CAPITOLO 25

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Harry si affrettò a spostare lo sguardo, cercando di nascondere la propria eccitazione, ma Louis sembrava essere pienamente cosciente dell'effetto che aveva su di lui. Il maggiore si passò la lingua sulle labbra, fissando senza vergogna l'inguine del marito. "Il tuo giornalista con il muso d'asino non ti soddisfa, Harry?" lo provocò Louis, avvicinandosi e passandogli le mani intorno al corpo. Si sporse per sussurrargli nell'orecchio: "Hai bisogno, di un vero uomo?". Il modello sentì il proprio desiderio invaderlo, ma si sforzò di mostrarsi indifferente, anche se la sua voce suonò decisamente roca quando rispose: "Sto molto bene con Nick, abbiamo un'ottima intesa". Il giocatore rilasciò una risatina amara, proprio all'altezza del suo orecchio, facendolo rabbrividire. "Non mentire, Harry" lo rimproverò Louis, strofinando il naso contro il collo pallido del minore: "Lo so, che fremi dalla voglia di essere scopato forte". Harry si scostò bruscamente, doveva allontanarsi dal corpo dell'altro, prima di commettere un'altra sciocchezza. "Ti sbagli" rispose, alzando il tono della voce: "Ho commesso un errore, che non si ripeterà. Tu firmerai la rinuncia ed ognuno per la sua strada". Louis incrociò le braccia, mettendo in risalto i muscoli delle braccia e replicando: "Sei consapevole che devi smettere di andare in giro e farti fotografare con quell'idiota, vero?". "Non capisco" confessò il modello, confuso. "Cazzo, Harry, ma sei davvero stupido o fingi!" sbottò il maggiore, con veemenza, facendo sobbalzare il più giovane. Il modello ricordò improvvisamente le parole della sorella, di come Louis fosse stato per un periodo molto aggressivo e pericoloso. Suo marito, gli avrebbe mai fatto del male? Lo odiava, al punto di ferirlo fisicamente? Louis, sembrò essersi calmato, gli spiegò in tono sarcastico: "Pensi che nessuno abbia notato la tua presenza alla partita o che non si sia sparsa la voce, del certificato di matrimonio che hai tranquillamente mostrato, al campo? Sto cercando di insabbiare tutto, ovviamente, e non intendo in alcun modo rendere pubblico il nostro legame ma comunque siamo ufficialmente sposati e non posso permetterti di mettere in pericolo quello che ho costruito. Come ti ho detto, non posso rischiare di perdere i miei figli, quindi", si avvicinò di nuovo per sussurrargli: "Quindi, devi essermi fedele. Niente scappatelle e niente uscite per locali, caro Harry. Sei un uomo sposato e devi, almeno cercare, di apparire rispettabile". "Io sono rispettabile!" protestò offeso, ma Louis alzò di nuovo il tono della voce: "Rispettabile! Ma se appena uscito da casa nostra, ti sei scopato quel modello!". Harry impallidì, non aveva idea che Louis sapesse di Zayn. "Non sono cazzi tuoi!" ribatté, alterandosi a sua volta ma sentendosi anche in colpa verso l'altro. Louis perse la pazienza, lo afferrò per la vita e lo sbatté contro il muro, invadendo il suo spazio vitale mentre gli intimava: "Sono cazzi miei! Io, sono quello stronzo che ti ha sposato! Un vero coglione!", Harry, schiacciato contro il muro, scosse la testa freneticamente. Louis spinse i fianchi in avanti, strusciandosi contro di lui, il modello si morse un labbro per non farsi scappare un gemito nel sentire di nuovo, il corpo forte e muscoloso premersi contro il proprio. Lo desiderava. Era sbagliato eccitarsi in quel modo al trattamento rude del marito, ma non riusciva a controllarsi. "Basta fare la puttana, Harry!" gli intimò Louis, il viso a un soffio da quello del minore: "Hai capito? Rispondi!". Il modello prese un respiro profondo, sentiva il proprio membro premere contro la chiusura dei pantaloni, annuì senza riuscire a parlare. "Vuoi scopare?" gli chiese il maggiore, abbassando il tono della voce e portando le labbra vicine a quelle del marito. "Sembri una cagna in calore, cazzo" lo insultò, poi, sporgendosi per prendergli un labbro tra i denti e tirarlo leggermente. Si ritrasse, poi, suggerendo in tono freddo: "Posso scoparti io, se ne hai tanto bisogno". Il modello cercò di schiarirsi la mente per capire cosa intendesse: "Cosa vuoi dire, Louis? Nel senso, ora?". "Nel senso che" lo prese in giro il calciatore: "quando senti il bisogno di farti sbattere, posso provvedere io. Tanto per te, un cazzo vale l'altro, no?". "Una s-specie di accordo?" balbettò Harry, trovando stranamente eccitante la cosa. 

Eri il mio mondo - Larry fanfictionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora