Capitolo 23

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Finalmente a casa!
Apro la porta e, tanto per cambiare, sento un gran baccano provenire dal salotto.
Damian e Edgar giocano alla PS.

Non voglio disturbarli e vado dritta nella mia stanza a fare una doccia.
Immagino dovrò preparare la cena anche oggi. Wayne non è ancora tornato.

Dopo la doccia, raggiungo la cucina e d'istinto guardo l'ora.
Trovo strano che Wayne non sia ancora rientrato a casa.
Edgar entra in cucina e mi vede pensierosa.
-Qualcosa non va'?-
Mi domanda.
-Wayne. Non è ancora tornato dall'officina-
-Lo sai com'è fatto. Quel posto è come la sua seconda casa. Dovresti saperlo meglio di me-
-Forse hai ragione-
Ribatto.
Entra anche Damian e cominciamo a mangiare noi tre.

Mentre lavo i piatti, guardo nuovamente l'ora. Sono davvero preoccupata.
Prendo le chiavi di casa e decido di andare in officina a controllare che vada tutto bene.
È buoio pesto.
C'è un lume acceso all'interno dell'officina e vado a controllare che sia Wayne.
Il lume è nell'ufficio.
La porta è socchiusa.
La apro, e ci trovo dentro Wayne e Carrie che si baciano.

Wayne mi vede, e si stacca subito da lei.
Mi guarda Come se lo avessi colto con le mani nel sacco.
-Scusate. Io... non volevo disturbarvi. Continuate pure-
Esco dall'officina e mi sento un'idiota.
Forse avrei dovuto immaginare che stava con Carrie.

Wayne mi raggiunge, mi afferra per un braccio e mi costringe a guardarlo negl'occhi.
-Chloe. Scusa-
-Perché ti scusi? Va' tutto bene-
Lui mi lascia il braccio. Sembra turbato.
-Chloe. Io-
-Torna da lei. Ti lascio la cena in caldo-

.

Giungo nuovamente a casa, e non appena chiudo la porta, faccio un lungo sospiro.
Mi volto, e mi trovo davanti Damian.
-Era con Carrie?-
-Si. Era con lei. Tutto ok-
Replico.
Vado nella mia stanza e Damian mi segue.
-Che fine ha fatto Abram?-
-Way non te lo ha detto? È andato via questa mattina-
-Così? Di punto in bianco. Strano. Non sembrava voler andar via-
Deglutisco e sorrido.
-Beh! Avrà avuto i suoi motivi-
Vado verso l'armadio e cerco il mio pigiama.
Damian mi spinge e mi blocca i polsi contro il muro.
-Scommetto che ci hai scopato-
-Damian. Lasciami-
-Avanti. Dillo!-
Lo guardo negl'occhi e alzo la voce contro di lui.
-No. Non ci ho scopato, maledizione!-
Damian si lecca le labbra e poi mi fissa il seno.
-E con me, invece? Ci scoperesti di nuovo?-
-Credevo ti frequentassi con Rosaline, la tua cliente-
-Niente di serio con lei-
Dice, mentre spinge il suo corpo contro il mio.
Il mio seno si schiaccia contro il suo torace. Il suo membro eccitato contro il mio ventre.
Ma non voglio fare sesso con lui.
Non di nuovo.
-Damian. Ora basta. Finiscila!-
Lo spingo lontano e alla fine si arrende.
-D'accordo. Non ti arrabbiare. Me ne vado-
Lascia la mia stanza e mi sento più sollevata.

Sono seduta in salotto, davanti alla TV insieme a Damian e Edgar.
L'atmosfera tra me e Damian è piuttosto tesa, ma non mi va' di parlarci e dargli importanza, come lui non la da' a me.
Edgar invece, beve una birra e chatta con qualcuno.
Forse con quella... Karen.
Da come sorride, sono certa che si tratti di una donna.
Sbuffo e continuo a guardare la TV.
Poi saluto e vado a dormire.

.

Giunge un nuovo giorno.
Non ho sentito Wayne rientrare ieri notte.
Dev'essere rimasto parecchio tempo in officina con Carrie.
Per colazione non ci siamo incrociati, ma mi ha lasciato tutto pronto sul tavolo.
Compreso il succo d'arancia che adoro.

Raggiungo l'officina, e ancora una volta, c'è quella Carrie che parla con Wayne mentre lui lavora.

Raggiungo l'ufficio, indosso la tuta e mi metto subito a lavoro.

Ogni tanto il mio sguardo si posa su Carrie e Wayne, mentre parlano e si sorridono. Chissà cosa si dicono.

Carrie se ne va', ma ho idea che tornerà presto. Forse più tardi.
Durante la pausa pranzo, io e Wayne mangiamo insieme come al solito e parliamo delle auto da aggiustare, niente di più.

Quasi alla chiusura, come immaginavo, Carrie torna in officina.
Io vado in ufficio e mi tolgo la tuta.
Saluto Wayne e Carrie e mi incammino verso casa.

Apro la porta di casa e da' subito le mie narici sono invase da un inconfondibile puzza di sigaretta.
Mi sbaglierò, ma sembra provenire dal salotto e mi precipito subito lì.
Mi fermo sulla soglia della porta.
Damian è seduto sul divano mentre fuma una sigaretta. Ma a giudicare dal fumo che invade il salotto, immagino non sia la prima che fuma.
-Quante cazzo di sigarette hai fumato per ridurre la casa ad una ciminiera!-
Gli domando piantandomi davanti a lui.

Damian mette via la sigaretta, mi da' un'occhiata e poi si rilassa sulla spalliera del divano.
-Sono le mie ultime sigarette. Ho deciso di provare a smettere di fumare-
Io scoppio a ridere e metto le mani sui fianchi.
-Non credo che ci riuscirai!-
-Hai così poca fiducia in me?-
-Non in te. Nella tua forza di volontà-
-Ci riuscirò. Vedrai-
-A proposito. Sai che Edgar ti mangia vivo se scopre che hai fumato in salotto?-
Lui sorride, poi ridacchia.
-Stanotte non rientra. Perché pensi che abbia fumato qui altrimenti-

Ecco perché ieri notte Edgar non faceva altro che chattare e sorridere.
Oggi doveva vedersi con una donna.
Lo immaginavo.

La porta di casa si apre, ed io mi volto a guardare verso l'ingresso.
Sorrido, sicura che sia tornato Wayne.
Invece è Edgar.
-Oh! Cazzo!-
L'esclamazione mi viene spontanea.
Comincio ad avere paura per Damian, non appena vedo Edgar annusare l'aria.

Si precipita in salotto e becca Damian giusto nel momento in cui aspira la sigaretta.

Damian sgrana gl'occhi e spegne subito la sigaretta sotto la scarpa.
Edgar si scaglia contro di lui come una furia, ma io provo a farlo calmarlo, a spingerlo indietro.
-Sei morto! Giuro che sei morto!-
Edgar urla come una furia.
Damian cerca in tutti i modi si sfuggire alla sua ira.
Salta sul divano e cerca di raggiungere la porta del salotto per scappare, ma non ci riesce.
Sono l'uno di fronte all'altro, io sono tra loro che cerco ancora di calmare Edgar.
Lui scaglia un pugno moderato contro Damian, ma invece di colpire il suo volto, colpisce il mio zigomo e finisco a terra.
-Cristo santo! Che hai fatto!-
Damian mi aiuta a sollevarmi, mentre Edgar è ancora sotto shock.
-Non volevo colpire lei, cazzo. Va' a prendere il ghiaccio in cucina, svelto-
Damian obbedisce all'istante mentre Edgar mi fa' sedere sul divano e si china davanti a me.
-Hey! Ci sei? Stai bene?-
Io sorrido, mi sento un pò stordita, ma viva.
-Si. Sto bene. Non preoccuparti-
Damian torna col ghiaccio e Edgar me lo sistema subito sullo zigomo.
-Ho paura che ti uscirà un bel livido-
Dice Edgar, premendo il ghiaccio con forza sulla parte lesa.
-Andrà via. Non è un problema-
Replico, felice di trovare il viso preoccupato di Edgar davanti al mio.
Forse, in fin dei conti, non è stato poi così brutto, essere stata colpita da lui.

...




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