Capitolo 7

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Wayne si sente in dovere di scusarsi con me per le parole di Edgar.
-Mi spiace. Di solito non si comporta così. Vado a parlare con lui-
-No lascia. Vado io-
Dico.

Lascio la cucina, e raggiungo la porta della camera di Edgar al piano di sopra.
Busso. Dice 'avanti' ed entro.
Chiudo la porta alle mie spalle.
Avanzo fino al letto dove è sdraiato e lo fisso con le mani sui fianchi.
-Se proprio vuoi prendertela con me, almeno fallo quando siamo soli. Non coinvolgere anche gl'altri-
-La prossima volta starò più attento. Ora puoi andare-
Mi dice, freddamente.
-Spero davvero che non pensavi quelle parole-
Dico.
Si alza dal letto e si pianta davanti a me.
-E anche se fosse?-
Chiudo gl'occhi un'istante e cerco di trattenere l'istinto di prenderlo a sberle.
-Basta! Meglio che me ne vado-
Raggiungo la porta e la apro.
-E comunque, non le pensavo davvero-
Dice.
Mi volto a guardarlo e mi sorride come se si stesse prendendo gioco di me.
Assumo uno sguardo severo.
-Bene! Me lo auguro-
Dico, e lascio la sua stanza.
Quell'uomo a volte è davvero irritante.
Meglio non averci troppo a che fare.

Non appena metto piede in cucina, Wayne mi guarda con le labbra dischiuse e l'espressione interrogativa.
-Com'è andata?-
-Bene. Ci siamo chiariti-
Replico, e torno a sedermi al mio posto a tavola.
-Mi fa' piacere. Se in futuro dovesse mancarti di rispetto, dimmelo. Non esiterò a buttarlo fuori di casa-
Le parole di Wayne mi spiazzano.
Sono molto dure.
Non voglio che cacci Edgar di casa a causa mia.
Mi farebbe sentire terribilmente in colpa.
-Edgar è una persona ragionevole- Dico. -Non ce ne sarà bisogno, ne sono certa-
Lascio la cucina, e vado nella mia stanza a riposare. Sono davvero stanca.

.

Oggi è sabato, e nessuno lavora.
Nemmeno io. Ne approfitto per stare a letto qualche ora in più.
Sento suonare alla porta di casa.
Qualcuno è già andato ad aprire.
-Dov'è Edgar?-
Sento la voce di una donna. E dal tono, sembra piuttosto arrabbiata.
Apro la porta della mia stanza, e mi ritrovo lo sguardo cupo di quella donna addosso.
Una donna alta, rossa, snella, molto sexy.
-Edgar. Ti cercano-
Urla Wayne.
Poi viene verso di me e attende che Edgar esca dalla sua stanza e scenda.

Non appena vede la donna, Edgar sbuffa. Non sembra molto felice di vederla.
-Irene. Cosa ci fai qui?-
Domanda lui, scendendo lentamente le scale.
La donna è decisamente adirata.
-E me lo domandi? Ho fatto i salti mortali per riuscire a trovarti-
Edgar spalanca le braccia e dice:
-Beh! Ora mi hai trovato-
-Perché non rispondi ai miei messaggi e alle mie chiamate?-
Domanda lei, con tono quasi esasperato.

Io e Wayne ci spostiamo in cucina e lasciamo che quei due discutino per i fatti loro.
-Un'amante di Edgar?-
Domando a Wayne.
Lui inarca le sopracciglio e mi fissa.
-Si. Una delle tante-
Pochi istanti dopo, giunge in cucina anche Tylor.
-Ne avranno ancora per molto quei due?-
Domanda versandosi del succo d'arancia in un bicchiere.
-Dovresti chiedere a loro-
Replica Wayne divertito.
Giunge anche Damian e si mette a sedere al suo posto col viso ancora stanco e assonnato.
-Neanche nei week end mi lasciano riposare in pace!-
-Io vado. Ho delle cose da fare-
Dice Tylor, lasciando la cucina.
Wayne mi guarda e dice:
-Stavo pensando di andare a trovare mio padre a Bristol. Ti va' di venire con me?-
-Certo. Perché no!-
Replico all'istante.
Sarà un vero piacere per me, rivedere dopo cinque anni, l'uomo che mi ha cresciuta.
-E se andassimo in moto?-
Propongo.
-Idea grandiosa!-
Esclama Wayne compiaciuto.
-Divertitevi-
Dice Damian.

.

Wayne prende la mia motocicletta e la spinge fino a fuori dell'officina.
Prova a metterla in moto, una, due volte, poi, si accende.
Sentirla funzionare mi commuove.
La lascia nelle mie mani e mi siedo in sella. È un'emozione unica.
-Andiamo!-
Incito Wayne a salire.
Si siede dietro di me, e via, partiamo per raggiungere Bristol.

Zio Jim ha preso una casa in un luogo appena fuori città, in un posto tranquillo che fatico quasi a trovare.

Manca ancora un pò, prima di raggiungere la nostra destinazione. All'improvviso la moto di spegne e non riesco più a metterla in moto.
-Diamine! La batteria-
Sbotto incredula.
-È colpa mia. Avrei dovuto cambiarla. Cazzo!-
Wayne se la prende con se stesso e scende dalla moto.
-E ora che facciamo? Siamo nel bel mezzo del nulla-
Scendo anch'io, mentre Wayne prova ad effettuare una chiamata ma senza successo. Non c'è campo.
-Credevo che questa cose succedessero soltanto nei film horror!-
Esclama, giusto per fare un pò di sarcasmo.
-Lasciamo la moto lì, nascosta fra quei cespugli e vediamo di arrivare fin laggiù. Vedo delle case-
Dico, indicando un insieme di abitazioni.
Lui annuisce, e cominciamo a camminare, camminare per chilometri.
Non ho idea di quanti ne abbiamo fatti prima di giungere a quelle case, ma ne è valsa la pena.
-Grazie a Dio qui prende. Chiamo subito mio padre-
Wayne effettua la chiamata dando le nostre coordinate a zio Jim e lo vediamo arrivare solo dieci minuti dopo.

Appena mi vede si porta una mano sulla bocca e gli si appannano gl'occhi.
-Chloe!-
Corro subito ad abbracciarlo.
E lui abbraccia me.
-Zio! Che bello rivederti-
Lui mi prende il viso tra le mani, poi mi guarda da testa a piedi.
-Dio! Ti sei fatta bellissima!-
Poi mi abbraccia di nuovo.
-Oh! Zio. Non è vero!-
Esclamo, nascondendo il volto tra le mani.

Con il pick-up di zio Jim, torniamo sul luogo dove io e Wayne abbiamo lasciato nascosta la motocicletta e la carichiamo nel cassone.
Ci dirigiamo verso casa dello zio, arrivando in poco tempo.
Ci fermiamo sul vialetto e scendo per ultima dal pick-up.
-Non preoccupatevi. Conosco qualcuno che può procurarmi la batteria. Devo solo fare una chiamata-
Zio Jim si allontana per effettuare una chiamata.
Io e Wayne entriamo in casa e tiriamo un sospiro di sollievo.
-Visto? È tutto risolto-
Dice, scompigliandomi i capelli.
Zio Wayne torna pochi minuti dopo con una faccia improvvisamente seria.
-Ho una notizia buona e una cattiva-
Dice.
-Prima la buona, poi la cattiva-
Propone Wayne.
Zio Jim sospira e dice:
-La buona è che vi ho trovato la batteria. La cattiva, non possono portarvela prima di domani mattina-
Wayne si volta verso di me con aria preoccupata.
-Siamo costretti a stare qui. Spero non ti dispiaccia-
-Assolutamente no-
Replico io.

Zio Jim ci mostra la sua casa con entusiasmo.
Ha un bel giardino colmo di piante e fiori, e anche un orticello dove coltiva ogni varietà di ortaggi.
Ci sediamo a tavola per l'ora di pranzo e cominciamo a parlare e a ricordare i cari vecchi tempi di quando lavoravamo tutti e tre in officina.
A volte ridiamo, a volte ci rattristiamo.
Ma è comunque bello ricordare, sia i momenti belli, che quelli brutti.

Io e Wayne facciamo un giro nel paese più vicino, e ci imbattiamo in un piccolo negozio che vende oggetti vintage.
Io metto gl'occhi su un grazioso vestitino anni settanta, mentre Wayne compra un vecchio disco in vinile appartenente ai Beatles.

Torniamo a casa di zio Jim giusto in tempo per l'ora di cena.

Dopo mangiato, lo zio ci mostra l'unica camera da letto che ha disponibile.
-Avete dormito spesso insieme da ragazzini. Spero non sia un problema per voi farlo ora, che siete adulti-
-Nessun problema. Vero Way?-
Do' una leggera gomitata alle costole di Wayne e sorrido.
-Certo. Nessun problema-
Replica lui, alzando le spalle.

Voglio che lo zio Jim non si preoccupi.
Il mio rapporto con Wayne è rimasto come tra fratello e sorella e non è mai mai cambiato.

...

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