8. Non é mai abbastanza.

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Lo sport è una delle tante attività che si possono svolgere in questo campus. Personalmente io sono la persona meno adatta per parlarne, ma da questa mattina Brooke non fa altro che raccontarmi le glorie di suo fratello, quando giocava a basket.

Al liceo era capitano della sua squadra, e nonostante la sua vita fosse piena di allenamenti, riusciva comunque a mantenere una media altissima in tutte le materie di studio.

"Diciamo che Ian non ha mai avuto bisogno del basket per essere ammesso al college, mentre i suoi amici..."

"I suoi amici del liceo frequentano Yale?"

Forse non avrei dovuto porle proprio questa domanda, perché d'un tratto la sua espressione cambia e la spensieratezza con cui stava parlando si scioglie come neve al sole.

"Alcuni, sì."

So che non dovrei. Cambiare discorso sarebbe la soluzione migliore, ma quando la vedo alzarsi dal nostro divano pur di troncare quest'argomento, non resisto.

"Conosci un certo Cole?"

Si ferma, al centro della stanza. Le sue spalle sono rigide e sembra persino che le sue gambe abbiano iniziato a tremare.

"L'ho conosciuto l'altra sera, penso sia un amico di Ian" continuo, quando noto che non ottengo alcuna risposta, ma dopo pochi secondi, sembra che lei si sia ripresa da uno stato di shock.

"Credimi, non è un suo amico" si riavvicina, ma resta in piedi. "Ho visto che si è avvicinato a voi due. Per quanto possibile, prova ad evitarlo."

Mi acciglio.

"Non ho motivi per frequentarlo, e poi mi sembra anche abbastanza..."

"Stronzo? Ti sbagli, sa essere molto peggio di questo."

Quasi esausta, come se avesse corso una maratona, si siede per terra, posando la schiena contro il divano. La guardo dall'alto e un centinaio di domande premono per uscire dalla mia bocca.

"Cole è un ragazzo spregevole, non ha scrupoli, ma lui e Ian si conoscono dai tempi del liceo e sembra che, nonostante tutto, non riescano a fare l'uno a meno dell'altro."

Vorrei commentare la prima parte della sua frase, chiedergli cosa ha fatto questo ragazzo per essere definito in questo modo, ma l'unica cosa che riesco a dire, è forse la meno utile.

"Nonostante tutto. In che senso?"

Lei alza lo sguardo, ma nei suoi occhi c'è troppa tristezza. Una tristezza che sembra così acuta da spaventarmi. Quello che ha da dirmi, potrebbe non piacermi, ma vorrei ugualmente saperlo. Nutro una curiosità verso Ian che, a volte, mi destabilizza.

"Cole è egoista, pensa unicamente a se stesso. Ian dice che sono amici, ma un vero amico proverebbe ad aiutarti in un momento di difficoltà. Non il contrario."

Abbassa lo sguardo e all'improvviso fa partire alla tv un episodio di una nuova serie che abbiamo iniziato da pochi giorni. Non vuole che le chieda altro, non vuole parlarmi di questo momento di difficoltà che - mi è parso di capire - riguarda proprio Ian.

Non sono per niente soddisfatta di questa chiacchierata. Mi ha confusa ancor di più, e questo non cambia neanche quando, dopo una settimana, mi trovo coinvolta nell'ennesimo appuntamento a tre con la mia compagna di stanza ed Archie.

"Hanno già aperto la pista di pattinaggio?"

Li guardo male, e mi chiedo perché mi hanno teso quest'imboscata.

"Siamo quasi a novembre, ormai" risponde Archie.

Sospiro pesantemente: "Ragazzi, non voglio che vi sentiate obbligati ad includermi nelle vostre uscite romantiche."

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