Capitolo 19

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È bello essere di nuovo qui, in officina, a lavorare fianco a fianco con Wayne, e con Tony.
Ci sono due macchine in lista da riparare.
Tre sono già sui ponti sollevatori, altre due sono in attesa di essere aggiustate.
C'è parecchio lavoro da fare.

Siamo nel mese di gennaio.
Quasi alla fine del mese.
Fuori c'è un freddo cane e si gela.
Do' una mano a Wayne e a Tony e riesco ad aggiustare una delle macchine in lista da riparare, senza bisogno di metterla sul ponte sollevatore.
-Way! Ho trovato il guasto di quella macchina, sono riuscita a ripararla-
Invece di lodarmi, lui s'incazza.
-Chloe accidenti! Ti ho sempre detto che dobbiamo aggiustare le macchine in ordine di arrivo. Non posso consegnare l'auto che hai riparato finché non aggiustiamo le tre che stanno sul ponte!-
-Certo. Scusa. Hai ragione-
Vado via, e mi metto a sedere in un angolo lontano da tutto e da tutti con le ginocchia al petto.

È ora di pranzo.
Wayne si pianta davanti a me e si inchina con in mano un sandwich e da bere.
-Hey! Mi dispiace. Sono arrabbiato perché c'è tanto lavoro da fare e me la sono presa con te-
-No. È colpa mia. È un regola che conosco e che dovevo rispettare. Non ho scuse-
-Vieni qui-
Mi stringe fra le sue braccia e poi mi bacia sulla tempia.
-Ora mangia. Poi vieni a darci una mano con le altre macchine-
Sorrido e annuisco.
-D'accordo-

.

Le ore passano.
Io, Tony e Wayne uniamo le forze, e in poche ore, riusciamo a riparare due delle tre macchina poste sul ponte sollevatore.
Siamo esausti e sporchi di grasso.
La giornata per oggi è finita.
Tony salutare e va' via.

Wayne si toglie la tuta e si lava faccia e mani. Mi lavo nel rubinetto a fianco al suo e poi ci spruzziamo a vicenda con l'acqua. È una cosa che può sembrare stupida e banale, ma io e lui l'abbiamo sempre trovata divertente.
-Sei stanca? Andiamo a casa?-
Mi domanda passandomi l'asciugamano per asciugarmi faccia e mani.
-Solo un po'. E tu?-
Replico.
-Solo un pò anch'io-

Ci incamminiamo verso casa e apre lui la porta. In salotto c'è sempre un gran baccano.
Andiate a dare un'occhiata e troviamo Abram, Damian, Edgar e Karen sfidarsi alla PS.
Urlano e ridono come matti.
Edgar si accorge di noi e ci saluta col cenno della mano.
Poi ci salutano anche gl'altri.

Io vado nella mia stanza e Wayne di sopra, nella sua.
Faccio una doccia e come al solito vado in cucina per preparare la cena.

A fine cena, Wayne e gl'altri parlano di macchine, moto, e a volte, partecipo anch'io ai loro discorsi.
Si fa' piuttosto tardi e si va' tutti a dormire.

.

Passano quasi due settimane e mi rendo conto che San Valentino è vicino.
Ho solo due giorni di tempo per trovare un regalo a Wayne e gl'altri.

Esco di casa, e indosso il cappotto.
Fa' davvero freddo. Si gela.
Abram scende dalla sua auto davanti al cancello e mi guarda stranito.
-Dove vai con questo freddo?-
-In centro. A cercare dei regali last minute per tutti-
Replico, e comincio ad incamminarmi.
Abram mi segue e mi affianca.
-E come ci vai? Col bus?-
-No. Con la moto-
-Davvero vuoi andarci con la moto?-
Mi afferra per un braccio e mi ferma.
-Avanti andiamo. Ti accompagno con la mia macchina-
-Potrebbe volerci tempo. Potresti annoiarti. Potresti-
-Potresti, potresti... andiamo. Sali-
Mi apre la portina della sua macchina e salgo. Raggiungiamo un centro commerciale e cominciamo a girare qua e là alla ricerca dei regali da fare.
-San Valentino non è la festa degli innamorati? E se non sbaglio, tu e Wayne... non siete innamorati-
-Si. Lo so. Ma ci siamo sempre fatti i regali ad ogni ricorrenza. Anche San Valentino-
-Farai un regalo anche a me?-
-Naturalmente. Farò un pensierino a tutti i miei coinquilini-

Giriamo davvero parecchio, prima di trovare i regali giusti. La maggior parte sono troppo romantici e sdolcinati, trovare qualcosa di sobrio è stato davvero difficile.

Esco da un negozio e Abram mi affianca.
Era rimasto fuori dal negozio come gli avevo chiesto per non vedere i miei pensierini.
-Possiamo tornare a casa ora?-
Mi domanda, impaziente di andare via.
-Devo ancora fare il regalo a Wayne-
Replico.
-Credevo avessimo finito-
-Ho comprato soltanto i pensierini per voi coinquilini. Per Wayne ci vuole un regalo speciale-
Abram annuisce e poi sbuffa.
-D'accordo-
Mi pianto davanti a lui e lo guardo a braccia conserte.
-Te lo avevo detto che ci avrei messo del tempo. Se vuoi vai pure. Torno in taxi appena finisco-
Lui mette le mani nelle tasche del giaccone e arriccia le labbra.
-No. Resto con te-

Dopo aver girato per quasi due ore, riesco  finalmente a trovare il regalo giusto per Wayne.
Abram tira un sospiro di sollievo e mi prende le buste dalle mani.
-Andiamo. L'ora di cena è passata da un pezzo. Mangiamo qualcosa qui vicino-

Ci fermiamo davanti a un piccolo ristorante e ci sediamo ad un tavolo vicino alla finestra.
Abram prende in mano il menù e lo consulta.
-Ordina quello che vuoi. Offro io-
Annuisco.
Prendo anch'io il menù e ordino quello che c'è di meno caro, poi lo metto via.
-Sei fidanzato?-
Gli domando, giusto per fare conversazione.
-Lo ero. Ma la mia, ora ex, fidanzata, mi ha lasciato per uno più trasgressivo di me-
Aggrotto la fronte e dico:
-Più trasgressivo?-
Lui sorride, e abbassa il tono della voce.
-Sessualmente. Capito?-
-Oh!-
Esclamo, senza aggiungere altro.

Finiamo di mangiare e raggiungiamo la macchina per fare rientro a casa.
Durante il tragitto in macchina Wayne mi chiama.
-Chloe? Dove sei?-
Dalla voce, sembra piuttosto preoccupato.
-Abram mi ha accompagnata gentilmente a fare spese. Stiamo tornando-
-Avresti potuto avvisare. Maledizione!-
Urla, indignato.
-Hai ragione. Mi dispiace. È colpa mia-
Wayne mette giù la chiamata e io sbotto.
-Accidenti a me! Non ne combino una giusta-

.

Quando io e Abram rientriamo a casa è piuttosto tardi.
Le luci sono già spende, e c'è solo Wayne in salotto ad aspettarci.
Abram sale in camera sua ed io mi ritrovo di fronte a Wayne con le buste dei regali.
Fa' un lungo sospiro e mi fissa.
-Chloe. Hai idea di quanto mi hai fatto preoccupare?-
-Ti ho già detto al telefono che mi dispiace. E comunque, non sono più una bambina, accidenti!-

Vado nella mia stanza, apro la porta e poi la sbatto alle mie spalle.
Metto le buste dentro l'armadio e poi mi levo il cappotto.
Mi siedo sul letto.
Bussano alla porta.
-Avanti-
Wayne entra nella mia stanza, e si siede sul bordo del letto al mio fianco.
Mette la sua mano sopra la mia e mi guarda.
-Hai ragione. Non sei più una bambina. Ma sono abituato a vederti sempre a casa dopo il lavoro. È normale che non vedentoti, mi sono preoccupato-
-No. Hai ragione tu. Avrei dovuto avvisarti. Anch'io mi sarei preoccupata se fossi stata al tuo posto. Perdonami-
Wayne mi stringe fra le sue braccia e mi da' delle pacchette sulla schiena, poi si alza dal letto.
-Vado a dormire. Sono stanco. Buonanotte-
-Buonanotte, Way-

...










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