1. Benvenuti ad Harvard

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Brooke è la compagna di stanza migliore che si possa desiderare: è ordinata, silenziosa e non invadente. Sotto alcuni punti di vista, ci somigliamo e credo che siano proprio queste affinità a farci andare d'accordo.

Non abbiamo mai litigato, ci siamo sempre confrontate con rispetto quando avevamo opinioni contrastanti e alla fine abbiamo sempre raggiunto un compromesso.

Il nostro rapporto è equilibrato, solido e sincero. Nonostante entrambe teniamo molto alla nostra privacy, amiamo confidarci e spettegolare sulle sue conquiste.

Lo scorso anno ha frequentato un ragazzo. Un amico di suo fratello Ian, ma le cose non sono andate come sperava. Lei cercava qualcosa di serio e lui noi.

Ian, invece, mi sembra una specie di personaggio immaginario.

Brooke mi parla spesso di suo fratello, ma non l'ho mai visto e non è mai venuto a farle visita qui ad Harvard.

Da quel che so, frequenta Yale, ha vent' un anni ed è uno dei ragazzi più in gamba del suo corso.

Non so altro, ma lui non è mai stato un argomento delle nostre chiacchiere serali davanti ad una puntata di Friends.

"Ho riconosciuto il rumore dei tuoi passi anche attraverso questa porta!"

Io e Brooke non siamo tipe da abbracci. Anzi, a dir la verità, io lo sono ma con lei devo tenere a bada il modo che userei per farle capire che mi è mancata.

"Ammettilo, non vedevi l'ora che tornassi!"

Mi sorride facendomi la linguaccia, e so che questa sarà l'unica dimostrazione di affetto che riceverò da parte sua, oggi.

"Sei abbronzata! Stare lontana da questo posto ti ha fatto bene."

"Oh, grazie. Anche tu sei carina."

E potremmo andare avanti all'infinito se solo lei non fosse silenziosa e diligente come me.

Tra qualche giorno riprenderanno i corsi e noi abbiamo davvero pochissimo tempo per riordinare la casa e rimettere al loro posto i nostri libri.

È una specie di rito per noi e, infondo, non posso lamentarmi per questo.

Gli studenti di Harvard, e quelli di qualsiasi altra università al mondo, non si pongono come obiettivo principale quello di tenere la loro camera in ordine.

Noi, invece, abbiamo delle regole, e penso non sia un caso che siamo le uniche a non aver mai fatto scattare l'allarme antincendio o robe simili.

In questa stanza non avvengono feste, nessuno si ubriaca o rischia di cadere dalla finestra.

In questa stanza si studia, si parla, si dorme e al massimo si vede qualche film.

Qualcuno potrebbe definirci noiose, e forse lo siamo, ma quando ho vinto una borsa di studio e ho saputo che avrei studiato qui, non ho mai pensato di voler sfruttare questi anni per fare baldoria. Quella fase l'ho superata, ora ho bisogno di crescere sotto ogni punto di vista e di godermi una tranquillità che per molto tempo mi è stata negata.

"I tuoi libri si sono moltiplicati" mi fa notare.

"Già, ho fatto shopping" sorrido, mentre guardo i due scatoloni pieni dei miei ultimi acquisti. Anche se studio legge, in me vive ancora una parte romantica e poco razionale. I miei romanzi ne sono la prova. Tuttavia, mi acciglio quando mi rendo conto che lo spazio sul mio lato di libreria scarseggia e che con ogni probabilità dovrò comprarne un'altra.

"Cosa hai fatto quest'estate?"

La mia domanda la fa corrucciare per poi perdersi nei suoi pensieri. Non mi risponde subito, ma dopo qualche istante ed un profondo respiro, mi guarda.

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