19. cuori che battono all'unisono

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Se dovessi descrivere Ian, direi che è una persona molto perseverante. Un ragazzo che non si arrende al primo rifiuto, molto testardo e determinato.

Dopo quella sera, ha provato in ogni modo a starmi accanto, nonostante io sia molto sfuggente.

I suoi tentativi di farsi perdonare mi scaldano il cuore e, mi costa ammetterlo, mi lusingano più di quanto vorrei.

Non so se il suo sia un tentativo di diventare mio amico e se mi stia corteggiando. Le mie paure escludono a priori la seconda opzioni e, sempre le mie paure, escludono a priori anche la possibilità di poter essere dei semplici amici.

So che con il mio atteggiamento potrei restare sola, che mi basterebbe accettare le sue scuse e lasciarmi andare, ma non ci riesco.

Temo ancora che lui possa continuare ad indagare.

In poche parole: ho moltissimi problemi a fidarmi di qualcuno.

Archie ed io abbiamo parlato, ed è grazie a lui se so che Ian ha chiesto il suo aiuto.

Oramai non ha più senso fingere con Archie, dal momento che sa per quale motivo io mi sto comportando in questo modo.

"Posso immaginare che per te sia difficile, ma se con me le cose procedono bene, potrebbe essere lo stesso anche con Ian."

Il suo discorso non fa una piega e logicamente non so cosa rispondergli.

Mi illudo raccontando a me stessa che, infondo, Archie conosceva già la mia storia e che ha soltanto collegato il mio nome ai tanti articoli di giornale che, a quei tempi, circolavano nel nostro paese.

Con Ian è diverso e, il fatto che lui mi piaccia, grava sull'intera situazione.

"Sai che non è la stessa cosa" sussurro, nascondendomi dietro un enorme bicchiere di macha cafe.

E lui, con quello sguardo spavaldo che si ritrova, lo sposta per guardarmi negli occhi.

"Lo so che ti sei presa una bella cotta per lui" ghigna, "e penso che anche lui si sia preso una bella cotta per te."

Ora tocca a me ridere.

"Chi? Ian Ward? Non penso proprio! Siamo in sintonia, è gentile, ma non credo di piacergli in quel senso."

Lui alza gli occhi al cielo. In effetti è la terza volta che ripeto questa frase, ma ne sono fermamente convinta.

"Credo che si senta in colpa e che voglia rimediare. Tutto qui."

"Sicuramente" annuisce, "ma se non te ne frega niente di una persona, ad un certo punto molli la presa. Ha sbagliato a seguirti, ma ti ha chiesto scusa più di una volta."

So cosa vuole dire e capisco il suo discorso. Al posto di Ian, chiunque mi avrebbe già mandata a quel paese. Mi rendo conto che, ad occhi esterni, potrei apparire esagerata, ma non si tratta di perdono. Non sono nessuno per non accettare le sue scuse.

"Voglio soltanto evitargli una delusione. Ho accettato le sue scuse, ma lui vuole... portarmi al cinema" sottolineo l'ultima parte, guardandolo male.

"Grazie al mio consiglio" si vanta, scrollando le spalle.

Uscire dal campus, mi ha fatto bene. Sembra che qui io riesca a parlare senza freni, e al contempo penso che sia anche un po' merito di Archie.

"Non sono pronta per frequentare un ragazzo" dico, torturandomi le mani. Dovrei voltare pagina, sono giovane e consapevole che non tutti sono come Luke, ma quello che mi porto dentro potrebbe ugualmente rovinare ogni tipo di rapporto, compreso quello con Ian, con Archie e con Brooke.

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