16. La bellezza della semplicità

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É come vivere una scena a rallentatore. Ho sentito quella frase e mi è entrata nella mente in modo così espansivo da dubitare di poterla dimenticare.

Sono immobile e non riesco ad avvicinarmi neanche quando Brooke raggiunge suo fratello ed Archie prova a calmarlo.

La folla si è radunata per osservare e per poter poi spettegolare, ma sembra che in questo momento, per Ian e Cole, sia l'ultimo dei pensieri. Si guardano in cagnesco, pronti per riprendere quello che è stato interrotto.

Arriva il preside, persino qualche docente. La situazione si mette male, ma dentro di me sta accadendo qualcosa di veramente strano. Qualcosa a cui non dovrei pensare ora.

Poi, i suoi occhi mi trovano e non riescono a trattenere la sorpresa di avermi trovata qui, a fissarlo come tutti gli altri, ma in modo diverso.

Non ho mai amato giudicare, non mi piace trarre conclusioni affrettate. Sono preoccupata, le conseguenze potrebbero essere davvero disastrose per Ian ma, quasi come se mi avesse letta nel pensiero, scuote il capo e smette di guardarmi.

Vorrei capire perché l'ha fatto, chi dei due ha dato inizio a quanto accaduto e perché.

Tuttavia, credo di non essere l'unica persona riservata, da queste parti.

"Chi è questo ragazzo? Perché è nel nostro campus?"

Il preside pone mille e più domande. Sembra turbato almeno quanto me e Brooke.

Sono certa che non abbia mai scoperto chi ha dato fuoco alla sua auto. A quest'ora non starebbe provando ad aiutare il colpevole di quell'accaduto e, al contempo, penso che la famiglia di Brooke e Ian, sia conosciuta ad Harvard.

Nessuno punterebbe il dito contro di lui. Nessuno, tranne Cole.

"Sono in visita! Non è vietato. Piuttosto, fornite dei tranquillanti ai vostri studenti" sbotta, aggiustandosi la giacca. Non ha notato la mia presenza e spero che non la noti, ma quando sorpassa la folla, lo vedo avanzare proprio nella mia direzione.

Il preside, alle sue spalle, continua ad inveire, a chiedergli di tornare indietro perché un'azione del genere, nel suo campus, non può restare impunita, ma Cole lo ignora e si ferma al mio fianco, nonostante l'occhiataccia di fuoco che gli ho appena rifilato.

Vorrei che Ian non stesse guardando, anche se non ne conosco il motivo, ma inizio seriamente a pensare che Cole faccia di tutto per provocarlo.

Non per me, dubito fortemente del suo interesse nei miei riguardi, ma... per delle cose che ancora non riesco a comprendere.

"Bella fanciulla, ti va di curarmi? Il tuo amichetto è un po'... aggressivo" sussurra, per poi accompagnare il tutto con una risata sguaiata e ridicola.

Non gli rispondo. Mi limito a sorpassarlo e a raggiungere i miei amici, ma quando sono a pochi passi da loro, Ian si volta e segue il preside.

"Spero che non lo espella." Brooke pronuncia le sue paure, ma non so come confortarla. Sicuramente c'è una spiegazione e se Ian dovesse risultare non colpevole, il preside ne terrà conto, ma le mie teorie vengono rapidamente cancellate da Archie.

"Tutti hanno visto che è stato lui a colpire per primo. Non lo so, Brooke, ma la situazione è più grave del previsto."

"Cos'è successo?" intervengo, e quando la mia compagna di stanza mi guarda, so già che sta per mentirmi.

I suoi occhi vagano nel vuoto in cerca di una risposta plausibile, di una banale scusa che possa mettermi a tacere, ma dopo le ultime ore sono così stanca da non volermi sottoporre anche a questo.

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