Capitolo 22

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Il mio sguardo e quello di Abram si incrociano e subito mi torna in mente la strana serata con lui della sera prima.
Sorride e si avvicina al mio orecchio.
-Riprendiamo da dove abbiamo lasciato ieri. Chloe-
Controllo che non ci sia nessuno nei paraggi e parlo sottovoce.
-Senti. Eravamo entrambi un pò brilli. È stato un'errore, ok?-
Ma lui non sembra essere d'accordo e mi mette una mano sul fianco destro.
-Non fare la bambina capricciosa adesso! Andiamo a divertirci nella tua stanza-
Spingo via la sua mano dal mio fianco e comincio ad arrabbiarmi sul serio.
-Ti ho già detto che è stato un'errore. Finiscila!-
Lui mi afferra per entrambi i fianchi, mi bacia sul collo. Cerco di liberarmi dalla sua stretta all'istante, ma le sue mani cominciano a toccarmi ovunque.
-Avanti! Non farti pregare ancora!-

Edgar afferra Abram per un braccio e glielo torce dietro la schiena facendolo urlare di dolore, poi lo guarda dritto negl'occhi.
-Non osare mai più metterle le mani addosso, o giuro che la prossima volta il braccio te lo spezzo-
Edgar lo lascia, e Abram va' di corsa a chiudersi nella sua stanza.
Tiro un sospiro di sollievo.
-Che dire... grazie-
Edgar non dice una parola e torna verso il salotto. Gli vado dietro e mi siedo accanto a lui sul divano.
Lui accende la TV e comincia a fare zapping con il telecomando.
-Te la sei spassata con lui. Vero?-
Mi domanda, senza guardarmi negl'occhi.
-Ti sbagli. Non abbiamo scopato-
Mi guarda. Non sembra credermi.
In effetti, se non fosse stato per lui, sono certa che io e Abram, avremmo finito per fare sesso.
-Puoi scopare con chi ti pare-  Dice  -Solo, stai attenta nella scelta dei tuoi 'partner'. Non troverai sempre un supereroe a salvarti-
-Lo so. Hai ragione. Grazie davvero-
Si volta a guardarmi un'istante, poi guarda nuovamente verso la TV.
-È stato un piacere-

Vado un'istante nella mia stanza, e torno in salotto con in mano il pensierino per Edgar. Glielo porgo accanto, sul divano.
Capirà tutto non appena troverà il bigliettino di buon San Valentino.
Mi allontano dal divano, o almeno, ci provo, perché Edgar mi afferra per un braccio all'istante e mi costringe a sedermi di traverso sulle sue ginocchia.
-Cos'è questo? E perché volevi scappare via?-
Mi domanda, tenendomi stretta a sè.
Mi sento un pò in imbarazzo. Ma gli rispondo comunque.
-È solo un pensierino di San Valentino-
Cerco di rialzarmi, ma lui me lo impedisce.
Apre il pacchettino e scruta il piccolo pupazzo strizzando gl'occhi.
-Cosa sarebbe? Uno scoiattolo?-
Mi trattengo dal ridere e gli faccio notare che si sbaglia.
-È un orso. Guardalo meglio-
Dopo, afferra un cioccolatino e se lo porta vicino alle labbra.
-Adoro i cioccolatini-
Morde metà cioccolatino e porge la metà restante nella mia bocca.
-Grazie per il pensiero-
Bisbiglia con voce calda.
Vorrei buttargli le braccia al collo, baciarlo, fare l'amore con lui in quel preciso istante. Invece, mi limito a sorridere.
-Figuarati. È stato un piacere-
Si schiarisce la voce e guarda l'orologio, come a voler celare il suo imbarazzo.
-E ora alzati-
Sbotta con voce severa ma dolce allo stesso tempo.
Il suo sguardo finisce sulle mie labbra.
Come se volesse baciarmi.
Mi alzo dalle sue ginocchia e mi da' un'allegra pacca sul fondoschiena.
Si alza subito dopo di me.
Non posso fare a meno di notare che è eccitato, e che non cerca nemmeno di nasconderlo.
-Vado a fare una doccia-
Si limita a dire evasivamente.
Wayne entra in salotto subito dopo e mi fissa a braccia conserte.
-La cena, Chloe-
-Oh! Accidenti! Me lo sono dimenticato. Vengo subito ad aiutarti-

Durante la cena, Abram resta in silenzio. Sembra piuttosto a disagio mentre consuma la cena.
Immagino che quel che è successo con Edgar, lo abbia scosso.

Edgar e Wayne cominciano a parlare di soldi, investimenti e quant'altro, quando a un certo punto Abram si alza da tavola, si
rivolge a Wayne e dice:
-Più tardi vorrei parlarti, se non ti spiace-
Wayne arriccia le labbra e fa' spallucce.
-D'accordo. Nessun problema-

.

È martedì mattina.
Faccio colazione con Wayne e poi ci dirigiamo verso l'officina.
-Abram è andato via questa mattina. La stanza è di nuovo libera-
Mi dice, all'improvviso.
Mi blocco un'istante. Poi riprendo a camminare.
-Non ti ha detto il motivo per cui se n'è andato?-
-No. Ha detto soltanto di tenere i soldi dell'affitto e che ci saremo tenuti in contatto. Sembrava turbato-
Wayne si ferma davanti al portone dell'officina e mi guarda.
-Non è che hai litigato con lui?-
Per una volta tanto, mi sento costretta a mentirgli. Non voglio che si preoccupi per ciò che è successo tra me e Abram, soprattutto ora che ora è andato via.
Non ne vale la pena.
-No. Non ho litigato con lui-
Wayne non insiste sull'argomento ed entriamo insieme in officina per cominciare una nuova giornata di lavoro.

Oggi c'è un via vai contiuo di clienti in officina. Tra questi, c'è anche la 'cliente' di Wayne. Una donna semplice e carina.

Lei e Wayne stanno sulla soglia della porta. Parlano, si sorridono spesso.
Sembrano fatti l'uno per l'altra.
Chissà se il giorno di San Valentino hanno fatto l'amore?
Non so' perché mi faccio questa domanda.
Forse perché Wayne è single già da tanto tempo, e immagino che anche lui abbia le sue esigenze, come qualsiasi altro uomo sulla faccia della terra.

Lui non è il tipo da una notte e via.
Lo ammiro per questo.

Wayne si accorge del mio sguardo su di lui e gli sorrido. Mi fa' cenno di avvicinarmi, e lo faccio.
-Chloe. Voglio presentarti Carrie-
Lei mi sorride e mi porge la mano.
Sorrido a mia volta e ci stringiamo la mano.
-Dunque, tu sei Chloe. Wayne mi parla spesso di te-
Carrie sembra la tipica ragazza della porta accanto. Vestiti semplici, poco trucco. Poco sexy.
Non so' se possa far breccia nel cuore di Wayne. Lui è un tipo piuttosto esigente in fatto di donne.
La sua ultima ex risale a circa due anni fa'. Una tipa tosta, tutta curve.
Si chiamava Amalia.
Faceva la camionista.
Amalia e Wayne, sono stati parecchi anni insieme. Ma poi, lei ha cambiato città per motivi di lavoro, e si sono persi di vista.
Wayne sa' che ora lei sta con un'altro ma, non so se ne è ancora innamorato.
Ma credo di no.

Carrie stampa un bacio sulla guancia di Wayne e poi va' via.
Wayne torna dentro l'officina, ed io,
smetto di pensare ai fatti suoi e mi concentro di nuovo sul mio lavoro.

Mi torna in mente Abram.
Non mi sembra vero che sia andato via. Ma mi sento sollevata. Non mi piaceva affatto quel tipo.

Le ore passano, e anche questa giornata di lavoro è finita.
Wayne si trattiene in officina, ed io torno a casa da sola.

...


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