Ma lui vuole te..
vuole te e nessun altro.. -
- H-Hai.. Venduto tuo figlio.. D-Di nuovo. HAI FATTO PASSARE UN INFERNO A QUEL RAGAZZINO.
Papà.. Quel ragazzino sè lo porterà a vita quel trauma.
Io all'epoca non ero stato violentato.
Lui si.
Lui ha subito violenza e percosse per settimane.
Ha visto il suo migliore amico morire.
Come hai potuto farlo? -
L'uomo cerco di prenderlo per le braccia per calmarlo ma Jimin si scostó da lui.
- N-Non toccarmi.. -
- Lo stavo facendo per te! Volevo salvarti.. -
- A QUALE PREZZO? Vendendo lui? Tuo.. Figlio! -
Jimin sentì qualcuno bussare alla porta di casa, era sicuramente Yoon, dopo tutto i dieci minuti erano decisamente passati.
Jimin aveva un nodo alla gola e un senso di nausea che lo assalì.
Suo padre aveva venduto suo figlio, per cosa? Per renderlo libero?
Lui era libero.. era libero da un anno e lo doveva a Jungkook che stava lottando per la propria vita in quella stanza d'ospedale.
Lui lo aveva reso libero.
- I-Io sono libero.. Non avresti dovuto vendere lui per salvarmi.
Sono stato salvato.
Myung-Dae non è morto, lo só.. Ma non ho alcuna intenzione di tornare da lui. -
- Tu non capisci.. Lui non si fermerà fino a quando non ti avrà con sè.
Ucciderà chiunque intralcerà la sua strada. -
- Lo só.. Jungkook stà, lottando per la sua vita in questo momento e posso dirti una cosa.. Myung-Dae me la pagherà per questo! -
Di nuovo quel bussare.
Jimin si avvicinó alla porta, aprendola lentamente.
Di fronte a sè peró non si trovó Yoon come si sarebbe aspettato di trovare ma..
Era Yu.
Che diavolo significava questo?
- Ciao Jimin-ah.. Non mi fai entrare? -
- Perchè sei qui? -
- Oh andiamo. Siamo partiti con il piede sbagliato.. Potremmo parlare con calma e ti spiegheró perchè sono qui.. Prima di iniziare peró, speravo di sapere sè Jungkook stà bene.. In quel vicolo era pericoloso.. -
Disse tenendo lo sguardo nel suo, Jimin strinse con forza la maniglia.
Cercando di rimanere calmo.
- J-Jungkook è .. M-Morto.. -
- Che cosa? Stai mentendo.. -
- Perchè dovrei?.. - disse Jimin, sentendo gli occhi inumidirsi, il respiro più affannoso e il corpo che tremava. - Domani nè parleranno tutti i giornali.. Al momento dell'accaduto Jungkook non indossava correttamente il giubbotto antiproiettile.. È Stato colpito, è morto questa mattina..P-Puoi dire al tuo capo che gliela faró pagare.. -
Disse Jimin con voce spezzata, perchè per quanto fosse una bugia, era stato doloroso dirlo.
Quando aveva proposto quel piano a Yoon e la sua squadra si era sentito coraggioso, forte.
Dopo tutto Jungkook era li con lui, anche sè privo di sensi.
Ma dirlo in casa, senza essere sicuro che fosse ancora li Senza complicazioni, era doloroso.
Avrebbe dovuto rimanere li con lui, avrebbe potuto riposare in quella stanza.
E invece era a casa sua, con suo padre e Yu.
Le cose stavano decisamente andando male, molto male.
Sè Yu era li nei paraggi allora anche Myung-Dae doveva essere lì, in attesa.
Jimin sperava che Yoon arrivasse in suo soccorso.
Aveva portato la mano nella tasca e sperava di essere riuscito ad avviare la chiamata al maggiore.
Ma era impossibile saperlo.
- Myung-Dae ti voleva per sè Jimin-ah.. Mi ha detto che non avresti dovuto innamorarti di lui.
Era una tua preda.
Una vittima del suo piano.. Lo voleva morto.. -
- Yu falla finita.. Tu non lo conosci, non sai cos'ho passato con lui.
Jungkook è stato.. È stato la mia ancora di salvezza.
Tu lo amavi no?
Avresti voluto che fosse vittima di quel piano? -
Yu, lo guardó attentamente.
- Tu me l'hai portato via.. Myung-Dae mi ha promesso che lo avrei riavuto sè lo avessi aiutato a portarti da lui.. -
- E tu ci sei cascata vero?
Myung-Dae ha sparato quel colpo a Jungkook.
Lo voleva morto.. Non te lo avrebbe mai fatto riavere..
Sei solo una stupida!
Stai giocando di nuovo col fuoco.. Sè fallisci, ti ucciderà.. -
Yu rise appena, scrollando le spalle.
- Quando sarai da lui, potrai dire tutto quello che vuoi e io saró libera.
Non ho fallito, io ti porteró da lui! -
Jimin stava seriamente per perdere la pazienza, chi si credeva di essere quella stronza?
- VATTENE.. VATTENE, CAZZO! -
Stava per chiudere la porta quando si sentì afferrare da dietro e vide una mano che si calava sulla sua bocca con un panno inumidito.
Jimin spalancó gli occhi, cercando di divincolarsi, ma era tutto inutile, non riuscì a non respirare quella sostanza che di li a poco gli fece perdere i sensi.
L'ultima cosa che udì fù la voce di suo padre che gli sussurava "mi dispiace"

Kriminal Passion II  "Le ombre del passato"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora