Capitolo 1

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🔞⚠️ATTENZIONE
Questa storia contiene scene di sesso Esplicite.
Se non gradite, NON LEGGETE.

Ps Chiedo scusa in anticipo per gli errori.

.....

-Sicuro che c'è qualcuno?-Domando a Wayne, mentre col taxi mi fermo davanti alla mia cara vecchia casa

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-Sicuro che c'è qualcuno?-
Domando a Wayne, mentre col taxi mi fermo davanti alla mia cara vecchia casa. Pago il tassista e rimango ferma davanti al cancello con le mie tre grosse valige per tergermi il sudore dal viso.
Guardo oltre il cancello. Mi soffermo a scrutare l'interno delle finestre, per essere sicura che ci sia davvero qualcuno ad aprirmi la porta.

Ho fatto un viaggio piuttosto lungo e sono davvero esausta.
Come se non bastasse, siamo a giugno e ho il sudore che mi cola da ogni singola parte del corpo come se fossi appena uscita dalla doccia.
-Che aspetti. Suona!-
Wayne urla dall'altra parte del telefono mentre io strizzo gli occhi infastidita.
-Ok, ok. Adesso suono-
Chiudo la chiamata e faccio un sospito lunghissimo.
Forse il più lungo della mia vita.

Suono al citofono e attendo pazientemente che qualcuno mi risponda.
Pochi istanti dopo, viene aperto il cancello senza che nessuno domandi
'chi è'.

Apro il cancello e attraverso il vialetto, portandomi dietro due delle tre valige fino alla porta di casa. Poi torno indietro e recupero l'ultima valigia rimasta.

La porta si apre nell'istante in cui giungo nuovamente davanti alla porta.
Sgrano gl'occhi.
Sulla soglia c'è un tizio mezzo nudo che mi osserva in modo strano.
Capelli biondi e leggermente lunghi,occhi verdi, barbetta, pettorali da urlo e un asciugamano legato in vita.

Gli sorrido all'istante, sollevando la mano destra come segno di saluto.
-Salve! Sono Chloe. Tu, devi essere... Damian?-
Lui sorride a sua volta e solleva le sopracciglia.
-Sbagliato! Sono Edgar-
-Giusto! Edgar-
Annuisco e sorrido.
Restiamo qualche secondo in silenzio.
Io mi guardo intorno in attesa che il biondino si decida a lasciarmi entrare.

Guardo nuovamente verso di lui e sorrido in modo forzato.
-Ti spiace se entro?-
Lui si passa la mano tra i capelli, portando all'indietro un ciuffo biondo e sorride.
-Oh! Ma certo. Dove ho la testa!-
Mi spalanca la porta ed io entro con le prime due valige.
Edgar, gentilmente, mi porta dentro l'ultima valigia rimasta, poi chiude la porta.

Rimango un'istante ferma a scrutare l'ingresso, con la scala che porta alle camere da letto dinanzi a me.
Sotto la scala, c'è la porta della cucina a sinistra, e le porte della mia vecchia stanza e del salotto a destra.

Vado verso il salotto.
Entro e sorrido.
Wayne non ha cambiato una virgola di questa casa, e ne sono felice.
-Sicura di essere Chloe?-
Edgar mi si pianta davanti con le braccia conserte.
-Già! In carne ed ossa-
Replico, incrociando le braccia sul petto a mia volta.
-Qualcosa non torna-
Dice lui, squadrandomi.
-Cosa non torna. Non capisco-
Replico, accigliata.
-Beh! Wayne ci ha mostrato una tua foto.
Dovresti avere i capelli corti, niente trucco, indossare pantaloni e magliette di due taglie più grandi. Ha detto chiaramente che ci saremo trovati davanti un maschiaccio-
-Ci saremo?-
Domando con aria interrogativa.
-Io e gli altri inquilini-
Annuisco. Poi dico:
-Quella che hai visto in foto è la vecchia versione di Chloe. Questa è quella nuova. Spiacente di averti deluso-
Ebbene sì, ora indosso soltanto bei vestiti, mi trucco e ho i capelli abbastanza lunghi.

.

Facciamo un piccolo passo indietro...

Sono andata via da Londra cinque anni fa' per seguire il mio, ora ex, fidanzato in America. E in effetti, ero un maschiaccio.

Ho sempre lavorato nell'offiicina di Wayne e Jim, suo padre, che ho sempre chiamato zio, perché sin dall'età di dodici anni, si è preso cura di me come un padre.
Non ho mai avuto un look femminile.
Ero sempre circondata da uomini, e lavorando in un'officina, mi piaceva imitarli, essere come loro, anche nel look.

Poi ho conosciuto Teddy.
Era un nostro cliente abituale in officina.
Io e lui siamo diventati molto più che amici e abbiamo legato in modo particolare.
Ci siamo innamorati velocemente e intensamente l'uno dall'altra, inevitabilmente.

Quando gli diedero il trasferimento per lavorare a New York, lo seguii all'istante, senza esitare.
All'inizio, tutto fu meraviglioso, ma col passare del tempo, lui cambiò.
Disse di volermi più donna, più femminile. E lo accontentai.
Mi lasciai crescere i capelli, iniziaia a truccarmi, a indossare bei vestiti e scarpe col tacco.

Teddy cominciò a diventare geloso e possessivo, tanto da impedirmi di videochiare con Wayne, che per me è sempre stato come un fratello.
Ma Teddy, era tremendamente geloso di lui, tanto che negli ultimi tre anni, le mie chiamate con Wayne divennero sempre meno frequenti. Quasi nulle.
Alla fine, stanca delle sue continue scenate di gelosia e delle continue liti, decisi di lasciarlo.
Non appena diedi la notizia a Wayne del mio ritorno a casa, le sue parole mi colpirono dritta al cuore:
'Non preoccuparti. La tua stanza è rimasta come l'hai lasciata'.

.

-Stavo per entrare in doccia. Se non ti spiace...-
Edgar mette le mani sui fianchi e inarca un sopracciglio in attesa della mia risposta.
-Certo. Vai pure-
Replico.
Sale al piano di sopra, mentre io, lascio jl salotto e avanzo fino a trovarmi davanti alla porta della mia vecchia stanza.

Prima che venissi a vivere qui, era uno sgabuzzino.
Zio Jim lo trasformò in una graziosa cameretta tutta per me.
Lui e mio padre erano grandi amici, ma dopo la morte di mio padre, mia madre conobbe un'atro uomo e scappò via con lui, lasciandomi alle cure dello zio Jim.
Non è mai più tornata.

Apro la porta della mia vecchia stanza e quasi mi commuovo.
Wayne l'ha davvero lasciata com'era.
Con i poster delle mie moto preferite appese al muro, il sedile di una Ferrari come poltrona, e le tende con raffigurati i pneumatici.
Mi scappa quasi da ridere nel rivederla.
Non ho più vent'anni, ma quasi ventisei.
E non sono più un maschiaccio.
Sono maturata, e sono più donna.

Porto le valige dentro la stanza e comincio a disfarle, una ad una.
Dopo di ché, mi preparo a fare una doccia.
Prendo il necessario.
Sfilo via scarpe e vestito e mi infilo nel box doccia.

Dopo aver fatto la doccia, esco dal bagno con l'asciugamano legato sotto le ascelle.
Apro l'armadio e cerco un vestito da indossare, quando si apre la porta della stanza.

Mi ritrovo davanti un tizio con una sigaretta spenta tra le labbra.
Moro, occhi scuri, barbetta, bel fisico.
Mi squadra dal basso verso l'alto e inarca le sopracciglia.
-Chi diamine sei? Un'amante di Ed?-
Ed, immagino sia il diminutivo di Edgar.
Mi arrabbio, ma non più di tanto.
-Non sono l'amante di Edgar. Sono Chloe. E dovresti bussare prima di entrare-
-Chloe. Il maschiaccio?-
Domanda, sorpreso.
-Si. Sono io-
Replico, senza dilungarmi nelle spiegazioni.
Il tizio poggia la mano sullo stipite della porta e sposta la sigaretta dietro l'orecchio contiuando a fissarmi compiaciuto.
-Io sono Damian. Volevo soltanto usare la doccia, visto che quella della mia stanza è rotta. Non credevo di trovarci qualcuno.
Per questo sono entrato-
Io metto le mani sui fianchi, lo guardo con aria strafottente e dico:
-Beh! Chloe il maschiaccio è tornato.
Quindi, d'ora in poi questa stanza è Off Limits. E ora smamma!-
Lui sorride e dice:
-Sicura? Non vuoi che resti a darti una mano a vestirti?-
-Fuori!-
Sbotto io.
Damian non osa ribattere.
Chiude immediatamente la porta e va' via.

...

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