CAPITOLO 26

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Louis gli rivolse un sorriso che sembrava più un ghigno, scostandosi da lui e fissandolo. Harry deglutì a vuoto, aveva capito male? Il marito aveva scherzato o lo stava prendendo in giro? "Che tipo di accordo?" chiese il maggiore, il tono distaccato. Il modello prese un respiro profondo, stava improvvisando ovviamente. Non aveva idea di cosa lo avesse posseduto per parlare di un accordo di quel tipo, ma ora era talmente eccitato che avrebbe fatto quasi tutto per avere di nuovo il corpo del marito sul suo. Non c'era niente di male, in fondo. Erano ancora sposati e non aveva alcun obbligo verso Nick, anzi il suo ormai ex gli aveva fatto chiaramente capire di non essere geloso e di non considerare il loro legame con un rapporto esclusivo. Si fece coraggio e ipotizzò: "In pratica tu non vuoi divorziare, per ragioni sconosciute. Potrei farti causa, ma dato che sono stato io ad andarmene e visto che siamo due personaggi pubblici, la cosa non mi attira molto. D'altra parte, essendo sposati, io dovrei praticare la castità oppure fare sesso con te, giusto?". Louis annuì: "Esattamente". Harry si passò la lingua sulle braccia, a disagio. Era ancora eccitato e non riusciva a ragionare lucidamente. Il marito era praticamente attaccato a lui, il respiro caldo che gli colpiva il viso. "Ok" mormorò il modello, senza sapere cosa aggiungere. Fu il calciatore a prendere la parola, portando una mano a sfiorare il rigonfiamento tra le gambe del più piccolo: "Mi stai dicendo che, accetti di rimanere sposati a tempo indeterminato ed io in cambio devo scoparti fino a farti rimanere senza più fiato per implorarmi?". "Oddio" gemette Harry, la mano calda sulla propria erezione e le parole pronunciate dal marito, lo stavano mandando fuori di testa. Annuì, per confermare, incapace di parlare. Istintivamente, spinse il bacino in avanti, contro la mano del calciatore, che però la ritrasse, accorgendosi del movimento. "Cazzo!" protestò il più giovane, accasciato contro il muro e privo di forze. "Ammettiamo che la cosa si possa fare" disse Louis, in tono freddo: "Fino a che sei in Inghilterra, non ho problemi a sbatterti sulla prima superficie orizzontale o anche verticale", fece una pausa: "Ma come la gestiamo, quando torni in America o se vai in giro per sfilate e altre stronzate?". "Anche tu ti sposti, per le partite!" lo rimproverò Harry, cambiando poi tono: "Ho intenzione di tornare più spesso, non voglio più passare mesi senza vedere la mia famiglia". Louis non replicò al tono sincero del giovane. "Quanto al resto, se vogliamo mantenere questo matrimonio di facciata, possiamo concordare degli incontri, compatibilmente con i nostri impegni". Il calciatore lo fissò poco convinto, ribattendo velenoso: "Ho tre figli, Harry. Non è che posso abbandonarli per volare da te quando senti il bisogno di cavalcare un cazzo!". Harry sobbalzò, offeso da quelle parole. Oltre la facciata di freddezza, avvertiva in quei momenti un odio e un disprezzo da parte di suo marito che gli provocava una sensazione di vuoto allo stomaco. "Lasciamo perdere" sussurrò, abbassando la testa per nascondere gli occhi lucidi. Louis sospirò, accorgendosi di aver esagerato. Si scostò, indietreggiando di un passo e ammettendo: "Ho esagerato, mi dispiace. Hai ragione, se dobbiamo restare ufficialmente sposati ha senso che ci vediamo anche in America o altrove. Ma, dovrò portare i bambini e qualcuno che si occupi di loro". "Una babysitter?" chiese Harry, la voce roca per il pianto trattenuto. Louis scrollò le spalle, confessando: "Di solito mi aiuta Eleonor, con loro. Oltre che la mia manager è una cara amica, mi è stata molto vicino in questi anni". "Non mi piace, Eleonor" confessò candidamente Harry, tirando su con il naso come un bambino. "Già" sussurrò Louis: "Lo immaginavo". "Se siamo una coppia sposata, felicemente sposata" calcò le parole Harry: "Non mi pare il caso che ti porti dietro una donna, che viene considerata da molti la tua amante". Louis spalancò la bocca e scosse la testa, mordendosi poi un labbro per non ridere. "Lo so" ammise Harry, senza trattenere un sorriso: "Lo so, anche io, che è ridicolo". "Tu, più di tutti, sei consapevole che sono gay, Harry. Lo sono sempre stato. Non ho mai toccato una donna, in vita mia, e non ho, certo, cambiato sponda dopo che mi hai lasciato" disse, il tono privo di emozione nonostante le parole forti. 

Eri il mio mondo - Larry fanfictionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora