Capitolo 21

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Abram poggia le mani sui miei fianchi, avvicinando piano il suo viso al mio. Avverto il calore della sua pelle a contatto con la mia, le sue labbra che sfiorano le mie.

Sentiamo la porta di casa aprirsi all'improvviso e ci guardiamo in faccia con gl'occhi sgranati.
Recuperiamo i vestiti e ci abbassiamo per nasconderci dietro la spalliera della poltrona.
Restiamo in silenzio, senza muovere un muscolo.

Qualcuno avanza fino alla porta del salotto dopo aver visto la luce accesa.
Ho il cuore che mi batte a mille.
Spero che, chiunque sia, non ci veda e non si accorga di noi.
Sarebbe terribilmente imbarazzante.
Quel qualcuno, per nostra fortuna, si limita a spegnere la luce e ad andarsene.
Io tiro un sospiro di sollievo.
Mi rivesto all'istante.
Basta bere.

Lascio il salotto in punta di piedi e mi sporgo leggermente per spiare verso il piano di sopra.
C'è la luce accesa nella camera di Wayne.
È stato lui dunque il primo a rientrare.
Subito dopo, entro nella mia stanza.
Ho bisogno di una doccia.

Esco dalla doccia e avvolgo l'asciugamano sotto le ascelle.
Sento nuovamente la porta di casa aprirsi.
È mezzanotte passata.
Sono curiosa di vedere questa volta chi è rientrato.
Vado verso la porta della mia stanza, la apro leggermente e sporgo la testa.
Non vedo nessuno.
Forse mi sono sbagliata.
Spalanco la porta. Esco dalla stanza e controllo meglio in giro.

-Chloe-
Una voce pronuncia il mio nome dalla porta della cucina e mi fa' sussultare.
È Edgar.
-Oh! Sei tu-
Tiro un sospiro di sollievo.
Lui entra in cucina giusto per prendere una bottiglietta d'acqua ed esce di nuovo.
-Come mai ancora sveglia?-
Mi domanda prima di bere un lungo sorso d'acqua.
-Io... non riuscivo a dormire. Così, ho pensato di fare una doccia per rilassarmi un pò-
Mi fissa. Non sembra convinto.
Sorride.
-Con chi hai scopato? Dì la verità-
Stringo le labbra e mi arrabbio.
-Vado a dormire. Buonanotte-
Vado verso la mia stanza.
Lui mi raggiunge.
Sento le sue braccia avvolgermi da dietro e tirarmi a sé.
Il calore del suo respiro caldo e profondo sul collo farmi venire i brividi sulla pelle.
-Non scappare, Chloe-
Sussurra al mio orecchio, in tono suadente.
Mi fingo fredda, ostile, indignata, mentre invece vorrei voltarmi verso di lui e baciarlo.
-Cosa vuoi?-
Gli domando.
Lui sorride e mi stringe ancora più forte a lui. Sento i suoi pettorali premere contro la mia schiena, il suo membro eccitato contro le mie natiche.
-Solo tenerti un pò fra le mia braccia. Mi sei mancata-
Sgrano gl'occhi.
Gli sono mancata? Stento a credere alle sue parole.
Pochi istanti dopo mi lascia e si comporta normalmente.
-Buonanotte. Vado a dormire-
Sale al piano di sopra e lo seguo con lo sguardo finché non si chiude nella sua stanza.

Si apre nuovamente la porta di casa.
È Damian.
È piuttosto sorpreso di trovarmi lì, all'ingresso, e per di più con indosso soltanto l'asciugamano.
Inarca un sopracciglio e sorride.
-Gran bella accoglienza!-
Esclama.
-Io...Sono andata soltanto a bere dell'acqua in cucina-
Dico la prima cosa stupida che mi viene in mente e poi, sgattaiolo nella mia stanza e rido.
Non credo l'abbia bevuta.
Ma chi se n'è importa.

Indosso l'intimo, il pigiama e ripenso alle parole di Edgar.
'Mi sei mancata'.
Mi metto sotto le coperte, e dormo con il sorriso sulle labbra.

.

Sono in officina e sbadiglio.
Sbadiglio di continuo.
Non ho dormito granché ripensado alle parole di Edgar e cercando ci trovare il motivo per cui me le abbia dette.
Amicizia? Affetto? Amore?

Wayne si accorge che sono spesso distratta e sovrapensiero.
Mi riprende e mi rimprovera.
-Chloe, datti una mossa!-
-Agli ordini, capo-
Replico scherzosamente, portando la mano destra alla fronte in un saluto militare.
Lui sorride e scuote la testa.

Pausa pranzo.
Wayne mi porge un sandwich e storco le labbra.
-Non sei stufo di mangiarli?-
-A dire il vero, no. E ora mangia-
-D'accordo!-
Mormoro togliendo l'involucro all'immancabile sandwich dell'ora di pranzo.
Poi si torna a lavoro.

Oggi, siamo riusciti a riparare ben tre macchine in una sola giornata.
Siamo esausti.

Mentre io Wayne lasciamo l'officina e facciamo la solita strada a piedi per tornare a casa, gli faccio una domanda.
-Com'è andata la cena di ieri con la tua cliente?-
Lui si gratta il lato del collo, imbarazzato.
Poi risponde.
-È andata bene-
-Lei come si chiama? È carina?-
-Si chiama Carrie. Si. Penso che sia carina-
-Ti piace?-
Wayne si ferma all'improvviso e sbotta.
-Perché mi fai tutte queste domande? Non sono interessato a lei. Chiudiamola qui se non ti spiace-
Scrollo le spalle e annuisco.
-D'accordo come vuoi-

La prima cosa che faccio una volta giunta a casa  è entrare nella mia stanza, aprire l'armadio e tirare fuori la busta con dentro il mio regalo di San Valentino per Wayne.
Vado da lui, di sopra, e busso alla sua stanza.
Apre la porta e gli pianto la busta con il regalo davanti agli occhi.
Lui sorride e la afferra.
-Scusa per il ritardo. Buon San Valentino-
Dico.
-D'accordo. Sei scusata-
Apre la sacca e ci guarda dentro. Tira fuori il regalo e si mette a ridere in modo composto.
-L'orologio sportivo che ho sempre desiderato. Grazie Chloe-
Mi stringe affettuosamente fra le sue braccia e poi puntualmente mi scompiglia i capelli.

Sono davvero felice che il mio regalo gli sia piaciuto.
Mi restano ancora due regali da consegnare. Damian e Edgar.

Busso alla porta della stanza di Damian, ma non c'è.
Apro comunque la porta e lascio il mio pensierino sulla sua scrivania, accanto al portatile.
-Che ci fai qui?-
Damian è sulla soglia della porta e non sembra molto felice di trovarmi dentro la sua stanza.
-Ti ho lasciato soltanto un pensierino di San Valentino-
Replico.
Avanza fino alla scrivania e afferra il pensierino che ho lasciato per lui con la mano. Lo scruta attentamente e poi aggrotta la fronte.
-Cos'è? Un cane?-
-Ma no sciocco! È un orsetto. Un orsetto portachiavi-
-Oh! Carino!- Esclama -Ma io non ti ho fatto niente-
Io sospiro e dico:
-Non devi ricambiare. Non ce n'è bisogno-
Mi afferra per un fianco e mi attira a sé.
-Un regalo voglio dartelo-
Mormora, avvicinando le sue labbra alle mie. Mi bacia sfacciatamente sulla bocca per un lungo istante, poi mi lascia.
Io mi arrabbio, mentre lui se la ride.
-Sei uno stronzo!-
Sbotto.
-Oh! Andiamo. Era solo un piccolo bacio innocente!-
Mi afferra per i fianchi e mi attira di nuovo a sé, facendomi sentire la sua erezione contro il ventre.
-Dai Chloe. Facciamolo-
Mi stacco da lui all'istante e lo spingo lontano da me.
-Fanculo. Fottiti!-
Raggiungo la porta per andarmene e lui scoppia a ridere.
-Oh! Avanti! Stavo solo scherzando!-

Scendo al piano di sotto ancora indignata per il comportamento di Damian, e incrocio Abram sulle scale.

...




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