Capitolo 18

1.8K 22 0
                                    

Sei mesi dopo...

Sono di nuovo davanti alla mia vecchia casa con tre grosse valige dopo aver pagato il tassista.
Fortuna ho ancora con me le chiavi, così non dovrò scomodare nessuno per venirmi ad aprire la porta come l'ultima volta...

Ebbene sì.
Io e Jakob ci siamo lasciati.
Tra me e lui è finita.
Ho scoperto che mi tradisce con quella sgualdrina di Leila Clayton.

Diceva che il loro era un rapporto prettamente professionale, e invece...

Torniamo indietro di qualche ora.

Oggi alla mensa, ho mangiato qualcosa che mi ha fatto male. Mi è venuto un forte mal di stomaco e ho lasciato l'hotel per tornare a casa.
Di solito torno a casa insieme a Jakob, con la sua auto, ma in quel l'occasione ho preferito chiamare un taxi per non disturbarlo, sicura del fatto che fosse molto impegnato a lavorare in hotel.

Invece, una volta giunta a casa, me lo sono ritrovato lì il bastardo. E non solo. L'ho beccato in flagrante mentre se la spassava con quella Leila a scopare sul letto a baldacchino.

Ho cominciato ad urlare e ho afferrato lei per i capelli, buttandola fuori dalla stanza.
Ho chiuso a chiave la porta e ho preparato le valige all'istante, mentre Jakob mi supplicava di fermarmi, di sedermi, per parlare e ragionare.

Appena ho finito di fare le valige, gli ho mollato un sonoro ceffone e gli ho detto caldamente di fottersi.
Ho aperto la porta di casa e ho subito chiamato un taxi.

.

Apro la porta di casa, ed entro con le prime due valige.
Sento la TV accesa in salotto, dunque  deduco ci sia qualcuno.
Prendo anche l'ultima valigia e chiudo la porta, quando dalla porta del salotto, vedo spuntare Edgar.
È tremendamente piacevole rivederlo dopo sei mesi.
-Sorpresa!-
Esclamo.
Dopo di ché, sorrido a trentadue denti.
-Chloe! Non dirmi. Tu e-
-Si. Io e Jakob abbiamo rotto-
Vado verso di lui, ma mi blocco a metà strada non appena vedo sbucare una donna al suo fianco.
Il sorriso dalle mie labbra svanisce all'istante.
Edgar le mette un braccio intorno alla vita e dice:
-Chloe. Lei è Karen-
-Salve-
Lei sorride carinamente e mi rendo conto che è una donna davvero bellissima.
Bel viso, bel corpo, capelli biondi naturali, occhi verdi. Sexy e sensuale.
-Piacere di conoscerti-
Provo a sorridere anch'io, poi torno indietro per recuperare le valige.
-Vuoi una mano?-
Mi domanda Edgar, gentilmente.
-No. Faccio da sola. Continuate pure a divertirvi-
Dico.

Apro la porta della mia stanza e porto dentro le valige. Richiudo la porta e mi metto a sedere sul letto.
Non posso fare a meno di sentire le urla e le risa della stanza accanto.
Edgar e quella donna sembrano davvero affiatati, avere un buon feeling.

Faccio subito una doccia e poi disfo le valige. Tra non molto Wayne dovrebbe tornare dall'officina.
Ancora non sa' che io e Jakob ci siamo lasciati.

Vado in cucina e preparo la cena.
A dire il vero, non so' nemmeno per quante persone dovrei cucinare.
Meglio aspettare Wayne.

Sento aprirsi la porta di casa, e mi precipito fuori dalla cucina.
Sono sicura che è Wayne.
Invece non è lui. È Damian.
Lui aggrotta la fronte e mi squadra.
-Chloe? Che ci fai qui?-
-Non lo indovini?-
Domando.
Lui annuisce e storce le labbra.
-Allora, condoglianze. E ben tornata-
Sale al piano di sopra, e la porta di casa si apre ancora una volta.
Stavolta è Wayne.

Appena mi vede, sgrana gl'occhi e si mette una mano sulla faccia.
-Chloe! Non di nuovo!-
Io spalanco le braccia e sospiro.
-È andata male anche stavolta-
Wayne viene ad abbracciarmi e poi mi scompiglia i capelli.
-Sono felice che sei tornata. Anche se mi dispiace per te e Jakob, certo...-
-Vai pure a fare una doccia. Parliamo più tardi-
Dico, tornando nella cucina.

La porta si apre e entra Edgar.
Prende due birre dal frigo e poi si ferma un'istante a guardarmi.
-Tutto bene?-
Mi domanda.
Metto le mani sui fianchi e sorrido.
-Si. Tutto bene. Vedo... che hai trovato l'anima gemella-
Lui apre le birre e ridacchia.
-Anima gemella? È solo una con cui faccio sesso-  Giunge davanti alla porta della cucina e si volta di nuovo a guardarmi.
-A Tekken 3, non la batte nessuno-
Lascia la cucina e mi viene da sorridere.
Non è cambiato per niente.

Passano pochi minuti e entra Damian.
Si mette a sedere al suo posto a tavola con davanti il portatile e non dice una parola.
-Ti annoia stare solo in camera tua?-
Gli domando.
Lui inarca le sopracciglia e mi guarda.
-Esatto. Quindi continua a fare quello che devi fare e non badare a me-

Nonostante il suo tono di voce sia scontroso e poco amichevole, in fin dei conti, è bello essere di nuovo a casa.

Wayne giunge in cucina e subito gli sorrido.
-Per quanti dobbiamo cucinare?-
-Per quattro-
Replica lui, prendendo i piatti e le posate per apparecchiare la tavola.
-Mangerà con noi anche Karen?-
Domando.
Wayne mi fissa dolcemente e poggia una mano sul tavolo.
-Oh! Non è ancora andata via-
-Non mangerà qui-
Dice Damian, intromettendosi nel nostro discorso.
-Allora... chi?-
Domando, incuriosita.
-Il nuovo inquilino-
Replica Wayne.
-Un nuovo inquilino? Perché al telefono non me ne hai parlato?-
-Non credevo potesse interessarti-
Replica Wayne, faccendo spallucce.
-E chi sarebbe?-
-Si chiama Abram Epstein. Fa' l'ingegnere.  È un mio vecchio amico del liceo-
-Bene. Lo conoscerò presto allora-
Wayne consulta l'ora sull'orologio e dice:
-Solo pochi minuti-

La cena è quasi pronta.
Edgar ci raggiunge in cucina dopo aver salutato la bella Karen e si mette a sedere al suo posto.

-Eccomi! Salve a tutti!-
Abram giunge in cucina.
È un uomo sulla trentina, allegro, pieno di entusiasmo, moro, occhi castani, bel fisico e anche bel sorriso.
Mi nota all'istante e guarda verso Wayne.
-Non dirmi. Lei è Chloe? Il maschiaccio che lavorava con te in officina?-
Wayne si schiarisce la voce.
Sembra più in imbarazzo lui di me, dopo avergli sentito Abram pronunciare quelle parole piuttosto schiette su di me.
Incrocio le braccia sul petto e dico:
-Si. Sono io-
Abram arriccia le labbra e mi guarda compiaciuto.
-Accidenti! Gran bel cambiamento. Non ti ricordi di me? Ero spesso in officina. Il tizio che si tingeva sempre i capelli di blu-
-Ma certo. Mi ricordo di te. Devo dire che sei cambiato parecchio anche tu.
Eri magro, minghellino, e non avevi molto successo con le donne. Mi auguro che le cose ti vadano meglio ora-
Damian trattiene una risata.
Edgar sorride, mentre Wayne si schiarisce la gola e serve la cena.
-Forza mangiamo. O si fredda-
Abram si mette a sedere, allenta leggermente il nodo della cravatta e mi risponde comunque con tono brioso, per nascondere il suo palese imbarazzo.
-Si. Va' molto meglio ora, grazie-

.

Dopo cena, io e Wayne restiamo soli in cucina e gli racconto del tradimento di Jakob.
-Che bastardo! Come ha potuto farti questo!-
Esclama, colmo di rabbia.
-Non preoccuparti. Gli volevo bene, ma non ero innamorata di lui. Se non sarebbe successo quel che è successo, prima o poi sarei tornata a casa comunque-
-Chloe. Mi dispiace-
-Piuttosto!-  Dico, cambiando discorso.   -Sono di nuovo disoccupata. Posso lavorare con te in officina per un pò?-
Wayne scuote la testa e sospira.
-Oh! Chloe! Io-
-Ti prego!-
Lo guardo e lo supplico come non ho fatto mai.
Mi mette una mano sulla spalla, e con l'altra mi scompiglia i capelli.
-D'accordo. Inizi domani-

...

Coinquilini Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora